Massimo Di Menna*
L'importanza della questione del riconoscimento della professione docente, discussione che prenderà corpo a gennaio nella commissione triangolare Aran-Miur-Sindacati che ha già iniziato i propri lavori, deriva dal fatto che una buona scuola dipende principalmente dagli insegnanti, dalla loro professionalità, dal loro impegno, più che dai sistemi ordinamentali.
Risultano, quindi, importanti una politica retributiva e una politica generale in grado di rendere appetibile la professione, di rivalutarne status e funzione sociale.
Attraverso tale riconoscimento si realizza più solidamente la rivalutazione del sapere, della cultura, della scuola, della funzione statale in materia d'istruzione: aspetti centrali per un paese come il nostro che deve competere con i paesi più industrializzati pur in presenza della grave crisi d'immagine del sistema produttivo.
Oggi la questione è come far crescere la cultura, il sapere, l'etica nella società e nelle scelte industriali e finanziarie.
La discussione sulla professionalità docente avviene in un contesto favorevole in quanto abbiamo alle spalle un buon contratto ed una verifica elettorale di consenso alle confederazioni sindacali. Il sindacato confederale ha ora un mandato rafforzato che ne fa l' interlocutore insostituibile e che ne aumenta le responsabilità per scelte che debbono essere innovative e non conservatrici.
Nei lavori della Commissione la Uil Scuola riproporrà l'attenzione su alcuni aspetti centrali:
1. L'aumento del costo della vita determina l'esigenza di avere nel prossimo contratto incrementi retributivi per tutti gli insegnanti in grado di difendere il valore reale delle retribuzioni.
2. Le scelte della Commissione riguardano il contratto 2004-2005 che deve trovare adeguato finanziamento.
3. Un sistema di carriera deve essere flessibile e far riferimento alle esigenze e alle scelte delle singole scuole.
4. Deve essere valorizzata la funzione docente nella sua specificità, quella che si svolge in classe con i ragazzi, riconoscendo l'impegno di ricerca, di studio, la disponibilità, il lavoro non certificato.
5. Vanno escluse soluzioni premianti attività burocratiche o di pura produzione o certificazione cartacea.
6. La valutazione che è necessaria, deve essere di supporto e connessa alle attività del Pof, trasparente e condivisa, non successiva e sanzionatoria,
7.Vanno incentivati autoaggiornamento e disponibilità ad impegni più ampi di ricerca e coordinamento didattico, di supporto, anche attraverso diverse tipologie di impegno temporale.
Non va dimenticato che abbiamo alle spalle tentativi, alcuni mal riusciti, ma altri come le scelte liberamente assunte da 100 scuole di sperimentare il legame tra le risorse del fondo e valutazione, mai verificati ed approfonditi.
Potrebbe essere la volta buona di scommettere sull'autonomia e di ridefinire l'uso delle risorse del fondo.
Infine,
la questione principale: come legare i meccanismi di carriera alle nuove figure previste dalla legge di riforma. A una professione docente appetibile deve poter corrispondere una carriera imperniata sulla possibilità di continuare ad insegnare, fare ricerca, attuare metodologie didattiche e formative nelle diverse sedi scolastiche e universitarie.
Occorre diffidare di chi pensa ad una carriera degli insegnanti cha abbia a riferimento opzioni puramente formative, dirigenziali o burocratiche. E' infatti, il continuo contatto con gli studenti, con i cambiamenti generazionali e sociali che rende certo più faticosa e complessa la professione docente, ma la rivitalizza continuamente e la rende gratificante.
Il compito che spetta al governo è quello di favorirne il pieno riconoscimento.
Le soluzioni devono essere di natura contrattuale, certe, concrete e fattibili. Richiedono scelte coerenti nella politica scolastica del governo, sia per la riforma che per gli organi collegiali.
Gli insegnanti hanno confermato anche con il voto, la netta contrarietà ad interventi legislativi sulla professionalità.
Auspico che il governo scelga la via del confronto e del dialogo. La scuola potrà essere modernizzata solo con un effettivo coinvolgimento e con il consenso degli insegnanti.
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Segretario generale Uil Scuola