Gianni Mereghetti - 12-03-2004 |
I terroristi di Madrid hanno colpito gente comune, che come ogni mattina si stava recando al lavoro. Hanno colpito a caso, quei treni piuttosto che altri, quelle duecento persone piuttosto che altre: è questo il volto del terrorismo, uccidere a caso degli innocenti, è questa la sua crudeltà, porre fine alla vita di uomini, colpevoli solo del fatto di vivere e di non essere scesi dal treno la stazione prima. Sono quelli di Madrid “esecrabili attentati terroristici”, frutto di una logica nella quale la propria causa vale più della vita del singolo uomo, tanto che ci si arroga il diritto di decidere se debba vivere o morire. E’ la presenza dell’ideologia che arma il terrorismo, che lo alimenta; è la più assurda delle ideologie che porta a lottare per una società nella quale non ci sarà posto per una persona, solo perché ha preso il treno sbagliato! Il terrorismo serve un progetto disumano, forgia un mondo in cui che l’uomo ci sia o non ci sia è lo stesso, tanto la sua vita non vale nulla! Il terrorismo che ha colpito a Madrid ha lasciato tanto sangue e dolore, è la crudeltà che si è abbattuta su uomini che stavano iniziando la loro giornata, come ogni mattina affermando nel paziente e faticoso ritmo del lavoro il senso drammatico e appassionante dell’esistenza. In quell’inizio del giorno che un’esplosione ha spezzato vibra misteriosamente la certezza che il terrorismo non è l’ultima parola sulla convivenza umana. E’ la certezza di un destino buono, che di fronte alle vittime di Madrid fa congiungere le mani in preghiera, fa domandare consolazione per chi soffre e chiedere alla misericordia di Dio di volgere ogni sguardo al bene; è da questa certezza che, prima di ogni analisi, viene la capacità di condividere la sofferenza del popolo spagnolo così che anche di fronte alla violenza del male si prosegua “con costanza sulla strada della convivenza pacifica e serena”, affermando contro ogni ideologia uno sguardo di simpatia totale ad ogni singolo essere umano. |