Lo sciopero? Una questione morale
Mirco Pieralisi - 30-01-2004
Care colleghe e colleghi, cosa intendiamo fare dopo l’approvazione del decreto? Intendiamo limitarci, tra le pieghe di quello che concede la legge sull’autonomia scolastica, alla riduzione del danno? Intendiamo disperderci in una “guerriglia istituzionale” in cui, istituto per istituto, cercheremo di strappare gli organici necessari per poter mantenere un modello didattico, magari sperando che nella propria scuola “si continui come prima”? Arriveremo a sperare che per mantenere il tempo pieno reale lì dove insegniamo potremo contare su docenti che invece mancheranno ad altri? Cercheremo una scappatoia formale per rimandare il più possibile l’emergere dell’insegnante tutor nelle nostre classi? Magari speriamo di tener duro per un anno ancora e poi si vedrà?
Ora, tanto per essere chiari, a Bologna in molte e molti siamo impegnati anche per difendere la scuola di qualità a partire dalle condizioni date. Il pensiero di tutelare le bambine e bambini reali che sono nelle nostre classi, di poter loro offrire il massimo possibile, nonostante il decreto, guida una serie di azioni rivolte ai collegi dei docenti, ai consigli di istituto. La raccolta di migliaia di firme di genitori sui “moduli di riconferma” del modello didattico antecedente al decreto è uno degli strumenti che vuole far pesare sul campo la scuola di qualità al momento della definizione degli organici.

E’ PERO’ ALTRETTANTO EVIDENTE CHE QUESTE ED ALTRE INIZIATIVE DI “RIDUZIONE DEL DANNO” NON SONO SUFFICIENTI SE NON C’E’ UNA FORTE, CHIARA, RESPONSABILE E DECISA PRESA DI POSIZIONE DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI COLORO CHE LA RIFORMA DOVREBBERO APPLICARLA. DOBBIAMO FARCI SENTIRE NELL’ UNICO MODO CHIARO E DISTINTO UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO: LO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA PER FAR FARE AL DECRETO LA FINE CHE MERITA.


Stiamo bene attenti. Noi non possiamo sottovalutare quello che è stato fatto da tanti genitori e da tante e tanti di noi in questi mesi, con le manifestazioni di piazza e tutte le altre forme di protesta (che continuano…). Ma è quasi sbalorditivo pensare che nemmeno un’ora di sciopero è stata fatta contro questa riforma. Intendo solo contro la riforma, senza questioni contrattuali annesse. Uno sciopero per difendere la qualità e la dignità del lavoro che facciamo, per difendere gli interessi e i diritti di coloro che non sanno ancora di avere diritti o che non hanno ancora le parole per dirlo.
Ma voi non fate niente?”, ha detto una mamma rivolta a un insegnante, per altro tra i più presenti nell’organizzare la protesta di questi mesi. La domanda ha un senso. Cosa possiamo ancora fare noi per dimostrare che la scuola non vuole questa riforma?
Credo che scioperare contro la riforma sia per noi insegnanti una questione di dignità, una questione morale, indipendentemente dal numero di sindacati che intendano proclamare uno sciopero. E’ positivo che Cobas e Gilda abbiano già preso posizione in questo senso. Personalmente mi batterò comunque per far riuscire uno sciopero anche se ad indirlo fosse solo il club di Topolino, ma a nessuno sfugge che oggi serve uno sciopero che fermi veramente la scuola italiana, che la fermi perché essa non si fermi. E la condizione perché questo avvenga sta anche nelle decisioni che in questi giorni prenderanno i sindacati che affermano di avere la rappresentanza della maggioranza dei lavoratori della scuola. Sarebbe indegno e immorale che Cgil e Cisl in particolare, che pure hanno aderito alla grande manifestazione del 17 gennaio, accettassero il decreto e si limitassero a “contrattualizzarne” la sua attuazione. Credo che i loro iscritti debbano farsi sentire nella maniera più esplicita possibile, mettendo in gioco le tessere (e i soldi) con cui hanno dato la loro delega.

IN OGNI CASO, SE ENTRO UN RAGIONEVOLE NUMERO DI GIORNI I SINDACATI CONFEDERALI NON AVRANNO PROCLAMATO LO SCIOPERO PER IL RITIRO DEL DECRETO, DEVE ESSERE CHIARO PER NOI, NOI PERSONE RESPONSABILI, CHE NON CI DEVONO ESSERE ALIBI DI SORTA: LO SCIOPERO VA FATTO COMUNQUE, COME ABBIAMO FATTO IL 17 FEBBRAIO DI 4 ANNI FA, NONOSTANTE (O CONTRO) I SINDACATI CONFEDERALI. PER FAR FARE AL DECRETO LA FINE DI TANTI ALTRI, MA ANCHE PER LA “NOBILTA” DEL LAVORO CHE FACCIAMO.

Mirco Pieralisi, insegnante elementare

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 claudia fanti    - 30-01-2004
Assolutamente d'accordo, é veramente una questione morale. Grazie.


 Sergio Delli Carri    - 31-01-2004
Sono assolutamente d'accordo per lo sciopero con (o contro) i sindacati.
Sergio Delli Carri
insegnante elementare I.C."G. Fiorelli" di Napoli

 Arturo Ghinelli maestro    - 31-01-2004
Sono assolutamente d'accordo con lo sciopero.E' una questione morale.

 Precarius    - 01-02-2004
La totalità dei docenti precari, di diversi ordini scolastici, sta aspettando con ansia la data dello sciopero.

 francesca contarello    - 10-02-2004
sto ancora aspettando l'adesione allo sciopero indetto dai cobas della cgil!!! io lo farò.