Insistiamo!
Precarius - 03-02-2004
Meglio non nutrire troppa fiducia sulla tenuta e sulla costanza di atteggiamenti ostruzionistici, da parte dei docenti, a singole disposizioni previste dal prossimo decreto legislativo.
La L.53 è’ stata concepita a maglie molto larghe. I decreti, poi, sono dotati dalla stessa Legge 53 di una forte capacità “adattativa” nel tempo.
Attenzione, le forme di resistenza accennate o individuate in questi ultimi giorni sono estremamente interessanti. Possono riuscire a creare una profonda crisi iniziale all’impianto attuativo del Decreto, ma necessitano di una forza e di una compattezza che io non riesco a rilevare nella categoria.

Mancano 14 mesi al termine dell’esercizio della Delega, hanno tutto il tempo che vogliono per modificare quello che ritengono più opportuno, ma non modificheranno più i punti cardine del loro progetto. Il ricorso alla magistratura, per forza di cose approfondito fino all’inverosimile con docenti e genitori, se non sarà veicolato e coordinato dalle organizzazioni rappresentative della scuola, dai loro uffici legali, può diventare un terno al lotto affidato ad uffici legali non coordinati sul territorio. In quest’ultimo caso i risultati potrebbero essere imprevedibili e “settari”.
E’ già successo ai docenti precari, purtroppo per chi scrive...

L’informazione è fondamentale, possiamo attuarla(checché ne dicano alcuni “organismi scolastici” reinventati nella loro funzione), ma ci scontriamo contro un muro di gomma comunicativo se non si è, anche qui, costanti ed esponenzialmente in crescita nella protesta. Le oltre centomila persone che hanno manifestato a Roma esistono, nessuno può negare che quelle famiglie hanno realizzato un enorme sforzo comunicativo verso il Governo. E’ una cosa incredibile, che non è mai accaduta. Una seconda manifestazione, più “collaborata”, è stata richiesta con determinazione ed enfasi dai genitori, dal palco di P.zza del Popolo, ma la preghiera sembrava essere caduta nel vuoto…

Ora, invece, si conosce la data della manifestazione organizzata dalla scuola a cui sono invitati tutti : 28 febbraio - Roma.
Questa giornata bisogna prepararla in maniera eccellente, promozionarla ovunque, con fotocopie, manifesti, documenti.
Per ottenere un’incrinatura ulteriore all’interno della maggioranza,sulla condotta della Moratti nella Scuola, bisogna portare a Roma almeno il triplo delle persone del 17 gennaio…

Ma le manifestazioni costituiscono solo uno dei tre punti della linea di difesa della Scuola contro la grave riforma della Brichetto.

SCIOPERO/I, RICORSO AL TAR, MANIFESTAZIONI.

Si, “Linea est puncti evolutio”, ma su questi “momenti” è bene fare chiarezza.
Il Ministro non è inarrivabile. E’ “un amministratore” nominato, non eletto. Credere che uno sciopero non sortisca effetti è indice di scarsa conoscenza delle dinamiche politico-sindacali. La riuscita di uno sciopero non si misura solo dall’incidenza della presenza sui mass-media.

E’ un aspetto importante, ma non l’unico. Soprattutto quando si riveste di numeri importanti è capace di cambiare fortemente gli equilibri interni del Ministero, mutare le forze in gioco verso scelte politiche più rispettose dei lavoratori. Uno sciopero di rilievo, è l’unico strumento difensivo veramente efficace e immediatamente spendibile di cui dispongono i lavoratori, non dimentichiamolo.

In questo momento, come altri colleghi hanno già espresso, è fondamentale scioperare, tra qualche decina di giorni gli strumenti di divisione celati nella legge di riforma e nel decreto potrebbero far scendere di molto i numeri di adesione alla protesta, all’astensione dal lavoro. Molti, per l’orredo disegno di destrutturazione della Scuola esistente chiedono uno sciopero di più giornate (nel rispetto del T.U. e dei CCNL), hanno perfettamente ragione, ma è una cosa da valutare con grande delicatezza con la categoria degli insegnanti.

Ci sono persone (come chi scrive del resto) disposte ad uno sciopero duro, continuato… possono fungere da traino, con l’impegno mostrato, anche a far aumentare i numeri di un unica, forte, giornata di sciopero! Bisogna raccordarsi assolutamente tra ordini scolastici diversi.

La Scuola deve ancora riuscire a comunicare qualcosa, nel senso della mobilitazione vera e propria, se non ci riuscirà sarà come sprofondare all’interno di un turbine che non finisce, come successo alle famiglie, sul palco di una piazza gremita, ma su di un palcoscenico delle marionette…
Qualche giorno fa una giovane collega ha provato a lanciare un’idea: denunciare la censura della protesta della Scuola nei mass-media. Pubblicare la “grave accusa della Scuola” sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali e far partire analoghe iniziative nelle singole città. Per fare una prova ha bluffato, ha chiesto la disponibilità (futura ed ipotetica) di quindici euro a testa a docente, da versare le prossime settimane al fine di creare un fondo-cassa operativo in ogni scuola. Ha fatto un giro nel corridoio, il risultato non è stato solo deludente, ma mortificante.
7 docenti su 20 hanno dato la loro disponibilità…

Sono gli stessi colleghi che da anni blaterano contro i sindacati senza alzare mai un dito.
Se non si partecipa da anni alle assemblee sindacali, alle manifestazioni, ai dibattiti interni ed esterni, dentro o fuori il web, alle associazioni, al confronto con le diverse correnti, manifestare una critica alle diverse realtà associative della scuola, se si è in possesso o meno della tessera sindacale, è condotta assolutamente mediocre ed irresponsabile. E si sta parlando di persone che non intraprendono una di queste “possibilità” da anni.

Cosa assai diversa è rivolgere ai rappresentati sindacali, dagli iscritti, la domanda :
cosa avete fatto? “o “cosa avete intenzione di fare?”, da parte di chi può rivendicare proposte espresse negli anni, partecipazione attiva alle iniziative . Anzi, è esercizio di preziosa responsabilità.
In particolar modo in questo momento, distinguere gli ambiti in cui si muove chi “chiede” è fondamentale. Pressare i responsabili delle associazioni sindacali a far proprie e a rispettare le istanze espresse nelle assemblee è fuor di luogo.

Ma scherziamo, colleghi?
Se non ci fosse una risposta chiara e precisa in tal senso, da parte dei delegati, ci sarebbero gli estremi per le disdette di massa, per la “scomunica” sindacale di chi dovrebbe tutelare ed invece non lo fa.
In particolar modo, tutto questo vale per quei sindacati che oltre alle delibere assembleari, agli inviti pressanti dei genitori di questi giorni , hanno ricevuto un ulteriore “mandato” politico-sindacale. Un “richiamo”eccezionale,marchiato dalla lotta alla L.53, anche da non iscritti, il voto alle elezioni RSU.

La lotta contro il disegno governativo di ristrutturazione dell’istruzione sarà lunga, ma se si lavora bene sullo sciopero, sulla manifestazione, sul ricorso, la Scuola saprà tenere a dovere contro logiche e prospettive turbocapitalistiche che, di fatto, non appartengono proprio alla nostra cultura scolastica che fonda su ben altri principi.
E’ chiaro che tutto ciò non allontana assolutamente i docenti da una “resistenza interna” alla scuola contro le future singole disposizioni del Decreto. Al contrario, evolve,rafforza e chiarisce la linea di contrarietà a tutto il progetto della L.53.

Un messaggio forte da parte dei docenti potrebbe anche servire a destare un tantino le coscienze e l’impegno di quei personaggi politici (tantissimi) che, dichiarandosi contrari al “progetto d’istruzione delle destre”, disertavano invece, fin dal primo giorno, la discussione sui vizi di costituzionalità (si assentavano anche durante la votazione, con maggioranza risicata, su alcuni emendamenti fondamentali per condizionare positivamente il futuro esercizio della delega) della Legge n.53…

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 ilaria ricciotti    - 03-02-2004
Insistiamo, Insistiamo, Insistiamo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Aggiungo, anche se condivido pienamente l'articolo.
Ciò che anche a me preoccupa è il fuoco di paglia che accendono molti operatori e poi l'acqua a cui ricorrono per spegnere tale fuoco.
In questo momento molto delicato ci vuole pazienza, ci vuole unità, ci vuole costanza e determinazione. Insomma, ognuno, nel suo piccolo deve dare un contributo per contrastare ciò che è abominevole, incostituzionale e anacronistico.
Una scuola voluta da questo governo non deve passare.

 Roberta Giani    - 12-02-2004
Dobbiamo resistere! e ancora resistere!
E perché non chiedere, tutti uniti, le dimissioni del ministro Moratti? Credo che ci siano tutte le motivazioni per farlo!