Per ricordare Norberto Bobbio
Teo Orlando - 12-01-2004
Nell'unirmi al cordoglio generale per la morte di Norberto Bobbio, vorrei ricordarlo con due citazioni dai suoi scritti, la prima che illustra esemplarmente le idee politiche in cui io stesso credo, la seconda che indica un modello di attività filosofica a cui molto approssimativamente cerco di ispirarmi da insegnante e da studioso:

"Del resto, se l'eguaglianza può essere interpretata negativamente come livellamento, la diseguaglianza può essere interpretata positivamente come riconoscimento della irriducibile singolarità di ogni individuo. Non c'è ideale che non sia acceso da grande passione. La ragione, o meglio il ragionamento che adduce argomenti pro e contro per giustificare le scelte di ciascuno di fronte agli altri, e prima di tutto di fronte a se stessi, viene dopo. Per questo i grandi ideali resistono al tempo e al mutar delle circostanze e sono, l'uno all'altro, ad onta dei buoni uffici della ragione conciliatrice, irriducibili. La spinta verso una sempre maggiore eguaglianza tra gli uomini è, come aveva osservato nel secolo scorso Tocqueville, irresistibile. Ogni superamento di questa o quella discriminazione, in base alla quale gli uomini sono stati divisi in superiori e inferiori, in dominatori e dominati, in ricchi e poveri, padroni e schiavi, rappresenta una tappa, se pure non necessaria, ma soltanto possibile, del processo di incivilimento".
(Norberto Bobbio, Destra e Sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, Roma, Donzelli, 1994, pp. 88-89)

"Ciò che contraddistingue il filosofo analitico rispetto a quello sintetico è l'attrazione verso la diversità piuttosto che verso l'unità, o per lo meno, nessun filosofo potendo rinunciare a una visione unitaria della realtà, verso il movimento per cui un determinato universo si scinde nelle sue parti piuttosto che verso il movimento contrario" (Norberto Bobbio, Teoria generale della politica, Torino, Einaudi, 1999, p. 601).

La sua lezione ci mancherà.

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