breve di cronaca
Torino, ragazza si ubriaca a scuola e vola giù dal quinto piano
La Repubblica - 25-01-2002
Torino, ha 16 anni, è in prognosi riservata. Fratture gravissime a gambe e braccia. Il difficile rapporto con i genitori

Ragazza si ubriaca a scuola e vola giù dal quinto piano

di ARTURO BUZZOLAN
TORINO — La sua amica Irma stava male. Era ubriaca fradicia, vomitava fin quasi a svenire. E a farla bere, proprio prima di tornare in classe, era stata lei, Angela, 16 anni. I suoi genitori avrebbero saputo tutto. E Angela quel peso non ce l'ha fatta a sopportarlo. Ha aperto la finestra e, prima che il professore riuscisse a fermarla, si è buttata giù. Un volo di cinque piani, nel cortile, fin sul tetto della palestra della scuola. Non è morta, Angela. È in prognosi riservata, ha fratture gravissime alle gambe e alle braccia. Ma forse si salverà.
È successo ieri pomeriggio, poco prima delle 16, nella succursale di via Cittadella dell'istituto statale d'arte «Passoni», nel pieno centro di Torino. Angela e Irma frequentano la seconda. Amiche per la pelle, da due anni. A scuola non se la cavano troppo bene. E la situazione familiare di Angela non è delle migliori. Lei abita con la madre e due fratelli maggiori in un alloggio di Barriera Milano, quartiere operaio. Non va d'accordo né con la mamma né col padre, che vive altrove. E beve pesante. In classe, raccontano i compagni, si china spesso sotto il banco dove nasconde vino e whisky.
Ieri, dopo pranzo, Angela e Irma avrebbero dovuto tornare a scuola per frequentare un corso di recupero con altre due compagne: «Discipline pittoriche», professor Giuseppe Bertero, quinto piano. Hanno mangiato assieme in un fast food lì vicino. «Si sono bevute un cartone di vino e due birre — racconta Stefania, più tardi testimone della tragedia — poi, in un bar, hanno bevuto ancora». La lezione comincia alle 15 ma Angela e Irma entrano in classe, barcollando, tre quarti d'ora più tardi. «Irma — racconta ancora Stefania — ha cominciato subito a stare male. È corsa in bagno, ha vomitato. Angela le è corsa dietro per aiutarla, poi è tornata in classe. Il professor Bertero, col telefonino, ha cercato invano i genitori di Irma, poi ha chiamato un'ambulanza». Irma finisce al pronto soccorso del Mauriziano. Angela è sconvolta: «Mi si è inginocchiata davanti — racconta ancora Stefania — e mi ha implorato: "Dammi uno schiaffo. È tutta colpa mia…"». Spiega il professor Bertero: «Ho cercato di tranquillizzarla. È una ragazza intelligente, ha qualche problema esistenziale ma sa affrontarlo. Non sapevo che bevesse. Ci siamo fatti una passeggiata in corridoio. "Il mondo ce l'ha con me", ripeteva». Al ritorno in classe la ragazzina sembra essersi calmata. «Si è seduta accanto alla finestra — dice ancora il professore — e ha mormorato "ho bisogno di un po' d'aria". Continuava a guardare in cortile. Dopo qualche minuto mi sono alzato per andare a parlarle. E lei, nello stesso istante, si è lanciata verso la finestra. È salita sullo sgabello, si è buttata giù. Ho corso, ho gridato "fermati" ma è stato inutile. Poi c'è stato solo quel tonfo terribile…» La ragazzina dà deboli segni di vita quando i pompieri la calano dal tetto della palestra e la caricano sull'ambulanza. La polizia interroga fino a tarda sera i genitori, il professore, il preside. Si cerca di capire come quella ragazza abbia potuto gettarsi così, senza apparente preavviso. E, soprattutto, per quale ragione nessuno l'abbia aiutata, prima.

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