Redazione - 14-01-2004 |
No global arrestati: D'Erme smentisce i riconoscimenti «Non mi sono riconosciuto nelle foto che mi sono state mostrate e che fanno riferimento agli scontri del 4 ottobre. E osservando quelle nelle quali, invece, mi sono riconosciuto, si vede chiaramente che non sto aggredendo nessuno». Davanti al gip il consigliere comunale Nunzio D’Erme ha respinto ogni accusa. Dopo le misure cautelari, il magistrato ha sentito ieri i disobbedienti arrestati per i disordini scoppiati durante il vertice Ue e per i quali sono accusati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Hanno tutti rivendicato l'appartenenza al movimento, ma negato di agire per seminare violenza. Soltanto tre di loro se la sono sentita di ribattere alle accuse contestate dal gip: d'Erme, Valerio Porcelli e Andrea Alzetta hanno voluto spiegare a chiare lettere di non riconoscersi nei fotogrammi che sono stati loro mostrati. «Hanno ammesso di aver preso parte alla manifestazione del 4 ottobre scorso - ha spiegato il loro difensore, l'avvocato Marco Lucentini, parlando con i giornalisti - ma hanno ribadito di non avere avuto a che fare con gli incidenti. Le stesse fotografie scattate dagli investigatori durante gli scontri non sono nitide e sono state fatte ad una certa distanza. Nessuno degli indagati, insomma, si è riconosciuto tra quelli che alla manifestazione avrebbero preso parte alle aggressioni armati di bastoni, catene e scudi». Gli altri hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Anche loro, però, come gli altri tre, hanno fatto mettere a verbale il «significato politico» della loro iniziativa: «Facciamo parte del movimento dei Disobbedienti - hanno detto - e il nostro obiettivo è porre in essere azioni di valore civile che non hanno nulla di offensivo o di aggressivo nei confronti dei rappresentanti delle forze dell'ordine o comunque nulla che configuri un'ipotesi di reato». Dopo gli interrogatori il Gip Marina Finiti e il pm Salvatore Vitello hanno convalidato gli arresti per sette delle 14 persone sottoposte da ieri a diverse misure di restrizione. Le altre sette, è stato spiegato, saranno interrogate domani mattina. Intanto domani si prepara una giornata bollente. «Arriveremo fin sotto casa di Silvio Berlusconi - hanno annunciato i Disobbedienti romani. La manifestazione prevede la sosta finale in Piazza Venezia. È stato cambiato, invece, il luogo per il concentramento dei manifestanti: non più sotto casa del leader dell' antagonismo romano, Nunzio D'Erme, ma piazzale Tiburtino da dove il corteo si muoverà alle 16.30. La casa di D'Erme si trova al Tuscolano, un quartiere troppo lontano rispetto alla meta finale. Non sarà solo un corteo di solidarietà con gli esponenti del movimento finiti ai domiciliari per gli scontri avvenuti durante il corteo del 4 ottobre, ma anche una manifestazione per rilanciare il programma politico dei Disobbedienti. «Manifesteremo tutti insieme dietro questo striscione per chiedere la libertà per Nunzio D'Erme e per gli altri attivisti arrestati e sottratti alla possibilità di svolgere attività politica - dicono i Disobbedienti - ma manifesteremo anche per le libertà democratiche e per il diritto e la necessità di contestare un governo autoritario responsabile di un progressivo impoverimento del paese. Manifesteremo perché venga salvaguardato il diritto di sciopero e quello ad avere un reddito dignitoso. Manifesteremo per i diritti sociali a cominciare da quello alla casa». L'Unità |