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21) Dal carteggio Adam Smith – Berlusconi
Aldo E. Quagliozzi - 04-09-2004

Ove la cronaca dell’oggi si confonde con quella storia in fondo ancora recente di questo Paese, e dove la triste realtà dell’oggi era ben annunziata già negli atti dirompenti di quegli ormai trascorsi anni.
Ove il senso della faciloneria e del consociativismo più deteriore, tipici di tutte le congreghe politiche del Bel Paese, non indusse di seguito, responsabilmente, a trarre grande e lungimirante esperienza da quei tristissimi fatti, al fine di predisporre tutti quegli accorgimenti legislativi necessari a non fare discendere il Paese nella situazione odierna, di sorvegliato speciale delle agenzie internazionali.


“ Bellagio, 9 luglio 1994

Caro Cavaliere,
qualche giorno fa Giulia, tornando come ogni mattina dall’edicola, ha cominciato da lontano ad agitare il pacco dei giornali verso di me, che sulla sdraio esponevo la mia pelle avvizzita al sole terapeutico di questa vostra incantevole Italia, gridando: L’avvoltoio ha colpito! >. Poi mi ha mostrato i titoli delle prime pagine, che annunciavano le dimissioni dei professori dal Consiglio d’amministrazione della Rai.
Nell’irritante linguaggio estremistico di Giulia, l’avvoltoio sarebbe Lei, signor presidente, che si sarebbe avventato sulla Rai come un rapace, per impossessarsene. Mia moglie è incorreggibile, non vuol convincersi che a volte la critica è più efficace se chi la esprime usa toni di pacata ragionevolezza.
Ma bisogna capirla: i suoi maestri politici sono stati Marco Pannella, che di aggressività verbale è maestro, e prima ancora, suo nonno Mario, il partigiano socialista, genuino, sanguigno, combattivo, che tanta influenza ebbe sull’infanzia e l’adolescenza di Giulia.
( … ) Diamo dunque per scontato che Giulia abbaia torto quando usa un linguaggio greve. Il fatto nudo resta. Il primo atto politico del governo Berlusconi è stato l’attacco alla Rai. Quelle dei giorni scorsi errano solo avvisaglie. Stavolta il consiglio d’amministrazione in carica da un solo anno è stato costretto a dimettersi. E’ cominciata la campagna di sgretolamento della televisione pubblica.
Persone come Claudio Demattè, Paolo Murialdi, Elvira Sellerio, Feliciano Benvenuti, Tullio Gregory – designati da Spadolini e da Napolitano già come segnale di moralità rispetto ai sistemi del vecchio regime – avevano impostato un discusso ma decoroso lavoro di avvio al risanamento.
Era questo cha La spaventava, presidente? Forse temeva che una Rai ripulita delle maleodoranti scorie partitocratriche avrebbe opposto una resistenza maggiore all’ascia demolitrice del Suo governo?
( … ) Le assicuro, presidente Berlusconi, che queste non sono domande provocatorie. Sono quesiti ai quali spero che Lei darà presto risposte rassicuranti. Confesso peraltro che la mia fiducia è un po’ scossa. Lei avrebbe avuto ogni interesse a mantenere al loro posto i professori della Rai. La loro permanenza al vertice della televisione pubblica sarebbe stata un elemento di garanzia in primo luogo per Lei: nel senso che Le avrebbe permesso di smentire in concreto le malignità di quanti attendevano che Lei facesse piazza pulita alla Rai, per accusarLa di volere il monopolio assoluto dell’imprenditoria televisiva.
( … ) Col gran chiacchierare che fate di legge antitrust e di garanti che dovrebbero evitare commistioni e incompatibilità fra l’interesse generale e i Suoi privati interessi, poi in concreto la prima iniziativa che il Suo governo assume consiste nel trasformare di fatto in monopolio il precedente duopolio televisivo?
Se, come afferma ( … ) Adam Smith, l’unico vantaggio che il monopolio procura a una sola categoria di individui è in molti e diversi modi dannoso all’interesse generale del paese , è doveroso notare che, nell’attuale caso italiano, a trarre vantaggio dal monopolio televisivo non sarebbe una sola categoria di individui , come nel caso ipotizzato dal vecchio Adam, bensì un individuo solo: Lei.
Mi rifiuto di usare la metafora dell’avvoltoio, perché non seguirò mai Giulia sul terreno delle espressioni offensive. Tuttavia nella manovra da Lei condotta in questi giorni sulla Rai non posso non vedere – almeno fino a quando Lei non replicherà ai rilievi che ora Le muovo, smentendo le mie preoccupazioni – un attacco sferrato contro la televisione pubblica a vantaggio d’interessi privati.
A questo punto, ahinoi, persino l’ovvia ed elementare soluzione suggeritale fin dall’inizio di questa storia da me e da molte altre personalità ben più autorevoli di me – ossia la vendita della Fininvest – appare come un rimedio tardivo e parziale.
Ormai il governo, forzando le cose per far precipitare la Rai in una crisi che ne paralizza il risanamento, ha già alterato le condizioni del mercato anche in rapporto alla ventilata vendita del suo impero finanziario.
( … ) Un mese fa Elvira Sellerio – quando ancora non aveva deciso di arrendersi all’imposizione governativa, e contava anzi di rimanere nel Consiglio d’amministrazione della Rai per continuare nell’opera di ardua ricostruzione – dichiarò in un’intervista: Io, sino ad ora, avevo guardato a questo nuovo governo diciamo…con divertita curiosità. Da questo momento comincio ad annoiarmi perché tutto si svolge secondo copione previsto da tempo. La paura di molti era che un grande imprenditore al potere finisse col considerare lo Stato come una proprietà privata. E ora si sta verificando .
( … ) C’è stata pure qualche bizzarria nella vicenda che ha visto la defenestrazione del vertice Rai. I professori, designati da non molti mesi al consiglio d’amministrazione, avevano trovato un’eredità disastrosa. Ebbene, Lei ha fatto fuori Demattè e gli altri quattro, giudicando insufficiente il loro piano di risanamento, e contemporaneamente ha confermato, o promosso a incarichi di alto prestigio, proprio i loro predecessori, diretti responsabili della voragine prodottasi nel bilancio della Rai.
( … ) Qualche giorno fa, Giulia e io siamo andati in gita a Lecco con mio suocero Carlo, che ci ha fatto conoscere il presidente di uno dei locali club Forza Italia. Ebbene, per ora si tratta di un’indiscrezione; ma, se alle prossime elezioni provinciali il Suo movimento avrà il successo che spera, proporranno un parziale cambiamento del nome di questo bellissimo lago, il quale non dovrà più chiamarsi semplicemente Lario, ma, in omaggio alla Sua gentile consorte, lago di Veronica Lario. Non è un’idea carina? I miei migliori saluti a Lei e Signora. Adam Smith “

( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ di Sergio Turone – Laterza – 1995 )

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