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14 – “ Dal carteggio Adam Smith – Berlusconi “
Aldo E. Quagliozzi - 16-06-2004


Ove si parla di miracoli e improbabili cose del genere di origine sovrannaturale, per la qualcosa ben scrive il “ Financial Times “ del 28 aprile dell’anno del signore 2004:
“ L’andamento dell’economia italiana peggiora di giorno in giorno, mentre Berlusconi fa credere – almeno a coloro che non vivono in Italia – che ha realizzato il suo programma. Berlusconi annuncia regolarmente cose che non ha mai fatto “.
Ma in verità di cose ben fatte il nostro egoarca le ha ben realizzate; per ultima, la controversa legge di sistema sulle comunicazioni radio-televisive, che in effetti sistema per benino il potere suo di controllo della pubblica opinione e ne rafforza anche abbondantemente il potere economico.
Un miracolo per l’appunto!
Ma tanto è pure nello spirito di un popolo tutto che nella sua storia millenaria si rispecchia convenientemente, e che fa scrivere ai benevoli osservatori stranieri che estasiati ed increduli ne osservano il vivere quotidiano:
“ ( … ) … il cattolicesimo ha a che fare, nel bene e nel male, con l’obbedienza; il protestantesimo, nel bene e nel male, con la responsabilità.
Nell’uno, il risultato maggiore è la sottomissione a un capo cristiano; nell’altro, la sottomissione a una coscienza cristiana individuale.
Per l’Italia questo implica una continua delega: facciamo parte di una gerarchia e guardiamo all’insù verso i nostri superiori.
E’ una catena alimentare verticale. L’Italia è un Paese che fa assegnamento sull’intervento di intermediari.
Ci liberiamo dalla necessità di prendere decisioni perché qualcuno, più in alto di noi, le ha prese al nostro posto. ( … )” ( da “ Il cuore oscuro dell’Italia “ di Tobias Jones )



“ Glasgow, 18 aprile 1994

Caro Cavaliere,

( … ) che disastri di presidenti, Cavaliere mio, che disastri di presidenti vi siete scelti per la Camera e per il Senato. Se questo è l’esordio ufficiale della seconda Repubblica, non dirò che si debba rimpiangere la prima, questo certamente no, ma credo che gli italiani onesti e intelligenti debbano muoversi per dar vita presto alla terza o, visto che sulla terza ha messo gli occhi Francesco Cossiga, alla quarta.
In primo luogo, al di là dei nomi, avete fatto ricorso a un metodo spartitorio – una poltrona a Forza Italia e l’altra alla Lega Nord – che non è paragonabile ai sistemi della prima Repubblica, perché è peggiore.
La partitocrazia corrotta e fetente aveva almeno la decenza – da molti anni – di garantire all’opposizione una delle due presidenze parlamentari. E non mi dica che quello era consociativismo. ( … ) Però l’accortezza di attribuire una delle tre massime cariche istituzionali della Repubblica a un esponente dell’opposizione è stata fra le pochissime cose buone fatte dal passato regime.
E voi l’avete subito cancellata, in nome della logica onnivora che attribuisce alla maggioranza anche tutti i ruoli di garanzia.
( … ) Ora che avete eletto i presidenti delle Camere, è molto più vicina la Sua designazione a capo del nascituro governo. Fino a ieri infatti Umberto Bossi aveva strillato ( ululato alla luna , secondo l’indovinata espressione di Giorgio Bocca ) opponendosi alla proposta di un esecutivo da Lei presieduto. E lo aveva fatto con le medesime argomentazioni pertinenti con cui le opposizioni – a livello politico, giornalistico e culturale – denunciano l’improponibilità di una Sua candidatura a quell’alto ruolo fino a quando non sia stato risolto il noto problema dell’incompatibilità d’interessi.
Ma ora Umberto Bossi, nella spartizione delle presidenze, ha avuto la sua brava fetta, con la nomina di Irene Pivetti alla Camera, e ormai dovrà starsene buono e accettare che la Lega Nord faccia parte di un esecutivo presieduto da lei.
Però la scelta che il Polo delle libertà ha fatto per la Camera è, se possibile, ancora peggiore di quella scaturita dal voto del Senato.
Si può essere vecchie bigotte anche a trent’anni ha detto Giulia commentando l’elezione della Pivetti, che di anni ne ha 31. Età a parte, c’è qualcosa di più sgangherato di una cattolica integralista, sposata, separata, e col vizietto dell’antisemitismo? Nel discorso d’insediamento, la neopresidente della Camera si è richiamata a Dio, naturalmente al Dio suo. Per questi accenti fideistici l’ha criticata persino Vittorio Sgarbi, che pure, nei confronti dei nuovi poteri, è maestro nel conciliare il gusto del sarcasmo con atteggiamenti che i miei nipotini comaschi definirebbero di leccaculismo.
Se posso ancora darLe, da inguaribile Suo sostenitore, un consiglio disinteressato, diffidi, non dei cattolici che nella religione vedono un fatto privato d’alta spiritualità, ma dei cattolici che fanno politica in quanto tali, e che, nelle file della Lega Nord, come di forza Italia e di Alleanza nazionale, o altrove, pretendono l’etichetta di tutori della religione per servirsene a fini di potere, proprio come facevano i democristiani.
Se Lei diventerà presidente del Consiglio, può scommetterci, tempo un anno e il politicantesimo cattolico La ricatterà su due temi: abrogazione della legge che disciplina l’aborto e finanziamento pubblico alle scuole private.
( … ) Alla presidenza della Camera avete eletto un’ammiratrice della Vandea che non è stata capace di imporre a se stessa le regole della propria religione, come l’indissolubilità del matrimonio, ma che potrebbe essere capace di catalizzare attorno a sé forze disponibili a coprire le Sue campagne – in tema, per esempio, di antitrust – in cambio di leggi favorevoli a un potere politico del clero.
Lei non sembra del tutto immune da suggestioni di tipo mistico. In molte Sue dichiarazioni e interviste – soprattutto quando afferma di voler sanare il deficit nazionale senza imporre nuove tasse – Lei dà l’impressione di attribuire una tale forza ai convincimenti volontaristici, da rasentare la fede nel miracolo.
E non è un caso che la parola miracolo, e concetti simili, ricorrano tanto spesso nelle sue affermazioni di queste settimane.
( … ) Nell’Italia d’oggi, caro onorevole Berlusconi, c’è una disperata voglia di credere nei miracoli. Forse questo accade perché, nel crollo generale delle ideologie, ha fortemente perduto credibilità la stessa religione cattolica.
( … ) Mi limito a metterLa in guardia dal rischio che i Suoi programmi politici vengano percepiti dalla popolazione come promesse d’interventi soprannaturali.
Forse le chiacchiere di cui questo grinzoso ammiratore critico La inonda sono inutili. Io spero solo di aiutarLa a sbagliare un po’ meno. Un caro saluto. Adam Smith “

( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ di Sergio Turone – Laterza – 1995 )


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