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9) Dal carteggio Adam Smith - Berlusconi
Aldo E. Quagliozzi - 11-05-2004

Riconosco, col senno del dopo, di avere esagerato nelle mie considerazioni anteposte alla settima lettera di questo mirabile carteggio.
Riconosco di essere stato un tantino pretenzioso, laddove impropriamente parlavo di una mia rivisitazione della storia patria, dovendosi invece parlare di un semplice scorrere dei fatti e delle cronache di una storia patria in verità poco lodevole; ma capita sovente tutto ciò, quando si è mossi da una precisa volontà, che è quella poi di rendere quanto mai pubblico questo mirabile carteggio, e quando si è presi da quella passione civile tutta tesa a rendere diretta e personale testimonianza di un fatto importante, quale è stato la scoperta in quel polveroso fascicolo di queste lettere quanto mai illuminanti sulla disdicevole realtà della nostra storia recente.
Ricondotto il tutto nelle giuste dimensioni, riprendo il mio alacre lavoro di trascrizione di quella che nel carteggio appare essere la lettera ottava, lavoro quindi di un semplice moderno amanuense che utilizza la tastiera al posto di uno stilo.

Glasgow, 20 febbraio 1994

Caro Cavaliere,
ho lasciato passare più di tre settimane dalla mia ultima lettera, perché non vorrei diventare, pur nell’ammirazione che Le manifesto, assillante.
( … ) Lo stratagemma con cui Lei ha saputo creare attorno a sé una coalizione liberaldemocratica mi sembra frutto di grande accortezza.
Nelle regioni settentrionali, dove la Lega Nord è forte e sensibile ai valori dell’antifascismo, Lei ha costruito con la sola lega – estromettendo i neofascisti – il Polo delle libertà.
Nelle regioni meridionali, dove la Lega Nord è assente, ma dove è piuttosto forte il Msi ( peraltro diplomaticamente ribattezzato Alleanza nazionale ) Lei si è associato con gli eredi politici di Mussolini.
Naturalmente non poteva utilizzare anche per questa coalizione il sostantivo libertà, ed ha avuto un bel colpo di fantasia coniando la definizione Polo del buongoverno.
Adesso i nordisti di Umberto Bossi, Suoi alleati nel settentrione, ringhiano contro i neri di Alleanza nazionale, Suoi alleati nel meridione, e viceversa.
Ma Lei, che ha una visione molto pragmatica e produttivistica della politica, sa bene che per il momento l’importante è vincere le elezioni di fine marzo: poi, quando si tratterà di spartire i ministeri, nordisti e fascisti avranno ogni convenienza ad accantonare i contrasti per fare il governo con Lei.
Sa che stanotte ho sognato il mio avo Adam Smith ? ( … ) Adam non parlava, canticchiava. Solo dopo un po’ cominciai a percepire le note e i versi, stranamente in italiano.
Era il vostro inno. Forza Italia, siamo in tanti "Siamo in tanti dove?"domandai. Sorridendo l’antenato rispose: " Nell’Aldilà ".
( … ) Quanto a me, la prima volta che ho ascoltato quell’inno, francamente l’ho trovato, come dite voi?, un po’ mogio. Da un inno ci si aspetterebbe qualcosa di più marziale, un ritmo incalzante, capace di entusiasmare.
Giulia dice che pare invece una ninna nanna, e che quelle note soavemente morbide, cullanti, avrebbero proprio lo scopo, consapevole o meno, di fare degli italiani un popolo dormiente.
Ma la mia adorata Giulia ha una malizia settaria e birichina, che fa parte del suo fascino adolescenziale.
( … ) E’ una rivoluzione. Come tutte le rivoluzioni, anche la Sua utilizza pure strumenti propagandistici discutibili. Ma, se pensiamo ai tempi nei quali i rivolgimenti sociali avvenivano per mezzo delle barricate e del sangue, io ritengo preferibile il tipo d’incruenta violenza psicologica, cui fa ricorso Lei, offrendo, mediante video, modelli di vita propizi al successo della democrazia liberale. O no?
( … ) Oggi ( … ), in un’Europa in cui i due terzi della popolazione conoscono il benessere, i poveri hanno perduto anche quella che era l’unica loro forza: il numero.
Sono minoranza ormai. Questo farà sì che diventino sempre più poveri, sostiene Giulia, e che tentino di sottrarsi a tale destino infelice non più cercando rivolgimenti sociali, bensì agitandosi individualmente per essere cooptati fra i benestanti.
Ecco perché i modelli dell’opulentismo esercitano tanto fascino. Non è forse vero che quando, pochi anni addietro, migliaia di albanesi raggiunsero le coste pugliesi, sbarcando clandestini da sgangherati battelli stracarichi, risultò poi che il tentativo d’espatrio in massa era stato causato in gran parte dal fatto che in Albania si vedono le televisioni italiane, attraverso le quali i cittadini di quello sfortunato paese si erano convinti che l’Italia fosse un paradiso di colori e di abbondanza?
( … ) Ai tempi del mio famoso antenato, per elaborare una teoria sociologica, filosofica o economica, non si poteva che ricorrere alla penna e scrivere. Oggi è più efficace il ricorso alla videocamera, e Lei, caro dottor Berlusconi, lo ha capito prima di molti altri.
Un cordiale saluto. E ci dia sotto. Adam Smith


( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ di Sergio Turone – Laterza – 1995 )

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