Outing
Stefano Borgarelli - 14-06-2004
Outing: dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. Un outing recente di casa nostra – anzi, della Casa delle libertà – è quello di Cecchi Paone. Il coraggio nel “fare outing” risulta tanto più grande, quanto più forte sia la repressione nel senso comune, nel costume. Dati i tempi (e mettendo tra parentesi il cardinale Ratzinger), l’outing di quest’uomo prestato alla politica dal mondo dell’infotainment – informazione & divertimento – a risultare specialmente coraggioso, un pochino stenta. E se provassimo, invece, ad allargare la definizione di outing? A non tenerla più rinchiusa entro i limiti del riferimento esclusivo alla sessualità, ampliando la definizione di quest’ennesimo anglismo al campo delle scelte ideologiche?
In un documento della CEI curato da Monsignor Nosiglia si legge: « […] è tempo di passare a elaborare concreti “pacchetti di contenuti” di alto profilo per un approfondimento delle questioni epistemologiche e didattiche più significative alla luce della antropologia cristiana, da offrire come sussidio da valutare con docenti e genitori, avvalendosi anche dell’apporto di Università, Centri culturali ed editoriali cattolici». L’altro documento, più noto, sugli obiettivi per l’insegnamento della religione cattolica firmato da Letizia Moratti con il Cardinale Ruini, ha le sue radici in questo, dove «ogni aspetto dell’insegnamento, in una visione nuova per la scuola italiana, va a collocarsi in un paesaggio religioso (descritto come “antropologia cristiana”). L’insegnamento della religione non è più una materia, ma il punto generatore di tutte le altre materie.» (F. Colombo, Una lunga ora di religione, “l’Unità”, 26.05.2004).
Il mondo dell’edutainment – educazione & divertimento – a cui da tempo ormai ci troviamo prestati: ecco l’ambito in cui dichiararsi laici già comincia a equivalere ad una forma intrepida, questa sì, di outing! Anzi, visto che si dovrà «privilegiare una corretta visione antropologica a servizio della verità nella carità, - scrive ancora Nosiglia - finalizzata a impedire al pluralismo di tramutarsi in confuso relativismo», fare outing neppure servirà. Basterà citare in una classe qualsiasi della scuola (ex) statale quel confuso relativista che risponde al nome – immeritatamente famoso – di Montesquieu, per cadere ipso facto fuori dall’antropologicamente (cristianamente) corretto. Poche righe dalle illuministiche Lettere persiane – a titolo d’esempio, quelle in cui da Parigi, Rica scrive all’amico Ibben di un mago più speciale del re: “Questo mago si chiama papa; gli fa credere che tre sono uno, che il pane che si mangia non è pane e il vino che si beve non è vino, e mille altre cose di questo genere”… – e il docente di lettere laicamente (relativisticamente, confusamente) intese, non conoscerà salvezza. Come recitava un antico adagio: «Omnis salus in ecclesia, nulla extra ecclesiam salus». Nell’era Moratti, nemmeno «extra scholam» ci sarà salvezza.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf