breve di cronaca
Parliamo di Europa
Attac France - 11-06-2004
Attac France

Le 21 esigenze per il "trattato costituzionale" europeo

Attac considera che il termine di Costituzione per qualificare questo testo è perfettamente improprio.
Da una parte, perché il processo utilizzato per elaborarlo non ha nulla a che fare con un processo costituente, che supporrebbe l'elezione di un'assemblea costituente.
Dall'altra, perché una Costituzione fissa un quadro all'interno del quale possono essere ricondotte le politiche diverse, addirittura contraddittorie. Ora, le politiche dell' Unione, cosi come sono propriamente definite nella parte III del testo, non lasciano posto ad alternative al liberalismo, sebbene fossero desiderate dalla maggioranza dei cittadini degli Stati d'Europa.
Bisognerebbe quindi rivedere il trattato, il che presuppone l'unanimità dei 25 firmatari.
Vale a dire, una missione impossibile.
In queste condizioni, ciò che ci viene proposto sottoforma di un "trattato costituzionale" assomiglia effettivamente ad una Costituzione per i suoi aspetti istituzionali, ma senza aver rispettato le regole democratiche di un processo costitutivo e s' imparenta ad un manifesto ideologico per il contenuto delle politiche dell'Unione.
Dopo l'esame di questo testo, si è deliberato di proposito che non è sorta nessuna domanda in materia di architettura istituzionale.
Per Attac, infatti, l'importante è il contenuto delle politiche europee, quindi la possibilità che i quadri giuridici offrano o no di gestirle, e ciò indipendentemente dalle istituzioni, dai loro poteri e dai loro rapporti reciproci.
Tali esigenze saranno comunicate al governo e al Parlamento francese, così come a tutti gli attori e i movimenti sociali con cui Attac intrattiene relazioni. Al termine dei lavori della CIG, Attac renderà pubblico il suo apprezzamento del trattato e lavorerà per l'elaborazione di un documento comune degli Attac d'Europa nella prospettiva del processo di ratifica da parte dei 25 Stati membri.

Esigenza n° 1 : la solidarietà deve essere un valore e una norma dell'Unione.
L'articolo I-2 non cita la solidarietà come valore dell'Unione, mentre sono citati, tra gli altri, la libertà e l'uguaglianza. La solidarietà è semplicemente, e in maniera impropria, presupposta "comune agli Stati membri". Attac chiede che essa sia scritta come valore e norma dell'Unione.

Esigenza n° 2: l'uguaglianza uomo-donna deve diventare un valore dell' Unione.
L'articolo I-3 ("gli obiettivi dell'Unione") precisa, ma solo nel suo terzo capoverso, che l'Unione "promuove la parità tra donne e uomini ". Ora, non si tratta solo di promuovere, ma soprattutto di garantire questa parità.
Attac chiede quindi che la parità uomo donna figuri nell'articolo I-2 ("i valori dell'Unione"), allo stesso titolo della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani.

Esigenza n° 3: la concorrenza non dovrebbe essere un obiettivo e una norma superiore dell'Unione.
L'articolo I-3, relativo agli obiettivi dell'Unione, indica nel suo 2° capoverso che "l'Unione offre alle sue cittadine e ai suoi cittadini (.) un mercato unico nel quale la concorrenza è libera e non distorta". Attac chiede che la cooperazione si sostituisca alla concorrenza come obiettivo e come norma superiore dell'Unione. Inoltre, Attac considera che la Commissione detiene poteri esclusivi esorbitanti in materia di concorrenza.
Attac chiede che, su richiesta di uno Stato, una decisione della Commissione in questo campo sia sospesa finché questa sia decisa dalla maggioranza qualificata del Consiglio in codecisione con il Parlamento.

Esigenza n° 4: i servizi pubblici devono essere scritti come obiettivi dell' Unione e affrancati dalle regole della concorrenza.
Attac chiede che i servizi pubblici (detti "servizi di interesse economico generale") non siano relegati alle parti II e III del trattato, ma figurino nella prima parte ("Definizione e obiettivi dell'Unione") all'articolo I-2 ("I valori dell'Unione).
L'articolo III-55 sottomette i servizi di interesse generale alle regole della concorrenza. Attac chiede la modifica degli articoli III-55, 56 e 57 in vista di eliminare qualsiasi riferimento alla concorrenza su questo argomento.

Esigenza n° 5: il libero scambio non risponde al bene comune e non dovrebbe essere un principio dell'Unione.
A più riprese, e soprattutto all'articolo III-69, viene specificato che le politiche dell'Unione devono conformarsi "al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza ".
L'esigenza n° 3 ricusa già la concorrenza come obiettivo dell'Unione.
Attac chiede anche la soppressione, ovunque nel trattato, della formula "economia di mercato aperta", altro modo di definire un libero scambio che non dovrebbe avere lo status di "principio".
L'articolo III-216 equipara, come se si trattasse di una verità accertata, l ' "interesse comune" alla "graduale soppressione delle restrizioni agli scambi internazionali e agli investimenti esteri diretti ". Questo articolo è, talaltro, in contraddizione con il principio di sovranità alimentare che implica una protezione delle importazioni agricole. Inoltre, ciò giustifica i tentativi dell'UE (frustrati a Cancun) di far rientrare dalla finestra dell'OMC i patti leonini dell'Accordo Multilaterale sugli Investimenti (AMI - MAI) espulsi dalla porta dell'OCSE nel 1998. Attac chiede la soppressione di questo articolo.

Esigenza n° 6: ostacolare la messa in vendita della cultura, dell'istruzione e della sanità per la politica commerciale comune.
L'articolo III-217 generalizza il voto a maggioranza qualificata per ogni conclusione di accordi commerciali. Tuttavia con una semi-eccezione: l' unanimità è richiesta nel campo dei servizi culturali e audiovisivi, ma solo "qualora questi ultimi rischino di arrecare pregiudizio alla diversità culturale e linguistica dell'Unione".
Attac chiede la soppressione di questa clausola, in cui non è precisato che ne apprezzerebbe la validità, e chiede anche che la sanità e l'istruzione continuino anche a dipendere dal voto all'unanimità. Questa esigenza è tanto più importante visto che l'Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (AGCS-Gats) dell'OMC costituisce una minaccia permanente a questi tre settori e che si conosce la propensione della Commissione a barattarli con concessioni in altri settori.

Esigenza n° 7: la politica commerciale comune deve essere oggetto di un controllo democratico.
Gli articoli III-261 e III-217 che regolano la politica commerciale non prevedono alcun controllo sul suo contenuto da parte degli eletti. Attac chiede: - che la Commissione presenti un rapporto annuale circostanziato sulle sue attività, sottomesso all'approvazione del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.
- che il mandato di negoziazione del commissario incaricato per il commercio dipenda dalla procedura della codecisione Parlamento-Consiglio quando quest' ultimo si pronuncia a maggioranza qualificata.

Esigenza n° 8: lottare contro il dumping sociale e il dumping fiscale nell' Unione.
Nei campi sociale e fiscale, la regola dell'unanimità permette ad alcuni Stati di mantenere delle politiche di minore offerente, dando agli altri Stati membri i pretesti per tirare al ribasso le loro proposte politiche in questi campi.
Attac chiede che siano regolate dalla procedura di codecisione del Parlamento-Consiglio (quest'ultimo pronunciandosi a maggioranza qualificata) le politiche seguenti che dipendono attualmente dall'unanimità: - fiscalità delle imprese, frode fiscale (articoli III-62 e III-63).
- fiscalità dell'ambiente (articolo III-130).
- previdenza sociale e protezione sociale, protezione in caso di risoluzione del contratto d'impiego, rappresentazione e difesa collettiva dei lavoratori, accesso al mercato del lavoro dei cittadini dei paesi terzi (articolo III-104).
- attuazione degli accordi tra partner sociali (articolo III-106).

Esigenza n° 9: la politica economica e monetaria deve promuovere la crescita e l'impiego.
L'articolo III-69 indica che "la politica monetaria (.) ha come obiettivo principale quello di mantenere la stabilità dei prezzi". Ma, negli obiettivi dell'Unione (articolo I-3), si parla di un' "economia sociale di mercato fortemente competitiva che mira alla piena occupazione", cosi come di "crescita economica equilibrata". Attac considera che non si dovrebbe separare la politica monetaria né dalla politica economica né dell'esigenza del diritto al lavoro. Quindi, l'associazione chiede che l'attuazione del diritto al lavoro e lo sviluppo di attività economiche basate sul rispetto delle norme sociale ed ecologiche figurino come obiettivi principali della politica monetaria, allo stesso livello della stabilità dei prezzi.

Esigenza n°10: La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali devono rendere conto ai governi e agli eletti.
L'articolo III-80 enumera le istituzioni dalle quali né la Banca centrale europea né le banche centrali nazionali dovrebbero accettare sollecitazioni o istruzioni.
Attac esige che le banche centrali nazionali siano sottomesse all'autorità dei governi e degli eletti nazionali. Nella misura in cui i governi di queste banche centrali nazionali fanno parte del Consiglio dei governi della Banca centrale europea, la politica di quest'ultima deve essere controllata dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Esigenza n° 11: l'Unione deve poter chiedere prestiti.
L'articolo I-53 stipula che "Il bilancio dell'Unione fatte salve le altre entrate, è finanziato integralmente tramite risorse proprie ".
Attac esige che l'Unione, al di la delle sue risorse proprie attualmente massimalizzate per decisione del Consiglio al 1,27% del PIL dell'Unione (massimale di cui chiede l'aumento), possa chiedere prestiti, soprattutto per i grandi lavori infrastrutturalie e per gli investimenti necessari nei paesi che aderiranno nel 2004. Tali prestiti devono ovviamente poter essere effettuati presso la BCE, ciò deve portare all'abrogazione dell'articolo III-73 che vieta a quest'ultima "la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia (.) a istituzioni, organi o agenzie dell'Unione", così come ad ogni istituzioni nazionale.

Esigenza n° 12: l'Unione deve poter controllare i movimenti di capitali.
L'articolo III-45 vieta ogni restrizione ai movimenti di capitali.
Questo articolo è stato già invocato da un commissario europeo per dichiarare giuridicamente impossibile la tassa Tobin. Attac chiede dunque la sua soppressione.
L'articolo III-46.3 precisa che l'unanimità è richiesta per derogare a la liberalizzazione dei movimenti di capitali a destinazione o in provenienza da paesi terzi. Attac chiede che l'unanimità sia sostituita dalla maggioranza qualificata.

Esigenza n° 13: per il principio della non regressione dei diritti.
Deve figurare al titolo degli obiettivi dell'Unione una clausola che afferma il principio di non regressione dei diritti dei cittadini dell'Unione, secondo il quale le leggi comunitarie possono solo applicarsi nella misura in cui queste sono più favorevoli rispetto alle leggi, i regolamenti, le convenzioni o gli accordi di livello intracomunitario, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali come presenti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. I precedenti della settimana di 48 ore e del lavoro notturno delle donne dimostrano che tale clausola è indispensabile.

Esigenza n° 14: niente privilegi per le Chiese, l'Unione deve essere laica.
L'articolo I-51 è interamente dedicato agli status delle Chiese e delle organizzazioni non confessionali. Si precisa al capoverso 3 che "l'Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni". Tali istituzioni sono le sole a beneficiare di un tale riconoscimento ufficiale nel trattato.
Attac chiede la soppressione di questo capoverso 3 che svolge doppio lavoro con l'articolo I-46: "L'Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile".

Esigenza n° 15: la NATO non è un'istituzione europea.
L'articolo I-40 fa a due riprese riferimento all'Organizzazione del trattato del nord Atlantico (NATO), in particolare per specificare che la politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE "è compatibile con la politica di sicurezza e di difesa comune adottata in tale contesto" (si tratta del contesto della NATO). L'Organizzazione comprende due Stati non europei (il Canada e gli Stati Uniti); 6 Stati attuali o futuri dell'UE (Austria, Cipro, Finlandia, Irlanda, Malta e Svezia) non ne fanno parte; e tre dei suoi membri europei (Islanda, Norvegia, Turchia) non sono membri dell'UE. La NATO non è un'istituzione europea, ma lo strumento principale della dominazione degli Stati Uniti sull'Europa. Attac chiede la soppressione di qualsiasi riferimento a questa istituzione nel trattato.

Esigenza n° 16: la militarizzazione non dovrebbe essere un obbligo dell'Unione.
L'articolo I-40 dispone che "gli Stati membri s'impegnano a migliorare progressivamente le loro capacità militari". Attac chiede la soppressione di questa frase.

Esigenza n° 17: facilitare le cooperazioni rinforzate.
L'articolo I-43, relativo alle cooperazioni rinforzate che permettono a diversi Stati di andare più velocemente e più lontano nell'adozione di politiche comuni rende le suddette cooperazioni difficili, lunghe da mettere in pratica, addirittura praticamente impossibili: decisione dell'insieme del Consiglio a maggioranza qualificata, soglia di un terzo degli Stati partecipanti, ecc.
Attac chiede la soppressione di questa soglia e una semplice informazione del Consiglio e del Parlamento europeo da parte dei governi che si impegnano in una cooperazione rinforzata.

Esigenza n° 18: estendere la cittadinanza dell'Unione.
Gli articoli II-39 a II-46 relativi alla cittadinanza dell'Unione devono applicarsi non solo ai cittadini dell'Unione ma anche, secondo procedure da determinare, ai residenti non cittadini di uno degli Stati membri.

Esigenza n° 19: per un vero diritto d'iniziativa dei cittadini nelle politiche dell'Unione.
Secondo l'articolo I-46, "su iniziativa di almeno un milione di cittadini dell'Unione appartenenti ad un numero rilevante di Stati membri, la Commissione può essere invitata a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione della Costituzione".
Tale redazione lascia la Commissione sola dell'opportunità e del contenuto della proposta. Attac chiede che diferimento del Consiglio e del Parlamento sia automatico, senza il filtro della Commissione, quando un milione di firme vengo raccolte per una proposta di un atto giuridico o legislativo.

Esigenza n° 20: la Commissione non deve avere il monopolio dell'iniziativa delle leggi europee.
L'articolo I-25 mantiene alla Commissione il monopolio della proposta di un atto legislativo.
Attac chiede che il Parlamento europeo e il Consiglio dispongano del diritto d'iniziativa di atti legislativi allo stesso titolo della Commissione.

Esigenza n° 21: il trattato deve poter essere revisionato realmente.
L'articolo IV-7 relativo alla procedura di revisione del trattato che fonda la Commissione crea un vero percorso ad ostacoli, potendo estendersi per diversi anni, in caso di richiesta di revisione del trattato. Precisa che "Gli emendamenti entreranno in vigore dopo essere stati ratificati da tutti gli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali".
Così il primato della concorrenza e del libero scambio, lo status minoritario dei servizi pubblici, citando solo qualche esempio, sono suscettibili di essere perpetuati per tutta l'eternità da un solo Stato membro.

Attac chiede che la maggioranza qualificata sia sufficiente per procedere ad una revisione del trattato.

Un imperativo democratico: indire un referendum.

Dopo essere stato firmato dai governi dei 25 membri dell'Unione europea (i 15 attuali e i 10 che entreranno nel maggio 2004), il "trattato costituzionale" dovrà essere ratificato da ognuno di essi.
In Francia, l'articolo 53 della Costituzione dispone che "i trattati di pace, i trattati di commercio, i trattati o accordi relativi alla organizzazione internazionale, quelli che impegnano le finanze dello Stato, quelli che modificano disposizioni di natura legislativa (.) non possono essere ratificati o approvati se non in base ad una legge".
Questa legge può essere votata in due diversi modi: sia, come un'altra qualsiasi, dal Parlamento; sia con referendum, ai termini dell'articolo 11 della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica, su proposta del governo durante le sessioni, o su proposta congiunta delle due Assemblee (.) può sottoporre a referendum ogni progetto di legge concernente l'organizzazione dei pubblici poteri, le riforme relative alla politica economica e sociale della nazione e i servizi pubblici che vi concorrono o tendere ad autorizzare la ratifica di un trattato che, senza essere contrario alla Costituzione, potrebbe avere incidenza sul funzionamento delle istituzioni".
Durante la sua campagna elettorale, il presidente della repubblica si era impegnato a sottoporre il futuro trattato europeo al suffragio dell'intera nazione. Numerosi leader politici di ogni schieramento si sono espressi in questo senso, alcuni formulando, tuttavia in privato, la loro speranza che la loro iniziativa non ottenga risultati positivi e che il presidente della repubblica scelga la via parlamentare: ciò garantisce infatti un voto favorevole mentre con il popolo non si sa mai.
Attac si pronuncia risolutamente, e senza secondi fini politici, per indire un referendum. Non si può contemporaneamente proclamare l'importanza del futuro trattato - battezzandolo Costituzione europea -, ripetere a sazietà che bisogna "avvicinare l'Europa ai cittadini" e negare ai questi ultimi il diritto di pronunciarsi direttamente. Attac inviterà quindi tutte le organizzazioni che si sono pronunciate in favore di un referendum, a partecipare ad una campagna comune per far avere esito positivo a questo imperativo democratico.

Avvertenze

Le procedure di ratifica di un trattato variano da un paese dell'Unione ad un altro e, stranamente, nessun documento ricapitolativo è ancora stato elaborato su questo argomento da parte della Commissione europea.
Bisogna quindi, per farsi un'idea, andare a caccia di tutta una serie di documenti, tra cui le Costituzioni. In alcuni casi, i dati sopra indicati potranno essere modificati nei mesi successivi da nuove leggi o nuovi emendamenti costituzionali.

Traduzione a cura di Francesco Verde

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