"La Cgil non sta facendo gli interessi della scuola"; "Gentile professore, venga con noi a Barbiana"
Omer Bonezzi, Gianni Mereghetti - 18-02-2002
Lettera aperta alla CGIL Scuola


Ho letto attentamente il vostro documento sulla riforma Moratti (www.cgilscuola.it). Ci sarebbe da discutere di molte cose, e spero lo si possa fare, ma un aspetto mi ha colpito, meglio mi ha amareggiato, ed è il silenzio sia su chi va a scuola ad imparare sia su chi ci va ad insegnare. Voi accusate il ministro sull’organizzazione della scuola e alla sua organizzazione opponete una vostra organizzazione, che pretendete migliore. Ma l’organizzazione della scuola ha uno scopo cui obbedisce, quello di creare le condizioni perché in essa chi insegna lo possa fare in piena libertà e chi impara possa vedere valorizzate le sue capacità umane e culturali. Questo a voi non interessa gran che, del resto non vi sembra centrale che nella scuola della riforma vi siano insegnanti liberi e professionisti, né che gli studenti siano aiutati a crescere come persone, tant’è vero che considerate la conoscenza un fattore strategico e non la modalità con cui l’uomo si rapporta con la realtà intera, da quella quotidiana a quella oggetto di scienza fino alle domande ultime che provoca. Per me invece questo è ciò di cui la scuola si occupa, ovvero di persone, delle loro esigenze, delle loro domande, del loro impeto di verità, ed è solo per loro che val la pena riformarla. Forse se consideraste questo aspetto capireste da una parte che la riforma Moratti è sottesa da una sensibilità verso i momenti specifici della crescita degli studenti, e dall’altra che la questione seria non sono le architetture, ma i contenuti della scuola e la professionalità degli insegnanti. Su questi due punti si dovrebbe lavorare insieme e a fondo, perché non si tradisca la scuola nei suoi gangli vitali!

Gianni Mereghetti
Abbiategrasso


La conoscenza è un diritto di tutti


Gentile professore
Ho letto stupito la sua “lettera aperta” .Stupito perché c’è un sito che parla per noi, quello della cgil-scuola. Meravigliato perché abbiamo fatto un bellissimo congresso dove abbiamo denunciato la mercificazione del sapere e lo stravolgimento dell’idea stessa di cultura come bene disponibile ed inclusivo per tutti. Lo scontro in atto oggi è tra una società che vende e recinta come proprietà privata vita ( brevetta le sementi ed i cromosomi), esperienze, tempo ed usa le conoscenze per escludere e chi,invece, pensa, come la cgil e tanti altri, che le persone e le coscienze non sono in vendita.
Da vecchi conservatori crediamo che la scuola sia un luogo, dove lo scambio di relazioni non sia regolato dalla mercificazione e di conseguenza le persone valgono in quanto persone, per questo il diritto alla conoscenza, per noi, è un diritto di tutti.
Diversamente il Bertagna–Moratti pensa a ridurre l’offerta di scuola, divide precocemente per censo gli studenti , vuole trasformare la scuola da luogo di apprendimento e di scambio in una macchina che certifica, sanziona, vende, con una logica di mercato, conoscenze. Il mercato, caro collega, non è il metro con cui si misurano le persone e non può invadere luoghi educativi fino a divenire tanto invasivo da farsi il nuovo Dio della società della conoscenza. Ci conceda almeno il diritto di pensare che ci siano isole, luoghi dove lo scambio non è regolato dal denaro.
Sul rispetto professionale dei docenti, caro collega, non accettiamo lezioni e la invitiamo a leggere il nostro sito “speciale deontologia” (Deontologia a Scuola), è pubblico. Ci farebbe piacere, che a questo proposito, ci dicesse dell’iniziativa dell’on.le Garagnani sul telefono spia di Bologna. Se però lei pensa che siamo contro ad un ordine professionale della docenza, ebbene, è vero, siamo contro, perché la base dell’ordine è la regolazione delle tariffe di professionisti che si vendono a singola prestazione, precari, flessibili e senza contratto. Noi difendiamo l’autonomia professionale dei docenti attraverso un nuovo consiglio nazionale della pubblica istruzione che, sull’esempio del consiglio superiore della magistratura, possa tutelare la nostra autonomia professionale da insopportabili ingerenze.
Sui ragazzi poi, collega, la prego:
Le sembra serio mettere 28 alunni di tre e due anni insieme?
Le sembra serio mettere ragazzi di cinque anni, sempre in 28, con quello di 7?
Le sembra serio spingere nel buco nero della formazione, dove però è ben attiva la Compagnia delle Opere , il 25% dei ragazzi, peraltro chiamando a propria testimonianza Don Milani?
Per questo, a Maggio, sarò a Barbiana: la mia dignità professionale è stata ferita dalla proposta Bertagna-Moratti, contro la quale, è una questione di valori, bisogna resistere, resistere, resistere . Barbiana sarà il giorno dell’affermazione in positivo dei miei valori e della mia dignità professionale.

Omer Bonezzi
Presidente di Proteo Fare Sapere
membro del direttivo nazionale cgil-scuola


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 Caelli Dario    - 23-02-2002
E' davvero triste!
Certamente la CIGL farà la sua battaglia, ma è triste leggere delle ragioni (?) come quelle che lei adduce.
Divider per censo gli studenti. Ma come può venire in mente al sindacato una così grossa falsità? Perché si continua a dipingere l'avversario politico come un mostro?

Si e ntri nel dettaglio e si dica perché la formazione professionale non debba essere riformata!
Si abbia il craggio di fare una proposta alternativa se quella elaborata dal Ministro non piace.
Invece si cerca di spaventare i docenti, le famiglie, gli studenti e si organizzano le "gite" a Barbiana.

E' davvero triste!

 Giorgio Dellepiane Garabello    - 24-02-2002
che ppalle!
(scusate la franchezza)
ma quale resistere?
c'è qualcuno che si è letto la proposta Bertagna, e non fa solo il commento al commento?
mi pare proprio di no.

 Ernesto Zangla    - 24-02-2002
Quante belle parole, suffragate pure da citazioni!
Ma la realtà è chiara,dinanzi a tutti noi. Una realtà fatta di appiattimento,a sua volta creato dal processo di massificazione e di pseudo-uguaglianza, dove regnano spesso i vuoti culturali e le specializzazioni fantasma in una Italia dove spesso l'occupazione è fittizia(vedi lavoratori socialmente utili). E meno male che questo governo,tanto combattutto con gli strombazzamenti di piazza, ha avuto il coraggio di bloccare la riforma dei cicli,che avrebbe aggiunto altro disastro a quello già esistente. Ho l'impressione che non ci siano occhi per vedere e orecchi per sentire, quando si corre dietro alle ideologie di qualunque tipo.Contro natura non si può andare ed invece siamo andati, a partire da quando è stata eliminata quella scuola chiamata d'avviamento professionale. che dava competenze professionali specifiche,nel settore dell'artigianato e della manualità in genere che oggi sono in via d'estinzione. Il guaio maggiore è che non si ha il coraggio di ammettere gli errori,cercando di fare entrare dalla finestra,ciò che si è fatto uscire dalla porta. Ignorando che le scuole nella stragrande maggioranza, sono ormai prive di laboratori, la cui ricostruzione richiede un impegno economico non indifferente. E' questa la realtà e, purtroppo,il vedere manifestazioni di piazza dove compaiono pure le facce di alcuni politici che di questa disgregazione hanno fatto una questione di vita, è più che deprimente. W l'Italia, ma quella dei valori e della competizione,grazie alla quale si accentuano gli stimoli, che contrastano la politica dell'appiattimento.

 gpferrario    - 24-02-2002
Mereghetti è mosso da una reale passione per la scuola e per chi ci vive, ed è in quest'ottica che legge la proposta di riforma.
Omezzi è mosso da una deformante passione ideologica, ed è in quest'ottica che legge la riforma ed anche, con una vena dietrologica che non può mai mancare in chi si chiede sempre da quali interessi economici siano mossi i suoi interlocutori, l'intervento di Mereghetti.
Mereghetti vuole confrontarsi e dialogare, Omezzi distinguere, tra le tante voci sulla riforma, quelle dei compagni e quelle dei reprobi.

 Chiarotti Ubaldo    - 24-02-2002
Gentile professore per due volte in 15 giorni ho posto un quesito al ministero riguardante gli insegnanti tecnico pratici; nessuno si è degnato di rispondere. Posso stare tranquillo se il mio capo non si degna nemmeno di rispondere dopo che mi invita a porre quesiti?.

 Carlo Burichetti    - 26-02-2002
Quando vado sul sito Deontologia a scuola vengo sbattuto sul sito della CGIL SCUOLA.
Cosa devo fare?

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Caro Burichetti, quando vai sul sito della CGIL devi cercare il titolo, a centro pagina, La riforma della scuola: da Berlinguer alla Moratti , fra le voci in elenco trovi Deontologia a a scuola. Non abbiamo inserito il link diretto, perche', aprendo la pagina sulla deontologia, l'indirizzo che compariva era sempre quello della home page, www.cgilscuola.it Cari saluti. Marino Bocchi.

 Gianni Mereghetti    - 09-03-2002
Carissimo Omer Bonezzi,

ho letto la sua risposta alla mia lettera su “Fuoriregistro” e non avendo suoi altri recapiti le rispondo attraverso “Fuoriregistro”, sperando che la mia risposta le possa pervenire. Ho preso sul serio le sue osservazioni e mi permetto non replicare, ma allargare un confronto che ritengo interessante e utile, a condizione di spogliarlo dei residui ideologici che appesantiscono ancora troppo la convivenza all’interno della scuola.

Io parto da un punto di vista semplice, quello di stare davanti alle domande degli studenti che ogni mattina mi trovo davanti, ed è in forza di questa esperienza affascinante e drammatica che affronto la questione della scuola nei suoi aspetti generali.

Non so se la riforma Moratti sia meglio di quella di Berlinguer o ne sia la brutta copia, ultimamente le discussioni su questo aspetto mi danno fastidio, perché se c’è una cosa che chiedo ai riformatori è di lasciare che la scuola possiamo farla io, lei, i nostri colleghi, gli studenti e i genitori!

Oggi più che mai è evidente che la questione seria della scuola italiana è chi la fa! Del resto sia dentro la scuola che fuori la vera distinzione non è più tra un’idea pedagogica di destra e una di sinistra, ma tra chi vuole imporre un’idea di scuola e chi vuole solo le condizioni per mettere in atto la propria libertà di educare e di istruire. Io sto da quest’ultima parte e proprio per difendere il rapporto con i miei studenti, chiedo ai riformatori non di dirmi che cosa devo fare, ma di lasciarmi fare! Certo poi che si giudichi ciò che faccio! Io non mi tiro indietro, anzi penso che il garantismo sia una delle cause del decadimento culturale ed educativo della scuola.

L’ordine professionale degli insegnanti, che io auspico, si inserisce in questa prospettiva. Non è per avere una regolazione delle tariffe, ma per dare finalmente a noi insegnanti più responsabilità, più creatività, più libertà, cose che non avremo finchè rimarremo impiegati statali. E non abbia timore, non voglio un ordine nemmeno per eliminare il sindacato, anzi per ristabilirne la funzione e i compiti. Un ordine degli insegnanti potrebbe stabilire le modalità di accesso alla professione, detenere l’elenco degli ammessi, disciplinarne il comportamento, prendere decisioni sui programmi, sulle condizioni dell’abilitazione, sulle carriere, sul rendimento culturale ed etico dei singoli docenti, ma in primo luogo dovrebbe garantire le condizioni di libertà che fanno di un lavoro una professione. Mi spiace contraddirla, ma la prospettiva dell’ordine professionale è quella più efficace se si vuole riportare la scuola al suo compito di educare e di istruire nella libertà.

Se lei a maggio sarà a Barbiana, io non avrò problemi a venire con lei, o meglio ci verrei se lei fosse disponibile a “combattere” per il bene dei miei ventiquattro studenti. Altrimenti sarebbe una riedizione di scenari ideologici già visti!

La ringrazio di aver considerato le mie parole. Questo comunque nella scuola oggi è raro!

Gianni Mereghetti