Un terremoto
Nico d'Aria - 16-02-2004
E-mail n° 3 da Nico d’Aria a Pianeta Terra
Cari terrestri,
qui continua la festa, continuano tutti a farmi i complimenti!
Però devo stare attento a non montarmi la testa; a qualche vecchio scienziato non è piaciuto che un ragazzino come me sia riuscito a comunicare più lontano di loro. Tra tanti complimenti, quasi tutti sono sinceri, ma qualcuno mi stringe la mano con un sorriso bugiardo, pieno di invidia. Per questo ho imparato a rispondere frasi come “sono stato solo fortunato” oppure “non ci sarei mai riuscito senza i consigli di voi scienziati anziani”… Secondo voi faccio bene o sto diventando bugiardo anch’io?
Veniamo al dunque, voi volete sapere esattamente cos’è successo al nostro pianeta.
Scusate se non vi ho raccontato subito tutta la storia, ma avevo paura che l’avreste trovata troppo strana e terribile.
Io sono abituato a sentirla. Continuamente i bambini che sono nati sull’asteroide chiedono perché siamo scappati e com’era il nostro pianeta.
Era bello, la nostalgia poi lo rende ancora più verde e delizioso. Specialmente se lo si paragona a questo asteroide spelacchiato e roccioso dove siamo finiti. I vecchi raccontano il Pianeta con gli occhi tristi e il loro display si esprime solo con caratteri grigi.
“Ma cos’è successo, nonno? Perché siamo scappati?”
“Un terremoto a bassa intensità e alta frequenza, causato probabilmente da un uccellino”
“Dai, nonno! Come può un uccellino provocare un terremoto?”
... E così, ancora una volta, gli anziani cominciano la storia della Grande Fuga. L’ho vista raccontare decine di volte.
Sì, è tutto cominciato con un uccellino.
E’ entrato nel Gran Palazzo, proprio nel bel mezzo di una riunione del Presidente Planetario coi Ministri. Sembrava un uccellino normale; invece si è messo in mezzo al tavolo, ha preso fiato, ha aperto il becco e improvvisamente le orecchie di tutte quelle persone importanti hanno sentito uno strano tremolio intensissimo...
“Come, un tremolio?” videochiedono sempre i bambini, a questo punto della storia, coi display pieni di punti interrogativi...
Lo so che è difficile spiegarlo, eppure i nonni devono raccontare ogni volta che si sentiva come un solletico dentro le orecchie che entrava diritto dentro alla testa. Andava e veniva, andava e veniva, così: “cip, cip, cip,...”
Il Ministro della Guerra decise che era l’arma segreta di qualche nemico e videodichiarò che il Pianeta era in serio pericolo.
Il Presidente Planetario subito videogridò ai ministri di coprirsi le orecchie: “se queste onde ci uccidono, il Pianeta resterà senza governo!”.
Il Ministro della Medicina Pubblica ordinò di correre subito fuori, in mezzo alla piazza, lontano dall’uccellino per evitare il contagio di quella strana malattia.
Ma era troppo tardi: quell’uccellino era volato fuori dalla finestra; mentre svolazzava sulla piazza, mandava aria fuori dalla gola producendo ancora quelle vibrazioni. Tutti quelli che passavano le sentivano entrare dritte nel cervello e scappavano terrorizzati.
Il Ministro della Scienza e delle Misurazioni ha subito chiamato dei tecnici con delle macchine. Questi tecnici coraggiosi sono rimasti esposti nel bel mezzo delle vibrazioni per decine di secondi, forse hanno rischiato la vita per capire qual’era il problema. Hanno spiegato che si trattava di un particolare tipo di terremoto, con le onde debolissime ma con una frequenza altissima. Significa un terremoto, ma con il tremito fatto di onde piccole e brevi, ma tantissime e velocissime, migliaia al secondo!
Era come un terremoto, ma anche come una malattia, perché si contagiava.
Il Ministro della Guerra ha chiamato i soldati coi cannoni per abbattere l’uccellino. Intanto dove passava l’uccellino la malattia si contagiava alle persone, alle cose. Se passava di fianco ad una bicicletta, improvvisamente la bici produceva delle vibrazioni; se passava davanti ad un albero, improvvisamente ogni foglia, appena mossa dal vento, cominciava a fare una serie di tremolii strani. Dopo pochi minuti l’epidemia si era già propagata al fiume che emetteva una continua vibrazione instabile, a tutti i piccioni della piazza, che emettevano delle onde che andavano e venivano. Persino le persone improvvisamente si sentivano le vibrazioni che venivano da dentro, dalla gola, mentre correvano via spaventate.
Quando arrivarono i cannoni abbiamo capito che non c’era più niente da fare: appena un cannone ha sparato il primo colpo per cercare di uccidere quel bersaglio piccolo e veloce, ha prodotto una vibrazione forte e violenta, una specie di “bum” che è entrato nelle orecchie di tutti. I soldati si sono messi a scappare terrorizzati. Per giunta hanno sbagliato mira e l’uccellino ha continuato a emettere quel tremolio.
Il Ministro della Guerra era pallido, videodiceva : “se perfino le nostre armi sono state contagiate, come possiamo difenderci?”
C’era solo una soluzione. La fuga.
In pochi minuti il Presidente Planetario si è connesso col display di tutti gli abitanti. Hanno chiuso le scuole, le fabbriche, gli uffici, tutti sono andati di corsa in gran fretta. Ogni famiglia ha preso le cose più preziose ed è corsa all’astroporto più vicino.
E’ andata così. Siamo riusciti a evacuare il pianeta in meno di due ore, mentre il terremoto ad alta frequenza si propagava e tutte le cose cominciavano a tremare. Per fortuna nessuno è morto e questa è la cosa più importante.
Così adesso siamo tutti qui sull’asteroide; viviamo qui da più di tre sgunf.
Io domani compio 5 sgrunf.
E’ un compleanno importante perché da domani forse potrò diventare Allievo Esploratore Galattico. Fatemi gli auguri, ne ho bisogno.
Voglio capire qualcosa di più sulle onde che arrivano alle orecchie, voglio andare in pianeti nuovi, dove ci sono razze diverse che forse mi sanno raccontare cose diverse per capire cosa è successo al mio popolo. Insomma devo studiare, devo capire, devo conoscere.
Mia mamma è preoccupata, ha paura che io corra dei pericoli. Le videodico “mamma, non aver paura”. Papà ci guarda e sorride, sa che io ho tanto coraggio ma sotto sotto ho anche un po’ di paura; sa anche che la mamma ha tanta paura, ma sotto sotto è anche tanto orgogliosa di me.
Nessuno vuole prendere un’astronave e provare a connettersi con altri popoli in galassie diverse. Nessuno tranne me. Voi pensate che sbaglio o che ho ragione?
Tra noi ci sono scienziati bravissimi, ma non hanno informazioni, non hanno dati... Come possono scoprire qualcosa? Gli troverò io dei dati: le informazioni che troverò in giro per le galassie. Da domani intendo cominciare le mie esplorazioni e i miei studi. Volete aiutarmi a trovare un po’ di informazioni?
Per adesso vi saluto,
Nico d’Aria
PS
Nella vostro messaggio, purtroppo, ci sono parole del vocabolario terrestre che il mio traduttore automatico non riconosce. Ho capito “orecchie”, ma altri vocaboli terrestri come “voce”, “suoni”, “rumori” sono molto difficili. Per favore, non potete usare parole più facili? Se no, spiegatemele bene, perché mi sembrano parole molto importanti.
continua