La mozione di Verano
Collegio Docenti Scuola Media statale di Verano Brianza - 25-02-2004

MOZIONE PER IL RITIRO DEL DECRETO LEGISLATIVO PROPOSTO DAL MINISTRO LETIZIA MORATTI E APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL 23/01/2004

I punti più controversi contenuti nel testo del decreto per la scuola media possono essere così sintetizzati:
1. quantifica un tempo scuola su base annua corrispondente a 27 ore settimanali;
2. attesta che in queste 27 ore è compresa la quota riservata alle Regioni, quella riservata alle scuole e all’insegnamento della religione cattolica;
3. attesta che si aggiungono facoltativamente e opzionalmente altre 198 ore annue corrispondenti a sei ore settimanali;
4. introduce la figura dell’insegnante tutor gerarchizzando la funzione docente;
5. introduce il concetto di scuola a domanda individuale;
6. L’introduzione di una seconda lingua comunitaria assicurata a scapito dell’attuale tempo di apprendimento che viene più o meno dimezzato;

Si sono espressi contro il decreto legge Moratti: i comuni (ANCI), le regioni, molte delle associazioni dei genitori, le organizzazioni sindacali, la commissione Bilancio del Senato (a proposito della copertura finanziaria della legge), la Corte Costituzionale (che di fatto ne ha stabilito l’incostituzionalità), l’opposizione parlamentare, la generalità dei docenti e le associazioni di categoria, e per finire il professore Bertagna, ideatore dell’impianto pedagogico della medesima, ha affermato, “non sono io il padre di questa legge” (al convegno nazionale organizzato dal CIDI, svoltosi a Milano il 22/01/2004).

Perché tutto questo disagio?

L’affermazione del Prof. Bertagna, è importante per evidenziare il disagio che un protagonista prova, pur difendendo il suo progetto, nel giustificare una legge piena di contraddizioni, che non serve per riformare la scuola, non aggiunge nuove opportunità, degrada i progetti rispetto ai bisogni dell’utenza, sottrae energie, diminuisce i livelli di opportunità, crea disagi alle famiglie e anche a tutti quei lavoratori che hanno operato per creare una scuola democratica, capace di promuovere cultura, socialità, solidarietà, esperienze significative sia nello sport che nell’arte.

Perchè siamo contro il frazionamento dell’orario?

1.
C’è il reale rischio di formare classi non equi-eterogenee, ciò significa ripetere la tragica esperienza del passato, causata dalla divisione tra tempo prolungato e tempo normale. Per il superamento di questa esperienza, insegnanti e genitori si sono impegnati a progettare ed organizzare un tempo scuola uguale per tutti gli alunni. Questo progetto di scuola ha reso le classi equi-eterogenee con un sostanziale beneficio per tutta l’utenza, sia sotto il profilo cognitivo che comportamentale. Inoltre, gli alunni hanno avuto la possibilità di utilizzare ore di insegnamento individuali o per piccoli gruppi. E’ stato garantito a tutti gli alunni l’insegnamento della doppia lingua comunitaria per un complessivo di sei ore settimanali. Tutto ciò ci ha permesso d’offrire all’utenza di Verano una scuola di qualità.

2. Compito della scuola è progettare attività didattiche finalizzate alla crescita sia collettiva che individuale di ogni alunno. Perciò, le attività organizzate dalla scuola devono essere finalizzate al raggiungimento di obiettivi didattici, formativi ed educativi, altrimenti viene meno il compito fondamentale dell’istituzione scolastica. Pertanto, non si deve proporre il mercato della cultura all’interno della scuola, altrimenti c’è il rischio della banalizzazione dell’attività educativa e didattica. Chi propone una attività didattica è uno specialista e ciò non contraddice nessun principio di democrazia. Infatti è il medico che stabilisce la cura, non il paziente. Perché mai il ministro Moratti pensa che questo principio non valga anche per gli insegnanti.?

3. Frazionare l’orario in obbligatorio e facoltativo significa anche tagli al personale, quindi riduzione di quegli standard di qualità che assicurano a tutti gli alunni interventi mirati alla risoluzione dei singoli problemi. A questo punto occorre chiedersi se questo decreto ha come obiettivo il taglio dell’organico finalizzato al risparmio o il miglioramento dellla qualità della scuola.


Perchè questa riforma non ci convince?

1.
Il disegno di scuola contenuto nel decreto è stato approvato dal Consiglio dei Ministri senza ascoltare nessuno. Questo atteggiamento è in netto contrasto con la cultura del confronto che è patrimonio della nostra scuola. Non si possono usare spot televisivi e inserti pubblicitari, diari, manifesti e spedire lettere agli insegnanti e alle famiglie per informarli che la scuola è stata riformata. E ora il Ministro chiede la massima collaborazione per renderla operativa. Sarebbe stato meglio discutere con gli insegnanti e le famiglie per ricercare insieme un modello di scuola in grado di rispondere ai reali bisogni dell’utente.
2. Si gioca con le parole laddove si parla di offerta di tempo scuola immodificato rispetto all’esistente. L’offerta oggi esistente è obbligatoriamente di trenta ore settimanali e 36 nel tempo prolungato (senza quota regionale), mentre quella del Decreto è di 27 ore settimanali (nel cui ambito si ricaverà la quota regionale), inoltre, sulla base delle richieste delle famiglie è possibile un ampliamento di orario di 6 ore settimanali facoltative ed opzionali.
Le ricadute del provvedimento sul funzionamento della scuola, sulle famiglie, sul personale e sull’organizzazione del lavoro saranno molto pesanti e negative.
3. Il Decreto poi è inaccettabile, per il taglio al tempo prolungato e quindi riduce pesantemente l'offerta formativa, mortifica la qualità nella scuola, mette in crisi l’identità professionale di tanti docenti.
4. L’introduzione del tutor gerarchizza la funzione docente eliminando almeno in parte sia la collegialità che la cooperazione educativa.

Noi siamo per la difesa di una scuola che sia il luogo d’incontro per un apprendimento condiviso, dove si promuove la crescita globale dei nostri alunni, qualunque sia lo stato sociale, politico, religioso di appartenenza. Quindi, auspichiamo una riforma vera che parli ai diritti delle persone e che contribuisca a superare le differenze.

Il Collegio della Scuola Media di Verano Brianza, dopo aver discusso nel merito della riforma Moratti, ritiene, per i motivi sopra esposti, di non essere d’accordo con il decreto e ne chiede l’immediato ritiro.
La presente mozione è stata approvata dal collegio con tre voti di astensione.


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