Mirco Pieralisi - 21-02-2004 |
Il primo marzo a Bologna anche la Gilda con gli insegnanti in sciopero Dopo due assemblee affollate dalla presenza di centinaia di insegnanti anche la Gilda proclama a Bologna lo sciopero per il primo marzo. E' ormai chiaro che gli appelli che tutti abbiamo lanciato per lo sciopero unitario non sono stati raccolti dai sindacati confederali, per motivi che probabilmente poco hanno a che fare con le ragioni della scuola. Continuiamo a dire che questo sarà il nostro sciopero, lo sciopero di chi la scuola la fa tutti i giorni, al di là delle sigle sindacali, come dimostrano le adesione dichiarate da moltissimi iscritti anche ai sindacati confederali in tutte le assemblee di istituto. Non vogliono indire lo sciopero unitario? Facciamo vedere a tutti, non solo alla Moratti evidentemente, che noi siamo uniti. Ecco il comunicato della Gilda bolognese. GILDA DEGLI INSEGNANTI BOLOGNA ALL’ALBO SINDACALE ALLE RSU GILDA AI DELEGATI SINDACALI BOLOGNA 20/2/04 LUNEDI’ 1 MARZO 2004 SCIOPERO E MANIFESTAZIONE A BOLOGNA GILDA DEGLI INSEGNANTI PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DI TUTTA LA SCUOLA PIAZZA XX SETTEMBRE - ORE 10 - Contro l’istituzione del “tutor” e la gerarchizzazione della funzione docente; - Contro la concezione di “scuola-supermercato”; - Contro la soppressione del tempo pieno; - Contro il declassamento e la precarizzazione della funzione docente; - Contro la cultura “opzionale” e la riduzione del tempo scuola. MANIFESTIAMO FERMAMENTE IL NOSTRO DISSENSO NEI CONFRONTI DELLA RIFORMA MORATTI CHE DETERMINERA’ UN DANNO PROGRESSIVO ALLA SCUOLA PUBBLICA ED UN ULTERIORE SVILIMENTO DELLA FUNZIONE DOCENTE INTERVENIAMO NUMEROSI: FAREMO SENTIRE LA NOSTRA PRESENZA DALLA DIREZIONE SCOLASTICA REGIONALE A PIAZZA NETTUNO!! |
Grazia Perrone - 21-02-2004 |
1 MARZO 2004: IL SAM-GILDA della Regione CAMPANIA SCIOPERA CONTRO LA RIFORMA MORATTI a sostegno delle seguenti richieste: - revoca o radicale modifica del decreto legislativo di attuazione della riforma; - richiesta di garanzia di mantenimento degli organici, in relazione alla riforma; - apertura delle trattative per il contratto biennale; - copertura dei posti attualmente scoperti con l’immissione in ruolo del personale precario che ne ha titolo. ore 9,30 CORTEO da piazza MANCINI (Napoli) e MANIFESTAZIONE conclusiva a piazza PLEBISCITO La riforma agisce pesantemente sull’organizzazione scolastica destrutturando l’attuale assetto, finendo per essere decisamente dannosa; la prevista riduzione oraria delle discipline obbligatorie, infatti, produrrà un abbassamento della qualità degli studi, e le riduzioni, a regime, degli organici avrà ulteriori effetti negativi sulla qualità complessiva del sistema. Irrisolte tutte le questioni di merito su cui il SAM-GILDA ha espresso giudizi negativi e chiesto una sostanziale revisione e modifica, in particolare sono stati mantenuti: una astratta e inattuabile personalizzazione dei piani di studio, l’introduzione surrettizia di forme gerarchiche di carriera, l’assurda commistione di responsabilità e l’aumento di burocrazia del portfolio, l’attacco alla libertà di insegnamento attraverso l’imposizione di metodologie didattiche confuse e impraticabili, l’invasione di spazi demandati alla contrattazione. Allo sciopero seguiranno altre azioni di protesta: - Assemblee sindacali territoriali in orario scolastico, con sospensione delle lezioni; - Occupazione simbolica delle Scuole, senza interruzione del servizio scolastico; - Promozione di incontri con le famiglie di informazione sui contenuti della riforma; - Iniziative tese alla costituzione di un comitato referendario per l’abrogazione della legge 53 di riforma della scuola; - Petizione alle Camere per la revisione radicale degli articoli istitutivi del tutor, del portfolio e per l’abolizione dell’introduzione dell’opzionalità delle discipline. |
Claudia Fanti - 21-02-2004 |
A mani giunte: Sciopero unitario, per favore! In molte/i auspichiamo, preghiamo, imploriamo (cosa dobbiamo altro dire e fare per ottenere?)...affinché tutti i Sindacati, nessuno escluso, indicano lo sciopero per il 1°marzo. Siamo tanti e diversi a chiederlo, dai "comunisti" ai cattolici, dagli "apolitici" ai fanatici della politica, dai "sempre indecisi" ai "leoni" storici della ribellione. Non si può non tenerne conto! I Sindacati maggiori dovrebbero passar sopra alle "differenze", alle riflessioni sui numeri dell'adesione, alle tattiche... per consentire a tutte/i di poter aderire allo sciopero con la tranquillità che dà l'avere la condivisione del proprio Sindacato. Lo dico nell'assoluta e serena convinzione che le/i docenti di tanta parte d'Italia, che ancora non s'é fatta visibilmente "sentire", sarebbero orgogliosi di dire: "il mio sindacato non si tira indietro, quindi io aderisco!". La percezione del "sonno" del Sud e di parte del Centro é falsata dall'atteggiamento che molta parte della categoria ha ancora nei confronti delle manifestazioni di piazza, preferendo l'"attendismo" per verificare le azioni dei propri Sindacati, ma basterebbe una parola soltanto (via!) e si verificherebbe una mobilitazione senza precedenti. Invece, in questi giorni, il fatto di non sentire nominare la parola "sciopero" dai propri Sindacati, bensì soltanto la parola "manifestazione" (per di più il sabato!), o di essere ancora in attesa degli esiti dei colloqui sindacali con il Ministro, induce nei più "tiepidi" una considerazione (controproducente anche per le future "lotte" che dovremo sostenere su didattica e organizzazione all'interno dei Collegi): "se il Sindacato non vuole lo sciopero per e della scuola, probabilmente, la situazione non é poi così compromessa!" In alcuni Collegi, lo so per certo, già sta passando l'idea che tanto nulla cambierà: ciò pare impossibile a chi come noi é sempre al corrente di quello che sta accadendo e dei vari documenti ministeriali, ma è esattamente questo che si va dicendo in giro. So che ha dell'incredibile, ma é proprio così! 21 febbraio 2004 Claudia Fanti P.S : dimenticavo! Io comunque aderirò (con tanta malinconia, nel caso non fosse unitario), anche se, nel futuro, vorrei che si avviasse una riflessione su una modalità di sciopero alternativa alla classica nei settori dei servizi rivolti alle persone (ma questo é un problema che va sicuramente rimandato, in quanto ora non c'é più nemmeno un attimo per discutere!). |
grandecuore - 21-02-2004 |
Se uniti manifesteremo, sicuramente vinceremo. Ma a quanto pare qualcuno non la pensa così, ed allora continuiamo a protestare notte e dì. Continuiamo pure a massacrarci, continuiamo pure a criticare ed a odiarci. Così faremo il gioco del "sapiente padrone", e di chi strumentalmente vogliono il decretone. Pertanto lasciamo da parte i dissapori, pensiamo alla nostra povera scuola senza ori. |
Giuseppe Aragno - 21-02-2004 |
E se fosse un primo marzo a Venezia? |
Vittorio Delmoro - 22-02-2004 |
Cara Claudia, il tuo appello finirà nel vuoto, come tutti gli altri, daltronde. Quello che mi arrovella è : il 2 marzo, quando avranno scioperato il 20/30 per cento di insegnanti, saremo più forti o più deboli? Quanto a me, deciderò se aderire (dopo aver deciso di non aderire) quando tornerò dalla manifestazione di Roma, da cui attendo qualche ulteriore elemento. |
Patrizia - 22-02-2004 |
Alcune associazioni di categoria hanno proclamato lo sciopero per il 1° Marzo. Peccato! Bello, ma peccato, perché molti insegnanti che, come me, lavorano in piccoli istituti comprensivi di provincia, hanno poche notizie, e talvolta confuse, su che cosa succeda nelle città, soprattutto in quelle del Nord. Le informazioni fornite dai "media" sono state e continuano ad essere scarse, se non addirittura distorte. L'informazione tramite Internet non è alla portata di tutti i docenti per molteplici motivi, tra i quali la mancanza di mezzi, di capacità ad usare la rete (non stupitevi, perché è così), di voglia, di interesse. Peccato, perché molti docenti si sentono impotenti, esclusi da una protesta che vorrebbero condividere. Molti miei colleghi aderirebbero sicuramente allo sciopero, se ad indirlo fossero anche Confederali, SNALS, GILDA. Questi, invece, sono ancora attendisti, possibilisti, anche per certi versi ottimisti circa una soluzione negoziata dei problemi sollevati dalla riforma Moratti. A me, che sono RSU Gilda, i colleghi chiedono: "Che facciamo?". Non è un atteggiamento da pecoroni, badate bene; è il disorientamento dovuto alla mancanza di un progetto comune dell'universo scuola nei confronti di una riforma che ci ha trovati spiazzati; è il disorientamento di fronte al comportamento del nostro Dirigente che indice "riunioni di servizio" (sic!) ed attende nostre decisioni sull'attuazione concreta della riforma Moratti, ripetendo: "Ho tante cose da fare! Non ho il tempo di leggere il decreto! Portate voi le proposte". Probabilmente è proprio in virtù di tale diffuso disorientamento che tutti i grandi Sindacati sono in stallo; nel corso delle poche assemblee sindacali tenute nella mia provincia (Arezzo), questi hanno affermato che uno sciopero allo stato attuale delle cose riscuoterebbe un consenso al massimo del 30%. Sarebbe un fallimento. E allora? Allora continuiamo noi docenti a togliere le castagne dal fuoco ai Dirigenti, ci affidiamo all'interpretazione del decreto di qualche collega "no problem", arriviamo a deliberare in Collegio l'offerta formativa per l'anno prossimo, tanto chi non sa si fida? Oppure speriamo in qualche RSU di buona volontà che, Internet alla mano, diffonda volantini sullo sciopero della Gilda Bologna, o del SAM Campania, o della CGIL CISL UIL Milano, con il commento aggiunto "Beati loro!", per sensibilizzare le coscienze e potere un domani rispondere "te l'avevo detto"? O, ancora, facciamo ostruzionismo individuale nei Collegi docenti nella speranza di strappare una delibera di protesta, che magari potrebbe andare ad aggiungersi alle altre pubblicate in rete, tanto una più una meno? In giro c'è tanto sconcerto, c'è tanta disinformazione e quindi tanta strumentalizzazione, ma c'è anche voglia di fare e di fare bene. Se qualcuno della mia scuola volesse scioperare il 1° Marzo, dovrebbe farlo aderendo a quelli indetti (COBAS, UNICOBAS, USI AIT, CUB). Diversamente sarebbe silenzio-assenzo. Peccato! Un'insegnante di Lettere di 54 anni, che non rischia di perdere né posto, né ore, ma la fiducia nel Sindacato. Fonte: Forum Gilda |
Emanuela - 22-02-2004 |
Ma la notizia segnalata qui (v. commenti) secondo cui il 16 ci sarebbe lo sciopero confederale è confermata? E perchè non l'1? E perchè solo Milano? |
grandecuore - 22-02-2004 |
E quelli espressi sarebbero gli obiettivi di certi sindacati come la GILDA? Vedremo, anche se è spiacevole, molto spiacevole come è successo per le RSU, da quale parte si schiereranno i diversi operatori scolastici italiani. |
gp - 23-02-2004 |
Lo sciopero provinciale di Milano del 16 marzo prossimo è confermato come testimonia questo post di Retescuole Sul perché abbiano scelto una data diversa e sul perché solo Milano non so dirti ma … sono domande alle quali mi piacerebbe avere delle risposte … |
Anna Pizzuti - 24-02-2004 |
Quello che mi sta infastidendo veramete di questa situazione, è la mancanza di spiegazioni. Forse è colpa mia che non frequento le sedi sindacali e quindi non vado a porre, direttamente, la domanda. Ma prese di posizione, risposte pubbliche, analisi, è proprio da illuminista della politica aspettarsele? Come tanti altri, penso ad uno sciopero unitario e compatto come al segnale più forte che la scuola potrebbe dare. Come tanti, allo stesso modo, non avverto intorno a me la ventata forte che ti porta avanti e che ti fa "sentire" che è l'ora. Ma non è la mia personale sensazione, che conta. E' una strategia non dire nulla, non intervenire, quando pezzi di categoria, al di là delle appartenenze sindacali, si stanno pronunciando? Ma allora dovrebbe essere pubblicamente motivata e sostenuta. Anche per valutare, dalle risposte, fino a che punto è condivisa. Si aspetta la manifestazione del 28? Una delle tante o "la manifestazione" per eccellenza? E se poi non riesce a darlo il segnale che dovrebbe aprire la strada allo sciopero, proprio perchè una delle tante? E lo sciopero in Lombardia c'è perchè lì il "movimento" se lo è conquistato? Solo lì? Che non ci sia in tutta la categoria l'avvertimento forte della disgregazione in atto della scuola pubblica è un fatto. Ma forse io sono rimasta a tempi antichi della politica, quando la coscienza ci si impegnava anche a crearla. |