breve di cronaca
Due lettere sul tempo pieno
Red - 23-01-2004
Dalla rete civica di Bologna:


Mi chiamo Angelo Arrabito. Sono un insegnante della scuola elementare di Padova. Desidero segnalarle due frasi davvero sconce e decisamente "stonate" facenti parte del testo della canzone vincitrice dello Zecchino d'oro di quest'anno.

La canzone si intitola "Le tagliatelle di nonna Pina" e tratta delle mille attività extrascolastiche cui vengono sottoposti oggi i bambini dalla pallavolo alla lezione di kung-fu ecc. Fin qui nulla di strano in quanto effettivamente esistono genitori (a mio parere pochi,però) che riversano sui propri figli in maniera nevrotica delle attese inaudite obbligandoli ad aderire a un sacco di attività contrari ai tempi e ai ritmi sostenibili da bambini in età evolutiva.
Peccato che a tutte queste attività extrascolastiche ed "opzionali" viene associato e bollato pure come elemento di disturbo e di stress il tempo pieno scolastico. Infatti ad un certo punto il testo recita così: "La situazione è grave/ed anche i miei amici/son tutti un pò stressati/per il troppo lavorar./IL TEMPO PIENO A SCUOLA /NON LO VOGLIAMO FARE /VOGLIAMO STAR CON MAMMA E PAPA' ".

Per visionare il testo completo basta collegarsi al sito dell'Antoniano di Bologna o comprare il cd o musicassetta in vendita in tutti i negozi di dischi....
In questi giorni con la scusa che questa è la canzone vincitrice dello zecchino di quest'anno (anche qui ho i miei dubbi che la giuria composta da bambini abbia scelto questa canzone perchè è tediosa e, secondo me, non rispondente ai gusti musicali dei bambini) viene cantata ad ogni piè sospinto in tutte le trasmissioni di massa (domenica in,ecc.) con questo orribile slogan contro il modello organizzativo di prim'ordine quale è il tempo pieno della scuola pubbica italiana messo in bocca ai bambini. I bambini, invece il tempo pieno a scuola lo vogliono fare perché rispetta i loro tempi e i loro modi di apprendimento e la scuola così si qualifica come LUOGO speciale che garantisce a tutte le alunne e gli alunni che la frequentano apprendimenti significativi sia cognitivi che relazionali. Mi è sembrato opportuno segnalare questo squallido inconveniente e riterrei utile che ciò,dopo gli eventuali chiarimenti, venisse reso di pubblico dominio con la posizione del Cesp.


Da Scuola Oggi :

Caro genitore,

dopo la lettera di un Ministro non ti dispiaccia leggere la lettera di un Maestro. Non me ne sento da meno: anche per i latini il Maestro è “magis ter” cioè “il maggiore fra”, mentre il Ministro è “minus ter” ovvero “il minore fra”. Come dire che è, o dovrebbe essere, il servitore del bene comune.
Voglio rassicurarti anch’io sulla realtà scolastica nella quale il tuo bambino si accinge ad entrare: la buona scuola la fanno i buoni maestri, e neanche un cattivo ministro ci può levare la professionalità e la competenza che ci siamo costruiti negli anni. Vedrai che andrà tutto bene.
La Circolare delle iscrizioni impone alla scuola di proporre modelli di orario e di organizzazione che nessuna scuola ha avuto ancora il tempo di studiare e di predisporre, e che, per giunta, ancora non sono stati approvati dal Parlamento. Non ci sottraiamo alle disposizioni ricevute, pertanto anche la mia scuola le “Benci” di Livorno offre la possibilità, a chi lo desidera, di optare per un tempo scolastico di 27 ore settimanali. Devi sapere però che la nostra offerta formativa, collaudata da molti anni e che in questi anni ha ottenuto riscontri positivi sia da parte delle famiglie che da parte delle scuole medie che hanno accolto i nostri alunni, è già dimensionata su 30 ore o 40 ore settimanali. Pertanto al momento gli unici chiarimenti che ti posso dare riguardano ciò che si può togliere, non quello che si può aggiungere. Nelle 30 ore settimanali già da alcuni anni è previsto l’insegnamento dell’inglese in prima e in seconda elementare, (anzi già nelle scuole dell’infanzia) l’insegnamento dell’informatica in tutte le classi (e nelle sezioni di 4 e 5 anni) momenti di recupero e di approfondimento per i bambini che rimangono indietro, attività arricchite per quelli che hanno già raggiunto i risultati minimi, brevi pause e tempi di relax dopo le attività più impegnative, laboratori espressivi con attività musicali e teatrali, laboratori di manipolazione e pittura, attività di gioco sport con esperti esterni ecc. Tutto ciò, ma non c’è neanche bisogno che te lo dica, è già gratuito e per tutti. Se tu scegli le 27 ore probabilmente desideri rinunciare ad alcune di queste possibilità, ma poiché la Legge non c’è ancora e le scuole non sanno ancora su quali risorse di potranno contare, non ti posso ancora dire come potrà essere organizzata la mattinata scolastica. Forse se scegli le 27 ore il tuo bambino dovrà entrare più tardi in alcune giornate, o uscire prima in altre, o si dovrà allontanare da scuola durante quelle attività che non desidera svolgere o forse, visto che siamo in clima di autonomia e di personalizzazione, saranno prescritti dal Ministro anche gli orari delle discipline nella mattinata e i minuti di riposo degli alunni.
Forse la legge che verrà cambierà le cose, ma per ora a noi piace offrire il massimo, è per questo che continuiamo a proporre il meglio di noi stessi, una corresponsabilità piena di tutte le maestre che lavorano con i bambini, non una delega ad un solo docente della responsabilità totale sugli stili sulle scelte educative che influenzeranno la crescita del tuo bambino. Che offerta speciale sarebbe questa? Guarda e stupisci: Tu puoi avere 30 ore ma noi te ne offriamo ben 27! E, colmo della convenienza, al posto di tre docenti te ne diamo uno solo, e non te lo puoi nemmeno scegliere, ti prendi quello che passa il convento. No, non quella maestrina lì che ti era così simpatica, quella sbadata aveva studiato il doppio per poterti offrire anche l’inglese, si era specializzata perfino in informatica, ma da ora potrà fare solo inglese o solo l’informatica, un’oretta o due per classe, perché le materie “nobili”, l’italiano, la matematica ecc, toccheranno ai docenti tuttologi, quelli che possono profondere la stessa competenza su tutte le materie fondamentali. Purtroppo anche loro in questo momento sono un po’ più esperti in alcune discipline e un po’ meno nelle altre che erano state approfondite al meglio dagli altri maestri della classe, ma fra quattro o cinque anni saranno tutti perfettamente livellati.
Noi, fino a che sarà possibile, continueremo a offrirti una classe unica, che quando le maestre sono insieme si divide in gruppetti più piccoli, nei quali i bambini possono essere seguiti in maniera individualizzata (o, se più ti piace, “personalizzata”), ricevendo ciascuno, in un rapporto molto più vantaggioso, ciò di cui ha più bisogno in quel momento. La “personalizzazione” secondo Moratti invece vuol dire tagliare la compresenza dei docenti, vuol dire che dopo le ore passate tutti insieme con il maestro tuttologo la classe sarà scompaginata, tutti i buoni di qua, insieme ai buoni delle altre classi, tutti gli asinelli di là, insieme agli asinelli delle altre classi. Non è chiaro come questi ultimi faranno a progredire visto che saranno sempre tanti con un solo insegnante e non avranno neanche l’esempio dei migliori da seguire, ma almeno non disturbano i buoni, che potranno volare sempre più in alto. Anche i buoni saranno tanti con un solo maestro, ma loro hanno meno bisogno di attenzione, che mai di grave potrà loro capitare? al massimo in questo stuolo numeroso che vola così in alto qualcuno potrà perdere il passo e precipitare fra gli asinelli, oggi a me domani a te, ma quando si va giù non ci sarà più possibilità di risalire. Questo è un esempio di “personalizzazione” secondo Moratti, ma se ne possono fare tanti, metti che il tuo bambino proprio non gli piace la matematica, ma perché accanirsi a volergliela insegnare a tutti i costi? dopo aver fatto il minimo basterà chiedere per lui un corso di degustazione di vini, che gli piacciono molto di più della matematica, anche se forse gli fanno meno bene. Non esageriamo, non ci saranno mai richieste così astruse, e poi c’è la maestra tutor che tempera questi eccessi e può indirizzare l’alunno verso il laboratorio teatrale ( che guarda caso ha un maestro esperto disponibile nella scuola) piuttosto che verso il laboratorio di chitarra classica ( che si dovrebbe andare a cercare fuori, a pagamento e lasciando personale a perdere nella stessa scuola).
Ma forse non sai, caro genitore, che nella mia scuola, le “Benci” di Livorno, puoi avere già tutto questo, oltre alle attività in orario scolastico uguali per tutti puoi chiedere di fare pittura, teatro, inglese con insegnante di madre lingua, corsi di chitarra, volley, basket, danze sud americane, perfino degustazione di vini, purchè ci sia un gruppetto di bambini disposto a pagare un piccolo contributo (facciamo prezzi modici, solo 11 euro al mese) Solo che queste cose noi le offriamo IN PIU’, oltre il percorso scolastico, non AL POSTO DI…
E continuiamo a offrirti il tempo pieno, alla nostra maniera perché con quello della Moratti hai 330 ore annue per mangiare e per bighellonare. Pensa che da noi ne bastano 150 e poi riprendi lo stesso ritmo equilibrato della mattinata, l’alternanza di studio e di gioco, di attività impegnative e divertenti, di lavoro e di relax, con le tue stesse maestre di classe.
Infine permettimi un ultimo suggerimento, se proprio vuoi la nuova scuola morattiana vai alle scuole private, loro già funzionano così, con meno insegnanti, con più discriminazione e con l’orario che vuoi tu. Devi solo pagare un po’, ma avrai anche un piccolo rimborso dallo Stato.

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 Dedalus    - 23-01-2004

I veli di Dutto e gli apprendisti stregoni del MIUR

Sono sempre più frequenti le "esternazioni" pubbliche, conferenze o mezzo stampa, del Direttore Regionale della Lombardia Mario Giacomo Dutto sui temi del tempo pieno e prolungato.
Sempre in maniera pacata e riflessiva e con intenti rassicuranti il Direttore Regionale da qualche tempo va argomentando alcune tesi che ci lasciano alquanto perplessi.
Nel corso di una recente Conferenza di servizio con i dirigenti scolastici il dott. Dutto, con tanto di grafici e diapositive, ha sostenuto che nella regione Lombardia vi è stato uno sviluppo diseguale e scombinato dei modelli di tempo lungo nella scuola elementare e nella scuola media, fra le varie province. Come mai, inoltre, si chiede Dutto, si assiste allo strano fenomeno secondo cui ad es. in provincia di Milano all'elevato numero di classi a Tempo Pieno (85%) non corrisponde un numero altrettanto elevato di tempo prolungato alla media (41%)?

Ora, a spiegazione di questo fenomeno, si potrebbe avanzare qualche considerazione anagrafica, relativa cioè alla differente età degli alunni (i ragazzi di 10-13 anni possono essere lasciati a casa da soli, i bambini di 6-9 anni no…). Ma forse la ragione di fondo è più semplice di quel che si pensi. La stessa Legge n.148/1990 infatti consentiva la prosecuzione delle attività di tempo pieno "entro il limite dei posti funzionanti nell'a.s. 1988-89", vale a dire poneva come condizione per l'istituzione di classi a tempo pieno il fatto che non si superasse il tetto degli organici allora consolidato a livello nazionale (art.130, comma 2 del T.U. 297/94). Successivamente, un Decreto Ministeriale del 1995 (Min. Berlinguer) consentiva deroghe in casi particolari, ma la linea di tendenza al contenimento degli organici, e quindi del tempo pieno, rimaneva un riferimento costante per molti CSA (ex Provveditorati agli Studi).
Cosa è successo allora, di fatto, in questi anni? A Milano, di fronte alla richiesta pressante delle famiglie e delle scuole, i dirigenti del CSA, prima De Sanctis e poi Zenga, nell'assegnazione degli organici alle scuole, sceglievano di privilegiare l'istituzione di classi a tempo pieno, tagliando progressivamente, negli anni più recenti, posti da altre parti (progetti stranieri, lingua straniera, ecc.). Si è registrato pertanto un aumento costante delle classi a T.P. fino ad arrivare a percentuali dell'87% a Milano città. Sono state autorizzate invece pochissime classi di Tempo Prolungato in aumento alla scuola media, almeno dal 1996, anche a fronte di richieste delle scuole, per insufficienza di risorse di organico.

Consideriamo allora l'ipotesi (da verificare con una più approfondita analisi dei dati, ma plausibile) che in altre province le cose siano andate diversamente, vale a dire che i CSA abbiano sostanzialmente bloccato o contenuto gli organici provinciali di tempo pieno nella scuola elementare, con possibilità minime di ulteriore espansione. In questo caso la mancata offerta da parte delle scuole (il numero di classi a T.P. autorizzabili) avrebbe finito per deprimere o calmierare una domanda, da parte delle famiglie, che pure c'era o ci sarebbe stata…

Questa ipotesi, non fantascientifica, risulterebbe avvalorata in pieno se venissero confermati i dati relativi alle iscrizioni sulle classi prime a.s. 2004-2005. Dai primi dati risulta infatti una tendenziale richiesta generalizzata da parte delle famiglie di modelli di tempo lungo, a 40 ore, mensa compresa.

Paradossalmente la lettera inviata dal Min. Moratti ai genitori, nella quale si prospettano maggiori opportunità formative, "con un ventaglio di scelte più ampie e personalizzate, a cominciare dalla scelta del tempo scuola", sta producendo un risultato inatteso. La Moratti infatti scrive personalmente alle famiglie che “il tempo pieno sarà offerto a tutti i bambini della scuola primaria gratuitamente come per il passato e fino a 40 ore settimanali a seconda delle scelte che voi esprimerete alle scuole interessate al momento dell'iscrizione". A quanto pare adesso le famiglie, prendendo sul serio questa maggiore "libertà di scelta" e/o "liberalizzazione" dei tempi scuola, richiedono modelli orari di tempo lungo. La lettera e le promesse della Moratti, in perfetto stile berlusconiano, finiscono così per alimentare aspettative e richieste da parte delle famiglie.
Peccato che l'art. 14 bis (introdotto con gli emendamenti adottati il 10 dicembre in sede di Conferenza Stato-Regioni) del decreto che dovrebbe essere approvato, reciti "Al fine di realizzare le attività educative di cui all'articolo 7, commi 1, 2 e 3 e all'art. 10, commi 1, 2 e 3, è confermato in via di prima applicazione, per l'anno scolastico 2004-2005, il numero dei posti attivati complessivamente a livello nazionale per l'anno scolastico 2003-2004 per le attività di tempo pieno e di tempo prolungato ai sensi delle norme previdenti". Gli organici di T.P. quindi non dovranno superare il limite dei posti autorizzati quest'anno a livello nazionale e saranno confermati, in via di prima applicazione del decreto, solo per l'a.s. 2004-2005.

Si tratterebbe, in un certo senso, di un duplice "effetto paradosso". Da un lato il MIUR ha in mente un modello di scuola ben diverso (meno ore di lezione, meno tempo scuola) e però per tranquillizzare le famiglie assicura che garantirà anche le richieste di tempo pieno a 40 ore (gratuitamente!). Dall'altro, se le richieste di tempo pieno da parte delle famiglie dovessero espandersi ed aumentare difficilmente potranno essere accolte per intero, fermi restando i vincoli di organico attuale a livello nazionale. Apprendisti stregoni, appunto.

Detto questo, non si capisce proprio perché una persona colta e preparata come il Direttore Dutto si ostini dichiarare che sul Tempo Pieno permarrebbe un "velo ideologico" e che si confonderebbero le carte con esagerazioni e falsità (Avvenire, 20 gennaio), riferendosi probabilmente a coloro che sostengono che con la Riforma Moratti il T.P. va a gambe all'aria. Il dott. Dutto sa benissimo che il Tempo Pieno come l'abbiamo conosciuto negli ultimi vent'anni e più, con tutti i suoi pregi ed anche i suoi limiti (attenuazione della "spinta propulsiva" originaria, situazioni poco innovative, ecc.) - in quanto modello educativo - è cosa ben diversa dal "tempo pieno degli alunni" previsto dal Min. Moratti "fino a 40 ore, nella sua massima espansione". Il tempo scuola di 40 ore della Moratti , come sommatoria di diversi segmenti orari e diversi tempi degli alunni, è un modello completamente diverso dal T.P. storico, tradizionale, fondato sulla doppia titolarità dei docenti e su un progetto pedagogico-didattico unitario. Faremmo un torto all'intelligenza del dott. Dutto pensare che non gli sono più che note queste differenze. Pensare questo a Milano, dove il Tempo Pieno è nato e cresciuto, sarebbe veramente "fuori luogo", in senso non metaforico.

Allora perché non chiamare le cose con il loro nome? Diciamo piuttosto che si ritiene "superato" il Tempo Pieno (in quanto poco "flessibile", poco "innovativo" o inventiamoci qualcos'altro ancora) e diciamo con chiarezza che il nuovo modello che si prospetta è un'altra cosa. Senza ambiguità e senza "veli" e cortine fumogene. Nomina sunt consequentia rerum.



 Boscolo    - 25-01-2004
Sono un maestro di scuola elementare e non lavoro con classi a tempo pieno . Spesso però nel tempo libero (anche gratuitamente) mi rendo musicalmente disponibile per varie attività come possono essere le
recite a Natale, a fine anno scolastico.
Restando in tema di canzoni dello Zecchino d'Oro,
lo scorso anno ho aderito con gli alunni delle mie classi (non posso piu' dire modulo?) all'iniziativa di proporre una canzone per lo zecchino d'oro. La nostra canzone secondo me (ma sono di parte) era molto bella con un testo sull' amore... pace.. amicizia e poteva uscire da un'idea di un Istituto delle Suore Carmelitane.
Siamo stati contattati più volte e sembrava quasi scelti.Così non è andata, pazienza. Quello che mi rammarica è che hanno preferito la canzone CROCK, SHOCK, BROCK, CLOCK molto ben ritmata
e dove tutto è un inno alle patatine fritte!! Questa canzone è uscita da un'idea dell'ist. delle suore Carmelitane di Verona......
Boscolo