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Dopo le ferie
Ilaria Ricciotti - 18-08-2004

Guardando i vari TG si vedono quotidianamente file di macchine sulle autostrade; gente che va verso la montagna, la collina, il mare, i laghi per rilassarsi, divertirsi, dimenticare una vita piena di impegni e di incombenze.
Ed allora pronti…, partenza…, via!
Finalmente le meritate ferie sono arrivate!
Non tutti gli italiani però possono permettersi di cambiare aria, conoscere nuove località o ritornare da turisti in quelle già sperimentate.
Diversi italiani , ed il numero sta crescendo sempre più soprattutto tra anziani e famiglie appartenenti ai ceti medio –bassi, dovranno accontentarsi di condurre la vita di sempre, fare una gita fuoriporta o raggiungere una località vicina, mordi e fuggi.
C’è chi può e chi non può! E’ la vita!
Quest’anno per fortuna molti anziani che vivono soli in città saranno ospiti dei vigili del fuoco, ed avranno modo di trascorrere insieme un agosto meno triste ed anche meno incivile.
Ci sono inoltre diverse famiglie che saggiamente non hanno attinto ai loro risparmi o chiesto mutui per lasciare la propria città o il proprio paese e trascorrere 15 giorni altrove, in quanto, come le brave formichine, stanno preparandosi per il gelido inverno. Chi al contrario, a dispetto di tutto vogliono assomigliare alle famose cicale della fiaba, a detta dei TG, in agosto sono soltanto 9 milioni di italiani.
Quest’anno oltre al caro agosto e al tempo che sembra impazzito, c’è anche il caro petrolio, il caro benzina e come conseguenza di questi rincari, secondo l’Intesa consumatori, si presuppone che ci sarà il caro luce e gas, il caro trasporti, il caro ticket, il caro degenza, il caro spiaggia e tanti altri cari…. e rincari….. Logicamente a questo stato di cose seguirà una diminuzione di consumi. Ne sono preoccupate anche altre Associazioni di consumatori che quest’anno ritengono il mese di agosto, un mese tutto sommato all’insegna del risparmio.
Agosto passerà in fretta e settembre è ormai alle porte. Quest’ultimo sarà, a detta degli esperti, un mese più caldo, pazzerello, inaffidabile di quello che lo ha preceduto, in quanto sia gli italiani che non hanno rinunciato alle ferie, sia coloro che sono stati costretti a farlo purtroppo dovranno fare i conti con pesanti rincari.


Le domande di “il forasacco”


1)
Quali sono le cause che hanno fatto lievitare i prezzi?

2) Tali aumenti potevano, possono e potranno essere evitati?

3) Quali dovrebbero essere le scelte di politica economica in grado di garantire agli italiani, tutti, una vita più dignitosa?

4) ……………………………………………

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 Anna Pizzuti    - 22-08-2004
Da "la Repubblica" di oggi queste riflessioni. Forse troppo all'interno del quadro, ma un po' aiutano.

LA SQUADRA IL CAPITANO E LA PARTITA DA VINCERE
di EUGENIO SCALFARI

Lo schema classico della democrazia moderna, quella emersa in tempi diversi in Gran Bretagna, negli Stati Uniti d´America e in Francia, è la contrapposizione tra una destra e una sinistra, tra conservatori e progressisti, tra chi privilegia la tradizione e chi punta sull´innovazione. Socialmente la destra è più sensibile agli interessi dei ceti possidenti, la sinistra ai bisogni dei ceti economicamente più deboli. La destra è attenta a favorire la produzione di ricchezza, la sinistra alla sua equa ripartizione.
La rappresentanza politica in una siffatta democrazia si fonda su due partiti o su due coalizioni di partiti. Il meccanismo elettorale più appropriato è quello maggioritario ma anche un meccanismo proporzionale può essere compatibile col bipolarismo. Ne fa fede la storia italiana degli ultimi cinquant´anni, durante i quali abbiamo avuto un sistema elettorale rigorosamente proporzionale e uno schieramento politico rigorosamente bipolare, con la Democrazia cristiana e i suoi alleati da una parte e il Partito comunista e i suoi compagni di strada dall´altra.
Questo schema prevede che tra i due poli contrapposti s´interponga un territorio più o meno vasto, abitato da elettori che si definiscono di centro: moderatamente conservatori e moderatamente innovatori, moderatamente sensibili alla produzione della ricchezza e moderatamente attenti alla sua equa ripartizione.
Lo sforzo che impegna ciascuna delle due parti contrapposte a ogni scadenza elettorale è di conquistare gli abitanti di quel territorio centrale, o meglio centrista. I voti degli elettori di centro, che sono per definizione voti mobili, decidono di solito chi sia il vincitore della contesa. Vince chi - conservando la propria originaria dotazione di consensi - riesce ad attirare il maggior numero degli elettori centristi. Sicché sia la destra che la sinistra debbono darsi programmi in qualche modo compromissori per ottenere il favore dei moderati.
In vista delle elezioni si apre così la caccia al voto moderato. Tra il bianco e il nero, o se volete tra l´azzurro e il rosso, si interpongono i colori intermedi: tutte le gradazioni del grigio, tutte le gradazioni del rosa e del celeste. E i moderati scelgono sulla base dell´esperienza di quanto fatto o non fatto dal governo precedente e degli impegni elettorali credibilmente assunti dai partiti che sollecitano ora il consenso.
* * *
Questo schema è semplicemente uno schema. Serve a dare un minimo d´ordine ai nostri pensieri e ai nostri giudizi, ma riflette una parte limitata della realtà. In certe situazioni si rivela lontanissimo dalla realtà.


A esser franchi: la democrazia moderna così raffigurata non esiste più in nessuna parte del mondo (ammesso che sia mai esistita). Non esistono i blocchi sociali che dettero qualche sostanza e qualche struttura alla destra e alla sinistra di un tempo.
Esistono, quelli sì, i poveri dislocati sui vari gradini della povertà e i ricchi dislocati sui vari gradini della ricchezza; ma pesano soprattutto le paure dei semi-ricchi di precipitare nell´inferno della povertà e le aspettative dei poveri intraprendenti, fiduciosi di entrare nel paradiso degli agiati. In tempi di ottimismo congiunturale i poveri intraprendenti e fiduciosi delle proprie forze danno il tono di fondo all´intera musica mentre in tempi di pessimismo e di stagnazione sono le paure dei semi-ricchi a prevalere.
Da quando le tradizionali e nette distinzioni di classe sono scomparse sotto l´urto delle nuove tecnologie e della nuova organizzazione del lavoro, la destra e la sinistra hanno mutato fisionomia acquistando connotati nuovi e più aderenti ai tempi e alle condizioni sociali. Ma i moderati sono di fatto scomparsi.
I moderati si interponevano tra i padroni delle ferriere descritti dai romanzi di fine Ottocento e gli anarchici e i socialisti delle leghe contadine e delle case del popolo operaie.
Ma oggi il "parun da le bele braghe bianche" delle canzoni d´epoca lavora al computer per vendere i prodotti della sua azienda interamente informatizzata e i socialisti e comunisti rivoluzionari delle leghe d´un tempo mandano avanti le loro piccole officine, gestiscono l´autopompa e lo snack, aprono agenzie di pulizia, recapitano plichi a domicilio, possiedono automobili da rimessa, fabbricano prodotti d´abbigliamento, indotto d´ogni genere e tipo.
Ceto medio, lavoro a cottimo, partite Iva, immenso esercito del sommerso, artigiani. A volte votano a sinistra, a volte a destra, secondo che prevalga la paura di esser risucchiati all´indietro nella scala dei redditi, o prevalga la speranza e la voglia di progredire; secondo che sentano più bisogno di farsi da sé o di ottenere protezione sociale; secondo che privilegino il sacro egoismo individualistico o la santa solidarietà collettiva.
Chi sono, in una società informe come l´enorme pancia d´una balena, e dove sono i moderati? Gli amanti dei colori pastello, del parlar sottovoce, dei modi urbani, del giusto mezzo, della sobrietà nell´agire e nel pensare, del rigore dei sentimenti e della riga dei pantaloni? Entrate in una trattoria, in un ristorante, in un bar, in un vagone di treno e di metropolitana, in uno stabilimento balneare, in un impianto di sciovie e funivie e cercate tra tanta e varia gente un gruppo di moderati. Non lo troverete perché non c´è. Non c´è perché è stato distrutto dai mutamenti del costume, dell´economia, dei mezzi di comunicazione, della politica.
I moderati sono una specie in estinzione come la foca monaca, i pinguini e le tartarughe giganti. Perciò quel famoso schema secondo il quale tra la destra e la sinistra vince chi riesce a conquistare i voti moderati del centro è fasullo. Il centro è vuoto o tutt´al più semivuoto. Se ti vuoi conquistare il voto disincantato delle partite Iva è inutile promettere sgravi fiscali: stanno perdendo clienti, fatturato e profitti; hanno bisogno che aumenti la domanda altrimenti chiuderanno bottega e molti l´hanno già chiusa. L´indotto di mezz´Italia barcolla senza più grandi e medie industrie che lo sostengano.
La piccola impresa ha il fiato grosso e si delocalizza. La competitività continua a regredire e sta agli ultimi posti della scala mondiale.
Volete, a destra e a sinistra, dare la famosa scossa? Bisognerebbe fiscalizzare gli oneri sociali, avvicinare il più possibile il salario lordo a quello netto e fare spazio a consistenti aumenti delle retribuzioni. Altro che abbattimento dell´Irpef.
Il reddito minimo di sussistenza è stato calcolato in 1700 euro mensili, ma quanti sono i pensionati e i lavoratori che stanno sotto a quel minimo? E quanti coloro che, standone ancora al di sopra, hanno fondate ragioni di temere lo scivolamento all´ingiù?
* * *
Il problema della sinistra, dunque, non è quello di scovare i moderati e conquistarne il consenso, ma di recuperare il consenso attraverso lo sviluppo e di riprendere al tempo stesso un´energica politica di risanamento finanziario.
La destra, se sarà sconfitta, lascerà in eredità un buco enorme, di almeno 60 miliardi di euro. Ve l´ha già detto Siniscalco nel suo Dpef e a lui almeno in questo si può credere. Ma colmare quel buco significa soltanto rimettere in regola la finanza. Se aggiungete i costi necessari a rilanciare lo sviluppo arrivate più o meno a 100 miliardi di euro, 200.000 miliardi di lire.
Certo se la domanda riprende ci saranno maggiori entrate, ma arriveranno gradualmente e per un anno non vedrete un centesimo in più.
Qualcuno dovrà pur pagare almeno una parte di questa rovina. Bisogna spiegarlo agli italiani ma stando attenti a non adottare misure che deprimano la domanda, ma anzi che la rilancino.
Ecco perché ci vuole un patto sociale. Non tra forze politiche ma tra forze sociali. Bisogna orientare tutte le risorse disponibili sul rilancio del potere d´acquisto, della domanda, degli investimenti, della sicurezza sociale, dei servizi pubblici, delle infrastrutture. Bisogna garantire buona e nuova occupazione, come predicano (ma finora inascoltati) Giorgio Ruffolo e Alfredo Reichlin. Bisogna favorire il dialogo tra sindacati, Confindustria, Confcommercio.
E bisogna fermare il federalismo al buio della Lega. Quanto costerebbe all´economia la devolution voluta dai nipotini di Bossi? Nessuna indagine ufficiale è stata ancora compiuta ed è una lacuna incredibile e inammissibile.
Ma alcune analisi fatte a spanne parlano di 100 miliardi di euro come maggior costo burocratico della devolution, gradualizzate in cinque anni. Capite in quale baratro rischia di precipitare lo Stato per far contento Calderoli? La legge rischia di passare entro il prossimo 6 ottobre, ma senza un attento calcolo dei costi è impensabile che possa esser promulgata: aprirebbe la strada alla bancarotta dello Stato.
* * *
La sinistra dispone d´una squadra dirigente notevole, la migliore che ci sia sul mercato politico. Ma finora ha affrontato questo gomitolo di questioni solo di striscio. E´ venuta allora ad affrontarle frontalmente perché l´autunno 2004 sarà molto caldo.
A destra il disincanto dilaga, ma quei consensi che Berlusconi sta perdendo non varcano ancora la soglia. Si rifugeranno nell´astensione.
Attenti però: anche a sinistra c´è disincanto. Anche a sinistra l´astensione, già alta, può aumentare.
Sarebbe sciocco dire a Prodi: facci sognare. Non servono i sogni né bisogna sperare nei miracoli che non esistono. Ma possiamo dire a Prodi: datti da fare. Da subito. I problemi sono quelli. Li conosciamo. Conosciamo anche i bisogni. Perciò datti da fare. Fai un discorso alla nazione. Dì quali sono i pericoli, quali le possibilità, quali gli obiettivi, quali i mezzi e i modi per realizzarli. Insedia la squadra.
È sbagliato pensare che la battaglia cominci nella primavera del 2006 o alle regionali del 2005. La battaglia è in pieno svolgimento. Stanno smontando pezzo a pezzo lo Stato, le istituzioni di garanzia, l´economia pubblica e quella privata, il potere d´acquisto dei cittadini. Ai primi d´ottobre daranno un altro colpo di piccone con una devolution senza sostanziale copertura.
C´è un uomo al Quirinale che rappresenta tutti i cittadini. Riscuote un consenso di massa quasi unanime. Ma è solo, terribilmente solo. Non pensiate che da solo possa sorreggere uno Stato pericolante. Voi di destra, voi di sinistra, che avete egualmente a cuore le sorti del paese e vi entusiasmate quando il tricolore sale sul podio olimpico, aiutate quell´uomo e fate che non sia il solo a combattere per tutti.


 ilaria ricciotti    - 11-09-2004
Il forasacco nota con piacere che , dopo le ferie, il costo della vita è aumentato. Sono aumentati i costi per le spese sanitarie , per la scuola, per i trasporti. Sono aumentati il gas, la luce, la benzina, i prodotti alimentari. Penso che sappiate, ad esempio, che chi possiederà un'auto, mantenerla per un anno costerà 2500 euro. Si potrebbe continuare all'infinito. Ma, a questo punto, mi viene il dubbio che a moltissimii italiani ciò non importa granchè: in molti ancora fanno la fila per andare in ferie.
Non solo. Tutti, o quasi, accettano questo lievitare continuo dei prezzi e, nonostante siano state fatte promesse sulla diminuzione delle tasse, le tasse ci sono ancora ed i comuni, non ricevendo molti spiccioli dal governo, debbono forzatamente aumentarle.
Ma, si continua a spendere, si continua la vita di sempre! Ed allora il forasacco deduce che molti italiani fanno finta di essere poveri . Possiedono i soldi, ed amano tantissimo comperare, divertirsi, spandere e spendere, forse per esorcizzare quella miseria che si vede scorrere spesso in TV.

Grazie a coloro che hanno fornito chiarimenti per capire come sta andando l'economia italiana!!!!!!!