Cucciniello Antonio - 24-03-2004 |
Dialogo, dialogo..... Da sempre il collega Mereghetti invoca il dialogo e nessuno lo ascolta. Per aiutarlo a comprenderne le ragioni, rendo pubblica la lettera che ho inviato a Eugenio Scalfari. Egregio Dott. Scalfari, nel solito e stimolante articolo domenicale del 7 marzo ( "Tremonti folgorato sulla via di Damasco"), Lei giustamente individua nel "senso dello Stato", nel "bene comune", piuttosto che nel "metodo repubblicano" ( Tremonti ) o nello "spirito repubblicano" ( Fassino ) gli elementi caratterizzanti dell' azione di un qualsiasi governo, elementi che dovrebbero "prevalere in certe occasioni e su certi problemi sopra gli interessi particolari di gruppo, di partito, di persona". Ebbene, anche Lei, come Tremonti, Fassino ed altri politici della maggioranza e dell' opposizione, non indica la scuola tra le questioni più importanti su cui esercitare questo "metodo": è una dimenticanza voluta o un "lapsus " ? Secondo il mio modestissimo parere, proprio la scuola doveva essere uno dei primi problemi da affrontare con "senso dello Stato": la scuola non è nè di destra, nè di sinistra, nè di centro , è di tutti. Invece è accaduto che il Ministro Moratti, con il beneplacito di Tremonti, ha letteralmente buttato nel cestino la Riforma Berlinguer - De Mauro, dilapidando così non solo gli studi preparatori ma anche il denaro pubblico speso per le commissioni di esperti, per ricerche, ecc., e ha elaborato quasi per dispetto ed "in fretta e furia" ( con altre commissioni e con altro denaro pubblico ) una diversa riforma. Non entro nel merito delle stesse, perchè lo spazio a disposizione non lo permette, ma mi preme sottolineare gli errori di metodo commessi dai ministri dell' Istruzione dei Governi di centrosinistra e di centrodestra che si sono mossi, nell'elaborazione delle riforme, con "il bilancino" delle quote e con il "Cencelli scolastico" e non hanno cercato di coinvolgere, non dico le forze politiche e culturali dell' opposizione ( per dispetto si può fare anche questo ), ma quantomeno gli operatori e gli utenti della scuola. Con un' aggravante per il Ministro Moratti ed il Governo Berlusconi - Tremonti: hanno reiterato l' errore di metodo di Berlinguer e inoltre hanno gettato nella confusione estrema tutte le scuole ( che stanno "dando i numeri" con i giochini del 27 + 3 + 10 oppure 27 + 6 + 7 , ore obbligatorie, facoltative e mensa, ndr ), e hanno generato una conflittualità, non solo sul piano politico - sindacale ma anche "relazionale", che rischia, se il Ministro Moratti non sospende almeno per il prossimo anno scolastico l' attuazione della riforma per aprire una vera discussione sulle cose da fare, di rendere ingovernabile tutto il sistema scolastico. Mi creda, come docente è qualcosa che non ho mai visto in tutta la mia carriera e constatare che, di fronte al tentativo di distruggere quel poco di buono che in diverse situazioni c' è ancora, non ci sia una reazione forte anche di persone autorevoli e competenti come Lei, mi rende sempre più pessimista sul futuro non solo della scuola italiana ma anche dello Stato Italiano. Distinti saluti Cucciniello Antonio Via Crespi, 5 21056 Induno Olona ( Va ) |
pino patroncini - 24-03-2004 |
Quando non si sa più rispondere alle critiche si dice che sono ideologiche. Ma che non lo siano lo dimostra la Moratti stessa che su più punti ha dovuto fare marcia indietro: dalla concessione delle 40 ore per tappare il buco sul tempo pieno al ricorso ai progetti integrati al posto della formazione professionale per tappare il buco sull'abbassamento dell'obbligo. Ma anzichè trarre da queste ritirate parziali la conclusione che la legge 53 andava profondamente rivista, la Moratti preferisce usarle come contentino-ponte per passare alla soluzione definitiva, che è quella prospettata dalla legge: 27 ore più il doposcuola per chi non sa dove tenere i figli e segregazione sociale e pedagogica per chi imboccherà indirizzi tecnicie professionali. Altro che ideologia, caro Mereghetti. L'ideologia è la tua che alla fine mira solo a screditare uno sciopero e a fare appello alla buona volontà degli insegnanti. Ma se bastasse la buona volontà potremmo fare a meno anche delle riforme! |
Vittorio Delmoro - 24-03-2004 |
Viva la sincerità! Era ora che il Mereghetti si dichiarasse apertamente favorevole alla riforma e (più ancora) ai principi che la ispirano : così è tutto più chiaro. Chiederei a Mereghetti di sapere quanti colleghi della sua scuola lo affiancheranno venerdì mattina, dopo di che potrò chiarire meglio il significato (profondo) del suo gesto. |
salvatore vincenti - 25-03-2004 |
Ogni diversità va democraticamente accettata e quindi rispetto le scelte ma ciò che trovo non condivisibile sono le motivazioni addotte. E' molto più corretto dire senza troppi giri che il Mereghetti condivide la Riforma e molto scorretto affermare che chi non la condivide è uno Statalista conservatore nella politica scolastica. UNO.DUE,...CENTO 26 MARZO |
E. G. - 25-03-2004 |
Ci saremmo stupiti del contrario, caro Meneghetti. |
vincenzo magra - 25-03-2004 |
Sono un insegnante di educazione tecnica. Attualmente svolgo lezioni per 3 ore settimanali per classe. Dal prossimo anno, le classi prime non troveranno più questa disciplina e si dovranno accontentare di una sola ora di "tecnologia" accorpata con matematica e scienze. Nel giro di 3 anni l'educazione tecnica sarà estinta. E in quell'ora settimanale che rimarrà sono previsti contenuti di uno squallore desolante quali il ricamo, il cucino e il bricolage!!!! Anche io vorrei andare a scuola domani a far lezione e a discutere, ma non solo domani.....anche nei prossimi anni! Ed è proprio per ottenere questo che domani sciopererò insieme a migliaia di altri colleghi. Ti assicuro, ho cercato in questo periodo di discutere razionalmente ma non ho trovato un interlocutore che fin'ora mi abbia saputo spiegare il perchè pedagogico dell'eliminazione dell'educazione tecnica. Tu pensi di potermi aiutare? Cominciamo a discuterne assieme. |
Gianni Mereghetti - 28-03-2004 |
Non ho mai nascosto che questa riforma mi piace, perchè introduce fattori di libertà dentro la scuola, come non ho mai nascosto la sua perfettibilità. Ciò che a me sembra decisivo per il futuro della scuola non è l'attuale dibattito, che si snoda su aspetti particolari, ma su due fattori, che se non vengono potenziati, determineranno il fallimento di questa riforma. Mi riferisco all'autonomia e alla professione docente: oggi sono carenti, zoppe! Senza una loro valorizzazione, la riforma non partirà nemmeno! |
Giorgio Dellepiane Garabello - 28-03-2004 |
Gli insegnanti sono "selezionati alla fonte", eh sì. Ricordo bene come sono stati i concorsi (riservati ed ordinari) a cui ho partecipato. Il conformismo era premiato, l'originalità era vista come pericolosa. Peggio che mai la fooooormazione, soprattutto se essa osava apparire esistente là dove era previsto ci fosse un tranquillo deserto... Quando, novello docente (quasi un trentennio fa...), chiedevo ai rappresentanti sindacali (tuuuttiii) di mettere in piattaforma «la qualità» come risposta ottenevo risate e sguardi di commiserazione. No, non voglio perpetrare un sistema che porta a casa circa il 40% di disagio degli studenti, e che sa opporre alla legge 53 solo pregiudizi ideologici. A tutti coloro che lavorano molto al di là del dovuto nel proprio ambito dell'istituzione scuola, e che sento fratelli, va la mia solidarietà e l'invito a non diventare parte di nessuna «truppa d'assalto»... |
Pierluigi Nannetti - 28-03-2004 |
Mereghetti si dimentica una cosa importante, cioé che quella, che lui chiama scuola statalista (con una connotazione spregiativa attribuita al termine statalista), é la scuola fondata sui principi della Costituzione (art. 33 e 34). Tali principi sono stati violati platealmente già con la riforma Berlinguer e la concessione dell'Autonomia alle singole scuole, trasformandole in tante aziende in competizione mercantile tra di loro. L'annunciata riforma Moratti completerà l'opera abbandonando del tutto il principio costituzionale della funzione nazionale dell'istruzione pubblica. E' tutto da dimostrare che il principio della competizione mercantile introduca nella scuola una maggiore libertà rispetto allo statalismo. In ogni caso, sia Berlinguer che Moratti hanno giurato fedeltà ad una Costituzione, che poi hanno violato senza alcun pudore. Ricordo infine che la libertà di insegnamento é garantita dalla stessa Costituzione ed é affidata al pluralismo culturale, che dovrebbe essere presente nelle singole scuole e che invece, con la sciagurata invadenza dei cosiddetti P.O.F., sta addirittura scomparendo. Grazie dell'attenzione Pierluigi Nannetti |
Vittorino - 28-03-2004 |
... considerato che sono pensionato part-time da un anno e l'anno prossimo lascerò definitivamente la scuola, potrei dire come Clark Gable Rhett in Via col Vento: "francamente... (per chi lo preferisca sono disposto a citare Celentano). Ecco, ora il collega potrà dire che sto facendo riferimenti di diverso tipo ideologico... Non so da quanti anni lui viva la scuola, nella scuola, per me sono 37, anch'io avrei voluto maggiore autonomia, incentivi per chi lo meriti, la via era ancora lunga ma molto è stato fatto, eravamo sulla strada giusta senza bisogno che qualche ministro, per favorire alcuni a scapito di altri, inventasse cose bizantine e arzigogoli mascherandoli da innovazioni utili e altamente democratiche. Questa sì che è vera ideologia, e tutti loro, di far danni alla scuola intesa come alunni, famiglie e corpo docente, "francamente se ne infischiano... |
angeloturato@byscuola.it - 28-03-2004 |
Caro Meneghetti, ognuno è libero di fare quello che vuole, ancora, anche tu di andare a scuola il 26! Io sono stato a casa, o meglio, mi sono trovato in piazza a Vicenza con migliaia e migliaia di "lavoratori" di ogni categoria, tanti anche della scuola. Il mio posto era lì, con tanti, tantissimi miei studenti, a battermi ancora per la scuola comune in cui crediamo. La Moratti avrà contato anche Te tra i tanti, la Maggioranza - dice Lei -, che condividono la sua concezione della scuola. Un caro saluto Angelo Turato |
Gianni Mereghetti - 28-03-2004 |
CARISSIMO VINCENZO MAGRA, se non ho capito male la classe A033 – educazione Tecnica nella scuola media è ancor oggi, a tutti gli effetti, contemplata nell’ordinamento delle classi di concorso a cattedre per posti di insegnamento nelle scuole secondarie. Continuerà ad esserlo fino alla generale revisione di tutte le classi di abilitazione che avverrà quando la riforma sarà andata a regime. La modifica del quadro orario nella scuola media non produrrà soprannumerarietà. Infatti, la norma conferma per il prossimo triennio l’assetto organico attuale (Decreto Leg.vo 23 gennaio ’04, art. 14, comma 3, e art. 15, relativo al tempo prolungato), trasformandolo in “organico d’istituto” (art. 10, comma 4) al fine di garantire tutto l’arco delle attività previste (attività educative e didattiche obbligatorie e facoltative, assistenza educativa alla mensa e al dopo-mensa, attività laboratoriali, ecc.); è ciò che viene chiaramente stabilito anche al comma 5 dell’art. 14 del decreto. In particolare, per le attività di tempo prolungato non solo è confermato per il 2004/2005 il numero dei posti attivato quest’anno, ma è previsto che “per gli anni successivi, ulteriori incrementi di posti, per le stesse finalità, possano essere attivati” (art. 15, comma 1, 2° periodo – Decreto Leg.vo 23 gennaio ’04). Nell’orario di base obbligatorio di 27 ore settimanali il ruolo della tecnologia ha subito modifiche ed effettivamente un ridimensionamento temporale consistente, sebbene non sia l’unica disciplina a vedersi decurtato il tempo d’insegnamento. Vale però precisare che il monte ore annuo di ciascuna disciplina obbligatoria non è esattamente determinato, proprio per lasciare spazi di manovra e di flessibilità all’autonomia delle scuole. Per l’insegnamento della tecnologia è prevista la riduzione da tre a un’ora settimanale, ma non necessariamente si deve svolgere in compresenza con l’insegnante di scienze; le indicazioni prevedono che l’insegnamento specifico possa essere affidato in esclusiva al docente della classe A033 – a decidere è la scuola. In ogni caso, vorrei farle notare che compresenza significa contitolarità giuridica dell’insegnamento, quindi totale pariteticità; non vedo quindi il motivo dell’umiliazione. Il decreto, però, stabilisce anche con chiarezza che il tempo-scuola non è solo quello delle 27 ore settimanali obbligatorie per tutti gli allievi. Le ulteriori 6 ore settimanali di attività ed insegnamenti sono facoltative per gli allievi, ma è obbligatorio per le scuole predisporle: fanno parte a tutti gli effetti del piano dell’offerta formativa della scuola. In questo modo è stato incrementato lo spazio di autonomia delle scuole, portando fin quasi al 20% la quota oraria di insegnamenti da esse predisposti; nel contempo, la facoltatività e l’opzionalità di tali insegnamenti configurano un grado di libertà in più per famiglie ed allievi. Tocca ora alle scuole, e quindi al Collegio dei docenti, fare le scelte, in piena autonomia e responsabilità, in ordine sia alla flessibilità interna all’orario base obbligatorio, sia per tutta la gamma di proposta opzionale. |
Teo Orlando - 28-03-2004 |
Vorrei che il collega Mereghetti mi spiegasse che cosa intende per invito al dialogo e in che senso occorrerebbe evitare lo scontro ideologico in modo che "ogni studente sviluppi la sua libertà". A parte il fatto che spesso e volentieri quello che lui chiama "scontro ideologico" è uno dei presupposti per un fecondo scambio intersoggettivo (come ha dimostrato, tra gli altri, Jürgen Habermas), mi sembra che finora la Moratti sia andata avanti come un bulldozer, rinunciando intenzionalmente a un vero dialogo con la società civile e con la comunità degli insegnanti. Anche se va detto, a onor del vero, che Berlinguer fingeva di dialogare e di tener conto delle critiche, ma poi proseguiva per la sua strada, portando avanti ostinatamente una riforma che anche a sinistra suscitò numerosissime critiche (da quelle di Ferroni a quelle di La Penna e Russo). In ogni caso, uno dei segnali della scarsa volontà di dialogo della Moratti è costituito dal fatto che i nuovi programmi (o meglio: le "indicazioni nazionali per i piani di studio") delle scuole elementari e medie sono stati elaborati da una commissione di cui ben pochi conoscono i componenti e come abbia lavorato. E anche per le superiori si sta procedendo nello stesso modo poco trasparente. Mereghetti comunque potrebbe fornire in merito molte delucidazioni: infatti, egli fa parte, a quanto mi hanno "rivelato" altri personaggi autorevoli, della commissione preposta alla riforma dei programmi del liceo classico. Vorrei ora sapere: 1) Perché detta commissione non è mai stata formalizzata con un decreto ministeriale, come accadde invece con quelle di Berlinguer e di De Mauro (cfr. il D.M. 15/6/2000)? Esiste solo un gruppo ristretto, coordinato da Giuseppe Bertagna, che può avvalersi di esperti esterni a sua discrezione (D.M. 31/8/2001); e i nomi di tali esperti non sono stati rivelati al grande pubblico, quasi che occorresse secretarli. 2) Quante volte detta commissione si è riunita dopo i lavori plenari di Fiuggi di un paio di anni fa? 3) Perché nessuno è al corrente di come procedano i suoi lavori? 4) Quali sono i criteri con cui sono stati individuati tali esperti? Si tratta più di criteri scientifico-didattici o di affiliazione ideologica? In ogni caso, dando per scontato che abbiano prevalso i criteri del primo tipo, spero vivamente che nel redigere i nuovi programmi anche il collega Mereghetti tenga veramente conto di quella libertà e di quell'apertura all'alterità che a parole dice di volere difendere. Anche se quello che qualche settimana fa ha scritto su Kant in questo forum mi lascia estremamente perplesso, soprattutto quando ha accusato, un po' corrivamente, il grande pensatore di Königsberg, di essere "un uomo piccolo piccolo, perché non volle accettare la più semplice delle evidenze, quella che tra le tante possibilità c’è anche che Dio si possa un giorno fare incontro all’uomo". Giudizio tipico di una vecchia cultura cattolica diffidente verso tutte le moderne filosofie della soggettività, ma che non viene ripetuto più neanche nelle università cattoliche e pontificie. Inviterei il Mereghetti a leggersi (o rileggersi) "La religione entro i limiti della semplice ragione" di Kant, dove potrà trovare numerose smentite alla sua apodittica affermazione. Prof. Teo Orlando - Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani |
Rick Astring - 28-03-2004 |
Sono d'accordo. Altro che sciopero! Basta con questa scuola degradata, buonista, ipocrita e schifosamente demagogica. Ci vuole la meritocrazia, per studenti e insegnanti! Dopo le mazzate di Berlinguer (la sua unica idea giusta, il concorsone, portò alla sue dimissioni!) a quel poco che rimaneva ancora di valido nella scuola, la Moratti per lo meno prova a ridarle un poco di dignità nella libertà! Basta ipocriti! |
UlissePa - 28-03-2004 |
Non mi sembra che questo sia l'atteggiamento giusto nei confronti di un governo che sta sistematicamente distruggendo tutto quello che garantiva democrazia e libertà. L'unica forma di protesta che ci rimane è lo sciopero e tra poco ci verrà tolta anche questa unica forma di espressione, per questo motivo ritengo che la scelta di non scioperare sia solo una dimostrazione di qualunquismo e menefreghismo nei confronti della società futura: RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE |
Anna - 29-03-2004 |
Sono ormai con un piede "fuori" dalla scuola, ma ciò non toglie che questi miei decenni, spesi a tentare di fare bene il mio dovere (e piacere) ogni mattina, debbano avere un senso. Non mi metto nemmeno a discutere sul sacrosanto diritto di apprezzare quello che io personalmente non approvo e nemmeno posso, per brevità ed educazione, mettermi a fare lunghe dissertazioni. Quindi non mi perdo in conti orari (sembrano quelli della serva), in analisi delle figure del tutor (un sapore d'antico), in iter legislativi tortuosi e confusi: mi basta una sola, piccola questione per disapprovare questa Riforma. Non c'è, da nessuna parte, "profumo" di insegnante. Si sentono odori di commercialisti, di burocrati, di "famiglie" (quali? io ne conosco un campionario), ma il "profumo" di maestra dov'è finito? |
Piero - 29-03-2004 |
Braccini corti? |
olindo - 30-03-2004 |
Le tue idee sono indifendibili, la riforma è punitiva e nasce dal preciso scopo di risparmiare a vantaggio di una scuola privata che in Italia non esiste (la percentuale esistente è piccolissima) e dell'aumento delle ore di religione. La tua libertà è la negazione dell'evoluzionismo a vantaggio del creazionismo e il taglio di decine di ore. |
Mori Antonella - 30-03-2004 |
è proprio perchè crediamo nel dialogo e nella trasparenza e sincerità del confronto che non si può non scioperare; è infatti stata sincera, trasparente e chiara la ministra nelle sue informazione al paese? o ha cercato di mistificare la sua riforma, attribuendole tempistica, disegno organico e condivisione con i docenti, che non sono assolutamente mai stati perseguiti? |
Daniele - 04-04-2004 |
Vorrei sapere come si fa a parlare di "fattori di libertà dentro la scuola" quando, nelle famigerate "Indicazioni" viene massicciamente aumentato il carico cognitivo con l'aggiunta di nuove educazioni che comprimono i nostri programmi e delimiteranno la libertà di insegnamento. Inoltre non mi stanco di rimarcare l'ipocrisia con la quale si è prospettato un rinforzo dell'insegnamento della lingua inglese, quando invece avverrà il contrario! Se il collega si sente più libero, mi sappia indicare in quale parte del testo del decreto si può leggere tale prospettiva, forse mi sono perso qualche passaggio, io vi ho saputo solo intravedere la mia trasformazione da libero docente a soldatino messaggero di nozioni. |
Francesco Fabrizi - 11-05-2004 |
Caro collega: in linea di principio sono d'accordo con te, nel dialogo e la collaborazione per poter costruire qualcosa di buono; dovrebbero fare come noi anche al governo e invece... chi sale cerca di distruggere quello che le opposte fazioni politiche hanno fatto prima, anche se funziona bene e questa è solo ideologia della peggiore specie. Anche in questa riforma ci sono cose interessanti, ma io non la sto vivendo con entusiasmo in quanto insegno una materia condannata alla estinzione, cioè l'Educazione tecnica; è vero che resteranno i saperi ma li insegneranno altri e non noi docenti di ora che non siamo abilitati per scienze....pazienza! Anche con la riforma della sinistra saremmo stati comunque silurati per la logica dei tagli alla spesa pubblica. |