In mille modi uccide la guerra infinita contro il terrorismo. In mille modi si muore in guerra, di guerra e per la guerra, ma nessun conflitto ha prodotto più terrore di questa folle crociata contro i fantasmi. Guerra al terrorismo è guerra per il terrorismo: più durerà questa oscena follia, più morti innocenti piangeremo.
Quando li avremo presi, se mai li prenderemo, gli assassini baschi o islamici - o che altro si possa e si voglia accostare alla parola assassini - gli faremo il processo e pagheranno.
Per quanto possibile pagheranno. Ricomposte le vittime sventurate nelle bare, tollerate le omelie, accettate come parte del gioco il fuoco di fila delle dichiarazioni ufficiali, il finto cordoglio del potere, comporremo anche i frammenti lacerati della nostra coscienza e torneremo a dormire del sonno pesante di chi non vuol pensare.
Quanto tempo passerà prima che accada di nuovo? Chiediamocelo, perché accadrà certamente e perché c’è un solo modo per invertire la tendenza: tornare alla politica.
Non rinunciamo più nemmeno per un istante alla nostra libertà di pensiero e smettiamola, per carità, di lasciarci intrappolare nelle menzogne del potere. Fino a quando uomini in armi imporranno al mondo la volontà del grande capitale finanziario e pretenderanno di rappresentare la pace e la giustizia sociale, non ci sono speranze: il terrorismo continuerà a fare vittime. Ciò che fa davvero nausea è che noi non processeremo né Bush né Blair, né nessun altro dei loro complici.
Emanuela Cerutti - 14-03-2004
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Tornare alla politica, dici. Lo penso anche mentre leggo del panettiere di Pamplona, che non sapremo mai perchè non abbia voluto appendere il nastro nero. Che cosa avrà odiato di più: le violenze dirette o le strumentalizzazioni indirette che governano il mondo a nostra insaputa? E cosa avrà premuto la mano del poliziotto: il senso della giustizia o la paura non più controllabile? Occorre "lavorare sui comportamenti" dicono in molti. Ricreare forme mentali . A volte mi pare impossibile. Da dove partire? |