sandra - 04-07-2004 |
a me pare però che questo progetto sia qualcosa di molto diverso dall'"uscita" del decreto ministeriale di cui si parla.... Qui si tratta di costruire dei libri, libri fatti dagli insegnanti, dagli alunni, dall'esperienza della scuola...e questo immagino possa avere un senso (anche se non è detto che vada bene per tutti, o che vada bene per tutte le discipline, o per tutti gli ordini si scuola...). Ma la proposta del governo mi pare un'altra cosa: scaricare i libri, quelli che già ci sono, quelli fatti dalle case editrici (secondo le indicazioni ministeriali), e .... fare le fotocopie... Non mi pare niente di così costruttivo... Senza contare i problemi pratici: Si pensa che tutte le famiglie siano in tal senso autosufficienti? O toccherà alle scuole? chi scarica? chi fa le fotocopie? e altre banalità del genere.... come il fatto che non tutte le scuole hanno personale collaboratore scolastico da dedicare a una cosa così, e capace, e magari neppure una adeguata dotazione di fotocopiatrici.... E infine....davvero fra tanti risparmi che si potrebbero fare....proprio l'oggetto-libro diventa uno spreco? Personalmente - sarà il valore simbolico - ma questa cosa proprio non mi piace... E mi pare un diversivo....rispetto a ben altri problemi. Ma forse anche la Moratti al momento ha altri pensieri....se non altro giornali e tv avranno avuto l'argomento per le ennesime chiacchiere ed interviste a vuoto.... |
Emanuela Cerutti - 05-07-2004 |
Al di là delle difficoltà oggettive che l’attuazione di qualunque innovazione porta con sé, credo che questa dei libri digitali sia un’idea al passo con i tempi. Un’idea alternativa, se ho ben capito, nel senso che non spariscono i libri cartacei ma compaiono anche le versioni on line. Può verificarsi un risparmio, tutto da studiare indubbiamente, ma già molti studenti scaricano testi da Internet, per non parlare di quelli che studiano su fotocopie di manuali troppo cari o su libri usati. Non escludo che questa operazione celi manfrine economiche: ma quello dei libri di testo è sostanzialmente un businnes (chi nella scuola non ne ha esperienza?) e di cultural romantico c’è davvero poco. Non escludo nemmeno che il carro sia stato messo davanti ai buoi: siamo sicuri dell’ effettiva realizzabilità su vasta scala? Credo però che la strada, a studiarla bene, potrebbe portare a cambiamenti o aperture nel modo di concepire lo stesso libro di testo, o di costruirlo addirittura. Cambiamenti che lo stesso mezzo informatico permette di sperimentare senza nulla togliere ad altre e diverse forme di trasmissione del sapere, ma dando una chance in più a metodi di studio e stili cognitivi. Un'opportunità da non lasciar cadere in poche mani. |