RAB - 30-03-2004 |
I sindacati e Fini bocciano Berlusconi Far lavorare di più gli italiani e diminuire le tasse ai ricchi. E' questa la ricetta di Silvio Berlusconi, esposta ieri al Forum della Confcommercio a Cernobbio, per sollevare le sorti economiche del Paese. Una ricetta in due punti: 1), la riduzione dell'Irpef dal 46 al 33%; 2) l'abolizione di ponti festivi in eccesso per aumentare la produttività dei nostri connazionali. C'è anche un terzo punto, l'approvazione della riforma delle pensioni così com'è, ma quello Berlusconi l'aveva già annunciato. Tuttavia la formula, giudicata deludente da chi ascoltava il premier e si aspettava qualche dettaglio in più sul famoso piano di rilancio concordato col ministro Tremonti, non solo è bocciata dai sindacati ma anche dagli alleati, Gianfranco Fini in testa. Il vice presidente del Consiglio, infatti, non reputa una priorità la diminuzione delle tasse e stima l'abolizione delle ferie un "aspetto minimale rispetto al resto". Come dire: bocciatura completa per il Cavaliere in riforme economiche. La proposta Berlusconi, in campagna elettorale permanente, ha promesso di nuovo la riduzione delle tasse. "Solo così i consumi torneranno a crescere, lasciando più soldi nelle tasche dei cittadini", ha detto. La riduzione dovrebbe partire dall'imposta sulle persone fisiche, che scenderà "dal 46 al 33 per cento". Come contraltare, la riduzione delle ferie: "Ci sono molte festività in eccesso, dovremo far lavorare di più gli italiani. Ci sono ponti festivi in eccesso" annuncia Berlusconi. Un taglio dei giorni di vacanza che produrrà, giura il premier, "un benefico effetto sul pil". I sindacati: questa la ricetta? Povero paese Forse giova ricordare che secondo i dati Ocse del 2002 in Italia ogni anno si lavorano in media 1.552 ore, quindi più della Francia (1.392,7) e della Germania (1.361,1). Gli italiani insomma non sono esattamente un popolo di sfaticati. E, di fronte a simili proposte, sul fronte sindacale cresce ormai la disillusione rispetto a una minima capacità di affrontare e risolvere i problemi da parte di Berlusconi. "Cosa ci vuole togliere, il 25 aprile e il primo maggio?", commenta segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini. "La verità è che che non solo Berlusconi non ha capito nulla delle nostre proposte e preoccupazioni ma nemmeno vuole affrontare i problemi veri del Paese. Ha la testa spostata sul calcio e a questo punto dico, povero Paese". All'indomani dello sciopero generale col quale Cgil Cisl e Uil hanno fermato l'Italia proprio con la parole d'ordina del rilancio dello sviluppo, la ricetta di Berlusconi appare come un segno palese di incomunicabilità. Lo fa capire chiaramente il leader della Cisl, Savino Pezzotta, secondo il quale la proposta di aumentare i tempi di lavoro legata alla riduzione fiscale è semplicemente "ridicola". "Non voglio nemmeno prendere in considerazione la cosa - dice Pezzotta a Repubblica - (...) Berlusconi evidentemente si ostina a non capire. Il problema, qui, non e' quante ore si lavora, ma in quanti si lavora. Le ore sono tante, piu' che in Francia e Germania. La crisi economica non nasce dal fatto che il paese batte la fiacca, ma dal fatto che la sua industria, la sua competitivita', la sua ricerca, sono in piena decadenza. E non lo diciamo solo noi sindacalisti - spiega Pezzotta -. Lo dicono, ormai, anche ampi settori dell'industria, dal siderurgico al tessile, sempre piu' disposti al dialogo con noi e sempre piu' preoccupati. Ma il governo non vede quello che sta succedendo nel paese? Quando fara' qualcosa di serio?''. La bocciatura di Fini L'irritazione, in Gianfranco Fini, era scattata subito, sin da ieri, di fornte all'annuncio del "piano shock" per l'economia di Berlusconi. Il leader di An non tollera la virata anti-collegiale di Berlusconi e Tremonti, che hanno ripreso a comportarsi come se gli alleati non ci fossero. Oggi Fini ha ribadito la sua bocciatura. L'aumento della produttività tagliando i ponti? ''Mi sembra francamente un aspetto minimale rispetto al resto''. La riduzione delle tasse? Per Fini non è in cima all'agenda. "E' certamente giusto far pagare meno tasse a chi ha un alto reddito - ha detto - ma in questo particolare momento economico credo che la priorita' debba essere tutelare il potere d'acquisto di salari e pensioni ed evitare l'impoverimento del ceto medio''. ''Questo - ha spiegato - mi pare abbia un rilievo politico maggiore rispetto alla questione delle festività". 'E comunque ne dobbiamo ancora discutere - ha aggiunto Fini - perche' non lo abbiamo ancora fatto''. Berlusconi e Tremonti sono avvisati. |