Dall'Aula del Senato: resoconto in corso di seduta
Senato della Repubblica - 12-02-2004
SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
538a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO 2004
(Pomeridiana)
RESOCONTO STENOGRAFICO
< Presidenza del vice presidente FISICHELLA
PRESIDENTELa seduta è aperta (ore 16,02).
Si dia lettura del processo verbale.
CADDEO, f. f. segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato .
Svolgimento di interrogazioni
PRESIDENTE L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l’interrogazione 3-01420 sulla manifestazione prevista per il 13 febbraio 2004 ad Ancona.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
BALOCCHI, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, il gruppo consiliare della Regione Marche "Destra Popolare " ha organizzato, per il 13 febbraio prossimo, alle ore 21.00, un convegno sul tema "Libertà di parola", che si terrà presso la sala convegni dell'Hotel Miramare di Civitanova Marche (Macerata), durante il quale verrà presentato il libro "Vae Victis - autobiografia di Erich Priebke". Al convegno interverranno, tra gli altri, secondo quanto comunicato dagli organizzatori, in qualità di relatori, l'onorevole Antonio Serena e il signor Sergio Novelli, consigliere regionale del citato gruppo consiliare "Destra Popolare", nonché responsabile provinciale del medesimo movimento politico.
L'iniziativa è stata pubblicizzata attraverso l'affissione in diversi Comuni della Regione di manifesti che recano una fotografia di Priebke, una croce celtica e, come sottotitoli, le seguenti frasi: "Marzo 2003 Macerata: Giovani militanti sospesi per aver recensito un libro di Mario Spataro "; "Novembre 2003 Roma: un deputato censurato per aver donato copie del libro di Priebke; "L'articolo 21 della Costituzione ed il diritto di parola valgono per tutti o solo per i conformisti? ".
L'iniziativa ha suscitato l'interesse di alcuni appartenenti al movimento politico "Forza Nuova" che hanno preannunciato la loro partecipazione all'evento.
Il convegno e la sua pubblicizzazione hanno determinato la protesta del presidente della comunità ebraica di Ancona, che ha formalmente chiesto alle prefetture, alle questure e alle procure della Repubblica delle Province di Ancona e di Macerata di impedire lo svolgimento della manifestazione per l'asserito contenuto di "evidente significato politico con richiami impliciti alla esaltazione del razzismo e all'apologia del fascismo e nazismo".
Nell'esposto è stato chiesto, inoltre, all’autorità giudiziaria di accertare la sussistenza di fatti costituenti ipotesi di reato ai sensi della legge n. 645 del 1952 (recante disposizioni contro la riorganizzazione del partito fascista) e ai sensi della legge n. 205 del 1993, in materia di prevenzione e repressione dei fenomeni di intolleranza e di violenza di matrice xenofoba o antisemita.
Aggiungo, per completezza di informazione, che il consigliere regionale già menzionato, nel novembre dello scorso anno, aveva fatto recapitare nelle cassette postali degli abitanti di un quartiere di Ancona una "lettera aperta " contenente frasi offensive nei confronti del Governo e un chiaro riferimento alla ricorrenza dell'anniversario della marcia su Roma.
L’11 dicembre successivo, il documento in questione veniva inoltrato alla locale procura della Repubblica, alla quale è stata rimessa la valutazione della configurabilità dei reati previsti dalle leggi appena citate, oltre che dall' articolo 290 del codice penale (vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze armate).
Detto questo, per rispondere alla richiesta del senatore Boco, devo precisare che l'ordinamento non prevede un potere generale di divieto delle riunioni che prescinda dai caratteri e dalle specifiche modalità di tempo e di luogo di ciascuna iniziativa.
In concreto, nonostante la forte connotazione politica dell'iniziativa, nessun provvedimento può essere adottato preventivamente, in ragione dei princìpi costituzionali che garantiscono a tutti il diritto di riunione pacifica e di libera manifestazione del proprio pensiero, con l'unica limitazione del rispetto per l'ordine pubblico e il buoncostume.
Non è peraltro la semplice manifestazione di pensiero che può integrare la fattispecie penale di apologia di reato, ma solo quella che per le sue specifiche modalità integri un comportamento concretamente idoneo a provocare la commissione di delitti.
Ricordo, inoltre, che l' articolo 17 della Costituzione prevede solo un onere di preavviso alle competenti autorità di pubblica sicurezza quando la riunione sia in luogo pubblico, mentre nulla è richiesto nell'ipotesi che l'incontro si svolga in luogo aperto al pubblico, come nel caso del convegno di Civitanova Marche.
In tal senso si è espressa la Corte costituzionale con sentenza del 31 marzo 1958 n. 27 dichiarando l'illegittimità di quella parte dell'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che prevedeva, nella sua prima stesura, l'obbligo di avviso anche per le riunioni in luogo aperto al pubblico.
Colgo l'occasione per ribadire ancora una volta l'atteggiamento del Governo in tema di libera manifestazione del pensiero, che si traduce nel garantire concretamente l'esercizio del diritto di ogni gruppo di organizzare iniziative volte a sostenere le proprie tesi, purché il tutto avvenga nel rispetto del dettato costituzionale e dell'ordinamento vigente, salve le valutazioni che su fatti eventualmente illeciti siano svolte in un secondo momento dall'autorità giudiziaria.
Preciso, inoltre, che all'autorità giudiziaria, secondo quanto previsto dall' articolo 8 della legge n. 645 del 1952 , compete l'adozione di eventuali provvedimenti di natura cautelare su stampati o pubblicazioni che potrebbero integrare gli estremi del reato di apologia del fascismo.
Per quel che riguarda l'affissione dei manifesti negli appositi spazi pubblicitari di competenza comunale, ricordo che i nuovi equilibri costituzionali sanciti dall' articolo 114 della Costituzione, modificato dalla legge n. 3 del 2001, pongono su un sostanziale piano di parità e pari ordinazione lo Stato e tutti gli enti territoriali conferendo, a questi ultimi, una completa autonomia e libertà di condurre le proprie scelte, ovviamente nell'ambito delle specifiche attribuzioni.
Sulla base di quanto comunicato dal Ministero della giustizia, informo, inoltre, che la procura della Repubblica di Macerata ha riferito l’esistenza, con riferimento ai fatti in questione, di un procedimento penale a carico di ignoti per l'ipotesi di reato di cui all' articolo 2 della citata legge n. 205 del 1993.
Assicuro infine che la situazione richiamata dal senatore Boco è costantemente seguita dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza al fine di prevenire il verificarsi di possibili turbative e illegalità.
BOCO (Verdi-U) .
Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BOCO (Verdi-U ). Signor Presidente, ho ascoltato attentamente la risposta all’interrogazione che ho posto al Governo e che lei, Sottosegretario, ha riportato qui.
Ritengo di sottolineare alcuni punti che questa interrogazione mi dà la possibilità di lasciare a quest’Aula, partendo da un tema che abbiamo discusso poche settimane fa. Mi riferisco alla mozione contro l’antisemitismo insorgente, che ha trovato attenzione da una parte di tutti i Gruppi. Sono trascorse poche settimane e ci troviamo qui a discutere sul fatto che nelle strade di un centro del nostro Paese sono stati affissi manifesti recanti una gigantografia di Erich Priebke che guarda i passanti di Civitanova Marche.
Le leggi n. 205 del 1993 e n. 645 del 1952 da lei citate hanno sancito nel nostro ordinamento cosa non si deve fare: esaltazione del razzismo, apologia del fascismo e del nazismo.
La comunità ebraica è insorta davanti a questo fatto. Non si sta discutendo di limitare la libertà del pensiero. Si sta discutendo, in un Paese e in un’Europa dove l’antisemitismo riprende forza e forma organizzata, di cosa un Governo debba fare e se sia possibile che l’esposizione di foto di Priebke, di sue gigantografie, la presentazione del suo libro, che altro non è se non l’apologia diretta di misfatti che vengono invece portati ad esaltazione (misfatti del nazismo e del fascismo e la grande distruzione del popolo ebraico), non debbano vedere l’adozione di quelle misure che, l’ordinamento italiano, con le leggi citate, ha promesso di assumere.
Ecco perché, Sottosegretario, non trovo una risposta soddisfacente il dire che nulla si può fare. L’ordinamento specifica che certo non possiamo e non dobbiamo mettere in discussione la libertà di parola di alcuno, ma non possiamo nemmeno far finta che la libertà di parola si sovrapponga all’esplicita esaltazione del nazismo, del fascismo e del razzismo. Per tale ragione ho interrogato il Governo su questi fatti.
Continuo a pensare che detta manifestazione porti in sé il chiaro seme di quello che io critico e la violazione degli articoli che ho richiamato.
Signor Presidente, concludo affermando che non condivido la risposta del Governo, il quale, come ho detto, sostiene che non si può fare nulla. Penso invece che una cosa si possa fare: essere conseguenti a quello che dice il nostro ordinamento e a quello che in quest’Aula, da poche settimane, abbiamo insieme tentato di affermare con la mozione sull’antisemitismo. La conseguenza è che si deve salvaguardare la democrazia, il diritto di parola, e impedire democraticamente e con rispetto di far violare la legge anche attraverso queste manifestazioni.
La violazione è palese; è stata denunciata dalla comunità ebraica e dai suoi rappresentanti; è vista e vissuta come tale in quella società e in quest’Aula e la mia interrogazione la certifica. Così come la certifica la risposta negativa del Governo secondo cui nulla si può fare. Noi non condividiamo tale posizione.
Mi dichiaro quindi profondamente insoddisfatto.
Il testo della mozione