La mozione di Quartu
Alberto Melis - 31-03-2004
COLLEGIO DEI DOCENTI
6° Circolo Didattico Quartu Sant’Elena (Cagliari)
“IQBAL MASIH”


Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti
Alla VII Commissione Permanente Cultura, Scienza e Istruzione
Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Dr. Armando Pietrella
Al Presidente della Regione Sardegna
All’Assessore della Pubblica Istruzione della Regione Sardegna
Alle Organizzazioni Sindacali
Alla Stampa


Il COLLEGIO DEI DOCENTI
DEL 6° CIRCOLO DIDATTICO “Iqbal Masih” DI QUARTU S.E.
riunitosi il giorno 30 Marzo 2004 per discutere e deliberare sulla riforma della scuola

ESPRIME ANCORA UNA VOLTA
la propria contrarietà all’impianto complessivo di Riforma poiché essa:
  • stravolge senza alcuna ponderata motivazione l’impianto organizzativo e didattico della scuola elementare;
  • riduce le risorse per la scuola;
  • produce un marcato abbassamento dell’offerta educativa, riducendo i contenuti educativi e culturali di alcune discipline, introducendone altre in un confuso quadro normativo ed organizzativo e cassando nel contempo le ore d’insegnamento obbligatorie per ciascun alunno;
  • istituisce la figura del tutor, nel consueto confuso quadro normativo, abolendo però di fatto la contitolarità e la collegialità tra docenti e creando una perniciosa gerarchizzazione dei ruoli;
  • prevede un’astratta e inattuabile personalizzazione dei piani di studio;
  • crea confusione nei ruoli specifici dei docenti e dei genitori;
  • mira a ridurre pesantemente gli organici del personale docente e ata.


    Il COLLEGIO DEI DOCENTI DENUNCIA

  • l’opera gravemente fuorviante di disinformazione condotta capillarmente nei confronti dell’opinione pubblica;
  • i meccanismi attraverso i quali si vorrebbe da una parte dare avvio concreto alla riforma e dall’altra impedire ogni forma di dissenso da parte della classe docente.


    Il COLLEGIO DEI DOCENTI ESAMINATO

    il Decreto Legislativo n° 59/2004, concernente la definizione delle “norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione”, ai sensi della Legge 53/2003, le Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati, la CM 29/2004 e la Circolare n° 37 del 24 marzo 2004 che accompagna la bozza di Decreto Interministeriale sugli organici;
    Per quanto concerne il profondo mutamento che ci si appresta a concretizzare nella scuola elementare – scuola primaria:

  • condanna l’abolizione della finalità ”della formazione dell’uomo e del cittadino” secondo i principi della Costituzione, ritenendo che alla base di tale disconoscimento agisca l’intento di mortificare il valore ideale della stessa Costituzione Italiana e di negare il principio dell’insegnamento uguale per tutti, fondato sulla laicità, sulla condivisione, sulla libertà d’espressione;
  • condanna l’abolizione del tempo pieno e del sistema modulare con la riduzione dell’orario scolastico a 27 ore per tutti gli alunni, ritenendo che tale riduzione vada a ledere gli essenziali diritti delle bambine e dei bambini.
    Rileva inoltre la sconcertante non curanza e il drammatico dilettantismo con i quali si sottace il problema dell’abnorme abbondanza di contenuti in relazione alla contrazione dell’orario: cosa che di fatto imporrà tempi ancora più serrati all’attività scolastica, spazzando via per sempre l’utopia dei “tempi distesi” dell’apprendimento e provocando un netto peggioramento della qualità dell’offerta formativa;
  • condanna la scelta di rendere opzionale un’altra quota dell’orario scolastico, peraltro in un quadro di assoluta confusione normativa;
  • condanna la scelta che tale quota opzionale sia sottoposta ai “desiderata” delle famiglie, e che in assenza di figure professionali interne capaci di esaudire tali desiderata la scuola debba affidare parte dei suoi compiti ad esperti esterni e/o agenzie private;
  • condanna il provvedimento che permette l’ingresso alla prima classe di bambini di cinque anni e mezzo d’età, rilevando come, ancora una volta, alla base di tale scelta non esista alcuna logica, essendo del tutto estranea alla scienza psico-pedagogica moderna l’istanza di accelerare i tempi del naturale sviluppo cognitivo del bambino, cosa ritenuta di per sé negativa e controproducente. Rileva inoltre, anche in questo caso, il dilettantismo e la non curanza con cui ci si appresta a creare delle classi prime fortemente disomogenee, con bambini cognitivamente, affettivamente ed emotivamente capaci di seguire i normali percorsi educativi, elaborati in decenni di esperienza magistrale, e altri che potrebbero rischiare invece di trovarsi in uno stato di grave disagio o incapacità;
  • condanna la cieca cesura con la quale si è voluto spazzare via il patrimonio di esperienza nell’insegnamento costruito faticosamente negli ultimi decenni, (con enormi professionalità nei diversi ambiti disciplinari acquisite sul campo e spesso con formazione pagata in proprio dalle/dai docenti) ed imperniato sulla condivisione delle responsabilità e sulla collaborazione tra docenti del team, attraverso le quali si concretizza quella unitarietà dell’insegnamento e si promuove quell’unità della conoscenza che oggi viene disconosciuta dalla Riforma.
    Rileva, inoltre, che l’imposizione di una figura culturalmente predominante, il tutor, e di figure ad essa subalterne, i docenti dei laboratori o diversamente impiegati, sottintende una inaccettabile gerarchizzazione delle discipline e delle conoscenze, ed una loro autentica polverizzazione;
  • condanna, quindi, la divisione tra insegnanti tutor e insegnanti “altri”, quale malcelato tentativo di creare una gerarchia nei ruoli che lede la dignità dei docenti; gerarchia che l’ordinamento legislativo attuale peraltro non prevede, essendo la funzione docente tutelata non solo dal principio della libertà dell’insegnamento, ma anche dalla piena responsabilità e dal pieno controllo del proprio agire, in termini di programmazione del lavoro, di potestà decisionale e di rapporti con le famiglie dei discenti;
  • condanna la scelta di costruire un ruolo subordinato per docenti non-tutor, i cui pareri sulla programmazione del lavoro e sulla costruzione e articolazione dei cosiddetti “piani di studio personalizzati”, sarebbero non vincolanti ma di tipo genericamente “consultivo”: anche in questo caso, oltre alla dignità del ruolo docente, a pagarne le conseguenze sarebbe l’unitarietà dell’insegnamento e l’unità della conoscenza, entrambe annientate in una scala gerarchica nella quale i percorsi didattici, le scelte educative e le strategie d’insegnamento sarebbero sottoposte al vaglio finale di un unico insegnante, il tutor;
  • condanna la scelta di lasciare alla sola discrezione dell’insegnante tutor - previa “consultazione con i docenti altri” - il potere di decidere a quali specifiche attività nei laboratori un bambino piuttosto che un altro, è degno e meritevole di partecipare , ovvero quale piano personale di studio potrà seguire, ovvero a quale “gruppo di livello” dovrà appartenere, ritenendo che il democratico sistema di condivisione e di pari dignità tra docenti del team, che questa Riforma spazza via, fosse il più valido strumento per garantire uguale trattamento e uguali opportunità a tutti gli alunni;
  • condanna la sola ipotesi che taluni alunni possano essere ritenuti meritevoli di accedere a determinate attività e taluni alunni no: si verrebbe così ad attuare una forma di discriminazione, o a gettare le basi perché tali forme di discriminazione possano impunemente compiersi, eventualità che oltre ad essere di per sé ignobile disconosce tanto i dettami della moderna scienza psico-pedagogica (che suggerisce, secondo le diverse capacità, approcci diversi allo stesso sapere e non approcci a saperi “superiori” per gli uni e a saperi “inferiori” per gli altri), quanto l’esperienza venutasi a costituire nel corso dei decenni nella scuola elementare italiana, sinora portata ad esempio in tutto il mondo per la sua capacità di assicurare lo stesso diritto all’istruzione;
  • condanna l’arroganza, la violenza e la protervia con la quale i pareri espressi dai docenti nelle istituzioni deputate, quali gli organi collegiali, in questi ultimi due anni scolastici e fortemente critici nei confronti di una Riforma ritenuta nefasta, siano stati ignorati.


    In particolare, riguardo all’articolo 7 comma 5 del D.L.vo n° 59/2004, in riferimento alla figura del docente “unico” responsabile delle attività educative e didattiche, e in relazione a quanto invece sancito nelle altre norme vigenti e nel contratto nazionale di lavoro

    Il COLLEGIO DEI DOCENTI RILEVA

    1.
    che la responsabilità delle attività educative e didattiche è parte irrinunciabile della funzione docente;
    2. che il rapporto con le famiglie rientra tra le attività funzionali all’insegnamento di tutte/i le/i docenti;
    3. che la compilazione degli atti relativi alla valutazione è un’attività che rientra nelle attività funzionali all’insegnamento di tutte/i le/i docenti;



    PERTANTO Il COLLEGIO DEI DOCENTI RIBADISCE

    che tutte/i le/gli insegnanti del Circolo Didattico hanno le medesime responsabilità e doveri relative alla funzione docente;

    RILEVA, ALTRESI’

    che il DPR 275/1999, "Regolamento sull’autonomia", stabilisce (art. 1) che "il Piano dell’Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia(…)";

    E CHE PERTANTO

    le nuove articolazioni orarie, didattiche ed organizzative che si verrebbero a determinare con l’istituzione del tutor e le modalità suggerite dal decreto 59-2004 stravolgerebbero il Piano dell’offerta formativa attualmente in vigore, approvato dal Collegio dei docenti e dal Consiglio di Circolo, sia per i bambini e le bambine del primo anno le cui famiglie hanno effettuato l’iscrizione per il prossimo anno scolastico che per gli alunni già iscritti negli anni passati. Infatti, le iscrizioni (e le conferme) sono state fatte in base all’ordinamento vigente e sulla base dell’offerta formativa in corso e ben prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto in oggetto. Se si modificasse "in corsa" - e così sostanzialmente -l’organizzazione didattica, sulla garanzia della quale i genitori hanno operato le loro scelte, verrebbe meno il presupposto della libera scelta delle famiglie ed il "patto" al quale l’Istituto si è "vincolato" nei loro confronti.
    Il Decreto legislativo invade la sfera di potestà che in base alla normativa tuttora vigente spettano ancora al Collegio dei docenti
    (D.L.vo 297/94, art. 7, comma 2: "Il collegio dei docenti: a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente" e art. 126: "1. La programmazione dell'attività didattica, nella salvaguardia della libertà di insegnamento, è di competenza dei docenti che vi provvedono sulla base della programmazione dell'azione educativa approvata dal collegio dei docenti in attuazione dell'articolo 7 . 2. La programmazione dell'attività didattica si propone: a) il perseguimento degli obiettivi stabiliti dai programmi vigenti predisponendo un'organizzazione didattica adeguata alle effettive capacità ed esigenze di apprendimento degli alunni; b) la verifica e la valutazione dei risultati; c) l'unitarietà dell'insegnamento; d) il rispetto di un'adeguata ripartizione del tempo da dedicare all'insegnamento delle diverse discipline del curricolo, in relazione alle finalità e agli obiettivi previsti dai programmi).
    Il Decreto legislativo invade la sfera di potestà spettante in base alla normativa vigente alla contrattazione nazionale (in materia di profili professionali, mobilità, retribuzione, carriere) e d’Istituto che ha competenze esclusive in materia di organizzazione del lavoro e di orario dei docenti (art.6 del CCNL).


    RILEVA ANCORA CHE

  • esistono sostanziali contraddizioni tra le indicazioni sull’entrata in vigore del decreto disposte nei diversi articoli del decreto stesso;
  • le iscrizioni alle classi prime, per l’anno scolastico 2004-05, sono state fatte con la normativa preesistente e sulla base di questa i genitori hanno formulato la loro scelta;
  • le classi 2°, 3° 4° e 5° hanno iniziato e sviluppato un percorso pedagogico - didattico connaturato ad una precisa modalità organizzativa;
  • i genitori al momento dell'iscrizione hanno scelto e ulteriormente confermato per i loro figli un dato modello organizzativo ed il percorso specifico che ne deriva;
  • non si ritiene possibile né in alcun modo funzionale l'applicazione retroattiva di una disposizione di legge;
  • costituirebbe comunque grave danno al percorso cognitivo e affettivo dei bambini la disgregazione e la destrutturazione di quell'insieme forte all'interno del quale questo percorso è nato e cresciuto, insieme costituito dal team modulare, dal gruppo classe, dalle modalità e dai tempi attuali di organizzazione della didattica;
  • solo centrandosi sul proprio consolidato progetto la scuola ha gli strumenti per offrire ai bambini del primo anno la certezza di un percorso educativo d’apprendimento ricco e qualificato.

    TUTTO CIO’ CONSIDERATO il Collegio dei Docenti del 6° Circolo Didattico “IQBAL MASIH” di Quartu S.E. (Cagliari), AVVALENDOSI:

    - dei diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana;
    - delle prerogative sancite dal D.L.vo 297/94 ("potere deliberante del collegio docenti in materia di funzionamento didattico... adeguamento dell'azione educativa alle specifiche esigenze ambientali, coordinamento interdisciplinare, collegialità");
    - dei diritti sanciti dal Dpr 275/99 (“Regolamento sull’autonomia") che attribuisce alle Istituzioni scolastiche "autonomia didattica" (ad esempio definizione dei tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività, aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ecc.) e "autonomia organizzativa" (cioè: salvaguardia delle compresenze e della contemporaneità, impiego dei docenti, modalità organizzative coerenti con il Piano dell’Offerta Formativa" della scuola, ecc.), ed in particolare richiamandosi ai principi dell’art. 8 che consentono "l’adeguamento dell’organizzazione didattica alle effettive esigenze formative senza condizionamenti connessi a modelli predeterminati ed impartiti dall’esterno";

    DELIBERA

  • che le competenze delineate nell’art. 7 comma 5 del decreto legislativo in oggetto, spettano a tutti i docenti senza alcuna distinzione funzionale e/o gerarchica, poiché tutti i docenti hanno non solo pari dignità e libertà d’insegnamento, ma una formazione e un profilo professionale equivalente, attestati dalle leggi dello Stato (art. 3, art. 4, art. 5 del DPR n° 275/1999);
  • che pertanto non saranno individuati criteri per la proposta di designazione dei tutor, e che le/i docenti del Circolo non accetteranno comunque alcun specifico incarico di tutor che si sovrapponga o si contrapponga a quanto stabilito dalle leggi dello Stato sulla funzione docente;
  • che di conseguenza non si ritiene di dover partecipare ad alcun corso di formazione della nuova figura di tutor;

    DELIBERA INOLTRE

  • di mantenere modalità organizzative coerenti con il Piano dell’Offerta Formativa in vigore, ovvero con il documento su cui si fonda il patto tra scuola e famiglie, fondato sulla contitolarità, sulla collegialità e sulla conduzione paritaria delle classi e delle sezioni, sulla migliore utilizzazione delle competenze ed esperienze professionali, sull’uso dei laboratori della scuola, sui progetti educativi attivati;
  • di mantenere modalità organizzative le quali, sempre in coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa in vigore, corrispondano anche al dettato delle leggi dello Stato in materia di libertà d’insegnamento e di parità di potestà organizzativa, didattica e metodologica tra insegnanti;
  • che l’organizzazione scolastica per le classi prime A.S. 2004/2005 sarà modulare (tre insegnanti su due classi, 30 ore) e/o di tempo pieno (2 insegnanti contitolari su due classi, 40 ore) con suddivisione delle discipline secondo le competenze.
  • Nelle ore di compresenza saranno attuate attività di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa sulla base della programmazione delle/degli insegnanti e delle delibere del Collegio dei Docenti;

    E RICHIEDE

    il ritiro del Decreto Legislativo n° 59/2004, attuativo della Legge 53/03; la riconferma dell’organico di Circolo e l’invio della presente delibera del Collegio dei Docenti e delle suindicate richieste agli organi in indirizzo.


Documento approvato con voti
39 favorevoli
1 contrario
1 astenuto




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