Mara - 21-12-2003 |
Condivido pienamente le preoccupazioni dei colleghi insegnanti di inglese. Confermo l'indignazione per la leggerezza con cui si afferma che non servono tante ore per imparare una lingua straniera, se le strategie d'insegnamento e la motivazione all'apprendiemento sono adeguate. Perché, finora sono state indaguate? I docenti di lingue straniere, da sempre all'avanguardia nell'utilizzo di strategie, tecniche e tecnologie didattiche, hanno bisogno di sentirsi dire da perfetti incompetenti ministeriali come e in quanto tempo si insegnano e si imparano le lingue straniere? Aggiungo l'ulteriore perplessità sull'accorpamento delle due lingue straniere da insegnare in un unico ambito con un monte ore complessivo. Significa che gli studenti impareranno, oltre all'inglese, la seconda lingua conosciuta dall'insegnante titolare? O ci saranno due distinte cattedre? Nel primo caso, sarà necessario possedere l'abilitazione anche nella seconda lingua eventualmente insegnata nella stessa classe? E quali sarebbero i limiti discrezionali delle singole scuole nella suddivisione del monte ore? Infine, anche per la scelta della seconda lingua straniera saremo costretti a dipendere dalle opzioni dei genitori? |
Marina Ciccolella - 26-12-2003 |
Sono totalmente d'accordo con le dichiarazioni, i quesiti e le perplessità dei colleghi, comuni a tutti i docenti di lingue straniere. Già tre ore non erano sufficienti a fornire le competenze richieste dal Quadro Comune di Riferimento Europeo, due non consentono nè alfabetizzazione nè personalizzazione dei piani di studio. Quanta discrepanza tra gli intenti teorici descritti dalla riforma e la realtà attuativa!! E che dire se ci paragoniamo a tutti gli altri paesi europei in merito all'insegnamento della L2 e le ore dedicate? Eravamo già fanalino di coda, ora, forse, non ci sarà neanche più il fanalino. Dopo trent'anni di insegnamento, devo constatare l'incredibile salto indietro e questo proprio nella prima decade del millennio!! Avere a cuore la scuola italiana e di qualsiasi altro paese 'civile' significa potenziarla e non depauperarla come sta avvenendo. Questa riforma entrerà nella storia per essere stata quella che ha 'tagliato' chirurgicamente aree di sapere e competenze impoverendo l'offerta formativa e aumentando la discrepanza tra la scuola pubblica e quella privata. Sono sicura che i docenti saranno sempre e comunque all'altezza della situazione, come hanno sempre fatto nonostante i pregiudizi e i luoghi comuni, come spero che la voce di tutti i colleghi si faccia sentire alta e unanime nel dissenso alla riforma. Nessun professionista serio e competente può accettare soluzioni così lontane dal mondo vero della scuola, degli studenti, dei docenti e dei genitori. Davvero, il Signor Ministro, crede che questa sia una 'riforma' ? Quali i reali obiettivi? Davvero la Sig.ra Moratti pensa che la 'sua' scuola sia al servizio di 'tutti 'i bambini, ragazzi e giovani? |
Corpaci Sebastiano - 29-12-2003 |
Cari collegi sono pienamente d'accordo. Non si capisce la fine che faremo. Siamo stati imbrogliati dal governo e dal silenzio dei sindacati. Abbiamo bisogno di chiarimenti. Dovremo avere più classi? E chi non ha sostenuti esami di francese come lingua biennale che farà? |
Grazia Pigato - 19-02-2004 |
Mi trovo perfettamente d'accordo con quanto espresso nel vostro articolo. Credo che la nostra materia, da sempre penalizzata (l'unica ad avere due classi con gli esami scritti ogni anno, l'unica ad avere sei classi con le prove scritte) sia adesso completamente affossata. Ma come si pretende di portare a termine programmi per nulla diminuiti dimezzando quasi il monte ore? Adesso ci troviamo con meno ore di materie come arte, musica e scienze motorie che non solo non hanno prove scritte ma sono anche alleggerite dalla responsabilità di una preparazione in vista della scuola superiore. Grazie per la sua competenza signora Moratti. |