Rutelli e la Riforma
Ufficio Stampa on. Alba Sasso - 03-08-2004
A proposito delle dichiarazioni di Francesco Rutelli, che nell'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera dice che occorre aspettare la sperimentazione della riforma Moratti, l'onorevole Alba Sasso muove le seguenti osservazioni:

"Non mi sembra una bella idea quella di aspettare la sperimentazione di un disastro.

Potrebbe essere troppo tardi: l’ipotesi in campo è quella di una destrutturazione del sistema pubblico dell’istruzione, e lo hanno ben capito i tanti genitori, insegnanti, studenti, enti locali che da tre anni stanno contrastando le politiche neoliberiste della Moratti.

Pensiamo, piuttosto, a costruire insieme a queste forze un progetto democratico dell’istruzione per il nostro paese."



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 Anna Pizzuti    - 03-08-2004
Due aspetti di questa intervista mi indignano.

Il primo è generale. Rutelli chiama “riforme” le leggi di Berlusconi e concede loro una dignità intrinseca che non hanno. E’ dall’inizio di questo governo che non si è riusciti a chiarire fino in fondo questo equivoco che non è solo semantico. Non ce n’è una, di queste cosiddette riforme, che non sia, semplicemente, una occupazione di territorio di democrazia, libertà e giustizia. Per non parlare dell’interesse personale, interesse nel vero senso della parola, cioè del profitto. Pare che il fatturato della Mediolanum (fonte Unità di ieri) sia già aumentato – nel corso dell’ultimo anno - del 90% vista l’incertezza del futuro pensionistico. E questo è solo l’ultimo esempio, per ora. E ci toccheranno anche, a breve, federalismo e riforme istituzionali. Di queste Rutelli non parla, nella sua intervista. Ce le terremo? Per non creare confusione torneremo agli anni di Crispi, quando “riforme” analoghe aprirono la strada al fascismo?
Questo governo è una anomalia, non l’espressione del bipolarismo, e come tale va considerato ora e trattato quando, come si spera – nonostante uscite del genere – finirà.

Il secondo aspetto riguarda, naturalmente, la scuola. E’ come se Rutelli - insieme a qualcun altro, in verità - non si fosse accorto di quanto è accaduto in questo ultimo anno. Certo, l’ho detto altre volte e non mi stancherò di ripeterlo: bisognava iniziare molto prima, quando l’obiettivo doveva e poteva essere la non approvazione della legge delega. E dopo, solo dopo, quelli connessi con i decreti.

Nonostante ciò, nonostante le sconfitte, in un anno e più di lotte si è riusciti a farla emergere una idea di scuola che va oltre le riforme, come Rutelli sembra chiedere. Più che una idea, una sintesi tra i principi fondamentali, le esperienze maturate e quelle da correggere. Qualcosa che non era emerso con tanta chiarezza negli anni delle riforme del centrosinistra. E’ su questo che bisogna lavorare, altro che sulla “riforma Moratti” e molto è stato già fatto. Se ce ne vogliamo accorgere.

In questi anni è stato detto che il limite principale dell’opposizione al governo di centrodestra era la focalizzazione su Berlusconi, che la politica è un’altra cosa, è fatta di idee e di proposte.

Dalla scuola – di base - queste idee e proposte sono venute. Non hanno, finora, impedito che questa cosa che Rutelli e pochi altri chiamano riforma andasse avanti, anche se un po’ di fastidio hanno dato (un po’ tanto, a volte).

Fin dall’inizio è stato chiaro che voci ed opinioni degli insegnati erano ritenuti, da questo governo, solo rumore di fondo.

Rutelli mi fa temere che lo stesso avverrà anche in caso di cambiamento di governo.

Rutelli - e chi temo essere sulla stessa linea - mi fanno tremare.

 ilaria ricciotti    - 03-08-2004
Penso che l'onorevole Rutelli dovrebbe ricordarsi ciò che ha affermato durante la recente campagna elettorale a proposito della riforma Moratti.

 Emanuela Cerutti    - 04-08-2004
Non è necessario andare tanto indietro, in effetti: il 10 marzo Rutelli sulla scuola si esprimeva in altro modo: “C’è una domanda che il governo si deve fare. Perché sono tutti arrabbiati? Insegnati, operatori della scuola, cittadini e genitori, che protestano contro la riforma Moratti, sono tutti matti o davvero non ci sono le risorse per la riforma, non ci sono gli insegnanti? Così si distrugge il sistema scolastico, il futuro delle famiglie e dei nostri giovani”. (Tutti sono contrari alla riforma Moratti, Margherita on line).
Il problema non è la contraddizione, si può cambiare idea o riflettere, ma bisognerebbe motivarlo, chiarire se le scelte nascono da valori, da programmi finalizzati, o da opportunità (opportunismi?).
Perchè gli elettori sappiano come stanno le cose e non debbano dire: non lo sapevo. Gli elettori di ogni colore, naturalmente. Posto che le coalizioni, di destra ma ancor più di sinistra, siano in grado di garantire un minimo di identità, un denominatore comune riconducibile ad un'anima sola e i colori non li annacquino troppo.

 ilaria ricciotti    - 05-08-2004
Sono pienemente d'accordo con quanto sostenuto sia da Anna che da Emanuela. Al contrario non condivido le considerazioni, pur democraticissime di Emanuela, quando lei sostiene pressappoco che "ognuno può cambiare idea, spiegando perchè " .
Ripeto, il concetto è giustissimo, ma nello specifico, io personalmente non lo accetto in quanto, soltanto qualche mese fa, incontrando Rutelli, ho avuto modo di ascoltare le sue opinioni in merito alla riforma Moratti. Il loro senso dissentiva enormemente con quanto ha espresso quanche giorno fa.
Ed allora chiedo che cosa penseranno di lui i suoi elettori e chi l'ha ascoltato come me.
Che delusione!!!!!!!!!!!

 Emanuela    - 05-08-2004
Infatti penseranno che non li rappresenta.
Ma chi rappresenta allora questa sinistra dalle mille anime? Questa sinistra che sulla scuola come sulla sanità o sul lavoro ha al suo interno idee diametralmente opposte e non si intende più neppure sull'uguaglianza sociale che sarebbe all'origine del suo pensiero?
Allora mi domando: come posso esprimere il mio autentico credo politico in un sistema maggioritario?
Oppure: fino a che limite il livello di compromesso non diventa compromissione?

 Teo Orlando    - 05-08-2004
Vorrei però chiedere all'On. Alba Sasso:
1) Perché quando si discusse la legge 53/2003 (c. d. Riforma Moratti), la sinistra non presentò un progetto di legge alternativo, organico e ben strutturato, ma si limitò a presentare una serie di emendamenti, ovviamente non approvati?
2) Ascoltando vari sindacalisti e politici dell'Ulivo, ho "captato" solo segnali di nostalgia verso la Riforma Berlinguer e spunti polemici contro la Riforma Moratti: in pratica, solo una "pars destruens". La sinistra per essere più credibile dovrebbe invece presentare un disegno organico, coerente e di largo respiro sul futuro della scuola, dell'università e della ricerca. Che cosa ha da dire in merito?
3) Mi sembra inutile coltivare una sorta di «nostalgismo» per le riforme di Berlinguer, che molti insegnanti non hanno digerito. Certo, c'era del buono (riforma degli esami di Stato, autonomia scolastica), ma anche del cattivo: oltre all'inopinata concessione della dirigenza ai presidi, ciò che io non riesco ad accettare della legge 30/2000 è il fatto che togliesse un anno alla durata complessiva dei cicli di istruzione. Dietro l'«europeismo», si nascondeva un mero espediente contabile. L'On. Sasso ritiene ancora opportuno ridurre a 12 anni la durata della scuola o ci ha ripensato?
4) Non vorrei che, una volta che l'Ulivo dovesse tornare al governo, si cominciasse a dire: «sì, va bene, in futuro investiremo di più su scuola e ricerca, ma intanto dobbiamo rimediare ai guasti di Tremonti e non possiamo predisporre nuovi investimenti». Penso invece che l'investimento su scuola e università sia una sorta di imperativo categorico di ogni maggioranza progressista degna di questo nome. In particolare, il finanziamento alla ricerca ci vede agli ultimi posti tra i paesi europei, e non ci si rende conto che investendo sulla ricerca si creano le condizioni per evitare futuri periodi di stagnazione economica. L'On. Sasso e tutti i parlamentari dell'Ulivo sarebbero disposti a dichiarare un loro impegno nella prossima legislatura per portare la quota di PIL sulla ricerca al 2%, come avviene in altri paesi europei, e «senza se e senza ma» (anche a costo di dimettersi)?
Prof. Teo Orlando - Liceo classico statale "Dante Alighieri" - Roma - coordinatore nazionale del Gruppo di lavoro sulla scuola dell'ADI - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani.

 ilaria ricciotti    - 06-08-2004
Rutelli, cara Emanuela non è un uomo di sinistra, fa parte, come ben tu sai di uno schieramento di centro sinistra, ma è un rappresentante della Margherita.
Per quanto concerne l'intervento di Teo Orlando, condivido il suo ribadire con forza che ogni governo , in special modo un governo di centro sinistra deve, improrogabilmente, finanziare "senza se e senza ma" la scuola e la ricerca, ma non sono d'accordo con il resto del suo discorso. Il governo precedente a quello attuale non ha fatto a mio avviso danni incommensurabili come quelli che quotidianamente si respirano nell'aria o se ne vedono i tatuaggi sulla pelle di ognuno ora. Indubbiamente il governo precedente ha fatto l'errore di non attuare diversi disegni di legge, primo tra tutti il conflitto di interesse. Non si può avere, in uno stato democratico, "un premier" che ha nelle sue mani tutto e di più.
Comunque un fatto è certo, parlando con la gente comune, quella che fa fatica ad andare avanti alla fine del mese e non può permettersi neanche di andare in vacanza in un pese limitrofo; quella che non legge i quotidiani, ma va a fare la spesa sulle bancarelle rionali; quella che non ha titoli culturali che le potrebbero permettere di fare approfondite analisi politiche e sociali, ma che comunque , non essendo stolta, è in grado nel concreto di discernere quale governo agisce per il suo bene, be' parlando con questa tipologia di persone, molto concrete e fondamentalmente "sane", per fortuna esse , senza mezzi termini, affermano che così non si può andare avanti. Che questo governo ci porterà alla rovina.
Espressioni che non avevo mai sentito dire, quando al governo c'era il centro sinistra.

 cecilia guerrieri    - 08-08-2004
Ritengo che il problema più grande riguardi la pubblicità negativa alla quale alcuni politici pensano di andare incontro...spero non sia un problema di poltrone troppo ''strette'' dalle quali proprio non ci si riesce a liberare!!!
Ceci