breve di cronaca
La ribellione degli sms
Carta.org - 19-03-2004

Suppongo che, in una guerra, l’incertezza su quello che succederà trasformi l’esistenza in stato d’assedio. Si è vissuto così a Madrid, negli ultimi giorni. Dalla mattina tremenda nel corso della quale le cifre facevano aumentare la montagna di morti, l’esistenza di tutti è stata segnata dall’impossibilità di sapere che altro ci sarebbe capitato. Dal momento in cui abbiamo chiamato i nostri cari per sapere che non erano morti, le emozioni sono state esposte in ogni momento agli esiti più drammatici.
Il no alla guerra non è stato pronunciato, lo si è vissuto, a Madrid. Le manifestazioni, per tutta la sera e tutta la notte di sabato, hanno portato i nostri corpi e le nostre anime fuori, in strada, a mostrare che non avevamo paura, che volevamo stare uniti e che la strada è il posto in cui stiamo quando occorre, perché la voce del popolo non è “illegale”, indipendentemente da quello che dicono i potenti, i governi, i politici e i loro cani da guardia.
La “ribellione degli sms” è stata una reazione di quel che ci rimaneva, la vita, per difendere la speranza di vivere in pace e libertà. Nessuno ci può imporre uno stato d’emergenza che non chiediamo, né i terroristi, né nessun governo.
Di fronte all’intenzione dei governanti, e di tutta la classe politica, di pretendere che la gente è stupida e che può essere manipolata a piacimento, quello che è successo a Madrid e in molte altre città è stata una impressionante dimostrazione di intelligenza collettiva, che ci ha fatto recuperare la forza e la speranza.
La notte di sabato è avvenuto un miracolo. Alle porte della sede del Partido popular qualcuno ti diceva: “Alle 12 a Sol” (la Puerta del Sol, luogo classico delle manifestazioni a Madrid, ndt.), e tu lo dicevi a qualcun altro. Sei ore dopo, migliaia di persone riempivano la mitica piazza. Nessun gesto di rabbia, nessun protagonismo, se non il comune bisogno di manifestare il nostro desiderio di vivere in pace. Era un orgoglio, essere parte di quel momento. Noi stavamo costruendo quel miracolo.
Tutte le letture che pretendono di semplificare gli eventi in termini di rendita politica sono ingiuriose per chiunque abbia vissuto quell’esperienza. Tutti quelli che avevano detto che le mobilitazioni contro la guerra non erano servite a nulla adesso stanno ingoiandosi le loro parole. Madrid, allora come adesso, quando ce n’è bisogno, si ribella contro chiunque e con totale radicalità contro la guerra in qualunque forma.
Adesso ci impegniamo a tornare alla normalità della vita, sorvolando sul resto dell’orrore. Abbiamo saputo trasformare la paura in speranza. Abbiamo dimostrato ai politici del nostro paese che chi non comanda obbedendo sarà destituito. Abbiamo detto, diciamo e diremo: no alla guerra.

Leticia [da Madrid]


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