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4) Dal carteggio Adam Smith-Berlusconi
Aldo E. Quagliozzi - 07-04-2004

Si insinua nel mio animo un atroce sospetto ovvero, che il tanto sospirato carteggio non sia altro che uno scrivere unidirezionale, ovvero da parte di un solo soggetto, cui abbia corrisposto il silenzio adombrato dell’altro.
E se non proprio il silenzio assoluto, quel corrispondere burocratico ed ufficiale affidato sempre alle terze o quarte persone di cui ci si circonda.
Un accenno il tal senso lo ha reso di già il benemerito scozzese, la qualcosa non mi disarma nell’affrontare subito la lenta trascrizione della terza lettera intercorsa tra quei due grandi, lenta e difficoltosa ma foriera di altre ancora grandi verità rese al pubblico dominio.

Glasgow, 28 dicembre 1993

Caro Cavaliere,
grazie per avermi fatto rispondere dalla Sua segretaria Gianna Letta ( se leggo bene la firma ), la quale, oltre a comunicarmi che Lei ha gradito il mio scritto del 20 dicembre, coglie l’occasione per farmi gli auguri di buon anno.
( … ) Mia moglie Giulia sostiene che, se da parte Sua, in risposta alle mie lunghe lettere particolareggiate, giungono risposte così asciutte, di rapida cortesia, ciò deriva non solo dal fatto che in questi giorni convulsi di contatti con Segni, Martinazzoli, Fini, Pannella, Mastella, Lei non ha certo il tempo di occuparsi della corrispondenza, ma anche da mia colpa.
A parere di Giulia, le mie precedenti lettere, per quanto calorose nell’adesione alla Sua iniziativa politica di segno liberale, erano troppo britanniche per catturare l’interesse umano e la fiducia di un interlocutore italiano, ancorché settentrionale.
( … ) Mi sono aperto senza reticenze con Lei, Cavalier Berlusconi, anche su ( … ) argomenti personali, perché proprio da Lei e da Sua moglie Veronica ho imparato- attraverso la lettura di genuine interviste amorevoli sull’intensità del Loro rapporto coniugale – che si è persone complete solo quando si possiede sufficiente equilibrio per poter discorrere senza inibizioni di sentimenti, pulsioni erotiche, sensualità.
Adesso, ( … ), trovo il coraggio di formularLe una domanda che potrebbe suonarLe sgradevole soltanto se Lei non fosse persuaso dell’ammirazione mia nei Suoi confronti.
Gliela faccio – mi creda – esclusivamente per acquisire una documentazione probante con cui smentire le facili calunnie circolanti sul Suo conto anche nel Regno Unito.
Nel già citato libro di Ruggeri e Guarino si ricorda che Lei era affiliato alla loggia massonica P2. E questo è noto, così come è conosciuta la spiegazione che Lei fornì di quell’adesione definita < improvvida >.
Lei riferì che era stato lo scrittore Roberto Gervaso, Suo amico, a presentarLa a Licio Gelli. Lo stesso Gervaso- che desiderava acquisire meriti presso il capo della P2 perché ambiva a scrivere sul “ Corriere della Sera “ ( allora controllato dal Venerabile ) – insistette a lungo presso di Lei per convincerLa ad entrare nella P2.
Ebbene, visto che poi, a scandalo scoppiato, quell’adesione qualche grana gliela procurò, c’era da aspettarsi che il rapporto fra Lei e Gervaso diventasse freddino o addirittura si spezzasse. Ma come? Un amico La incastra inducendoLa a inguaiarsi con l’adesione a una loggia poi disciolta d’autorità come eversiva, e Lei non manda quell’amico a ramengo?
Nel venefico libro di Ruggeri e Guarino si afferma che negli anni successivi Roberto Gervaso divenne assiduo collaboratore dei Suoi periodici e di Retequatrro. E’ vero? Io, dalla Scozia, non posso controllare. Le sarò grato se lei sbugiarderà i diffamatori.
Nel medesimo libro, e sempre a proposito di P2, si afferma che, per costruire Milano 2, Lei ottenne finanziamenti da banchieri iscritti come Lei alla loggia massonica di Gelli. In particolare, a pagina 92 del citato volume, si riferisce di miliardi che Lei ottenne dal Monte dei Paschi di Siena, di cui era provveditore Giovanni Cresti, iscritto alla P2.
In proposito, il settimanale “ Il Mondo “ ( 2 dicembre 1984 ) fornisce cifre, informando che dal 1970 al 1979 il Monte dei paschi erogò a favore di Sue iniziative mutui fondiari per un totale di 70 miliardi al tasso del 9-9,5 per cento.
( … ) Abbia pazienza, caro Cavaliere, con questo vecchio pieno di fisime, animato soltanto dal desiderio di offrire il proprio modesto contributo spontaneo all’opera di rigenerazione della politica, da Lei intrapresa in Italia, e al rilancio di un autentico liberalismo.
Dal veleno dei calunniatori può salvarci solo la verità.
( … ) Col mio deferente saluto, La prego di porgere i miei ossequi alla gentile signora Veronica.
Suo. Adam Smith


( da “ Lettere di Adam Smith al Cavalier Berlusconi “ di Sergio Turone – Laterza – 1995 )



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