breve di cronaca
Letizia Moratti bacchetta le mamme
Il Manifesto - 31-05-2004


Da Assago a Roma Il ministro dell'istruzione: «Madri, non portate i vostri figli in piazza». L'incubo del 4 giugno sul governo

IAIA VANTAGGIATO

Prima mamma o prima ministro? Sottigliezze. Letizia Moratti - qualsiasi veste ricopra - è sempre un fulgido esempio di bontà e tolleranza. E lo ha dimostrato anche ieri, ad Assago, intervenendo al congresso di Forza Italia. La bacchettata - nient'affatto bonaria - è rivolta stavolta a tutte le «mamme d'Italia» che portano i propri figli in piazza e «non esprimono alcun rispetto per l'autorità». E poiché i suoi passaggi verbali sono spesso carenti di relative, non è facile capire se - secondo Moratti - a mancare di rispetto siano le madri oppure i figli.

Quanti ai padri, neanche una parola. Dove saranno finiti? Desuete figure di quel medioevo che Letizia Moratti ha deciso di cancellare anche dai programmi della sua nuova scuola.

Nonché da una sin troppo stucchevole oratoria: «Da ministro - dice - non esprimerò mai alcuna critica nei confronti di alcuna manifestazione di pensiero. Ma da mamma esprimo grande preoccupazione per quelle donne, per quelle mamme che portano i figli in piazza». Figli che - profetizza - una volta cresciuti dovranno essere sicuramente aiutati forse a causa dei traumi subiti.

«Alcuna, alcuna. Esprimo, esprimo». Al ministro Moratti devono piacere le ripetizioni. E i proverbi cinesi, come quello che cita orgogliosa davanti all'assise forzista: «Se fai piani per un anno, semina riso. Se fai piani per dieci anni, semina un albero. Se fai piani per una vita, educa le persone».

Che dire? Speriamo che Moratti si limiti a seminare riso e rinunci a rivestire - come ha fatto ieri - più le funzioni di guardiano dell'ordine pubblico che non di ministro dell'istruzione. Perché da Assago, Moratti ha guardato a Roma, alle manifestazioni della prossima settimana. E ha fatto quadrato intorno al suo governo. Altro che mamme, famiglie, bambini e rispetto dell'autorità.

Divertito e preoccupato, Enrico Panini - leader della Cgil scuola - ironicamente commenta: «Madri a responsabilità limitata: se apprezzano la riforma sono eroine, se ne contestano gli effetti sono irresponsabili».

«Non si capisce - commenta Sofia Toselli del Cidi - perché genitori che possono esercitare la libertà di scelta tra scuola pubblica e scuola privata, non possano poi esercitare un'altra libertà di scelta: quella di portare i figli ad una bella, allegra e pacifica manifestazione».

Durissimo anche il commento di Titti De Simone, capogruppo del Prc in commissione cultura della camera: «Il ministro ha toccato il fondo. Credo che debba chiedere scusa alle famiglie e ai genitori per queste sue parole irrispettose e autoritarie». Parole che ledono alla radice qualsiasi principio democratico e che alludono ad un modello di scuola più simile a San Patrignano che a Barbiana. Esausta per l'ennesima provocazione anche Maria Chiara Acciarini - capogruppo Ds in commissione istruzione al senato - risponde: «Auguriamo a Letizia Moratti di riuscire meglio come mamma che come ministro». Una provocazione? No, ormai è più probabile la stanchezza.

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