Fiocchi rosa
Emanuela Cerutti - 29-11-2003
Pullulano e colorano il triste autunno.


Il primo, che leggo su Tuttoscuola di inizio settimana:

"... Il 20 novembre si e' insediata la commissione tecnica mista ARAN-MIUR-sindacati che dovrebbe individuare entro il 31 dicembre 2003 soluzioni possibili per istituire meccanismi di carriera professionale per i docenti. Un obiettivo ambizioso, ma ineludibile se si vuole che la scuola italiana compia un vero salto di qualita'.
Il decollo di questa commissione e' stato particolarmente lento, complici anche le elezioni delle RSU che hanno agito da freno: sono trascorsi ben quattro mesi dalla sottoscrizione del contratto scuola che ne prevedeva la costituzione Che cosa potra' fare, quali proposte elaborare, questa commissione in soli 40 giorni su un tema che e' oggetto di discussione da anni? Su quali basi si sviluppa il confronto? Nonostante gli sforzi compiuti per raccogliere orientamenti comparabili, per ora non si hanno informazioni, salvo le poche lasciate filtrare dai sindacati, soprattutto dalla CGIL scuola ,che nel primo incontro hanno posto una questione di metodo: non ci puo' essere alcuna trattativa sindacale in parallelo alla discussione in Parlamento dei due disegni di legge sullo stato giuridico dei docenti.
Sembrerebbe che il ministro abbia dato assicurazione che nessuna iniziativa parlamentare andra' avanti prima della conclusione dei lavori della Commissione.
Di certo si tratta di un confronto che per la rilevanza e la delicatezza della materia deve svolgersi in una pluralita' di sedi, compreso il Parlamento, perche' la carriera dei docenti dipende da moltissimi fattori e da elementi non solo monetari. Un po' come avviene nella vicina Francia, dove il dibattito che si sta svolgendo proprio in questi mesi sui grandi temi del sistema educativo, compresa la condizione degli insegnanti, e' aperto, pubblico, intenso, e la partecipazione e' fortemente sostenuta dal governo e dai piu' importanti media, quotidiani in testa."
(v. nota a commento)


I Sindacati, che avevano inviato in data 18 settembre al Ministro Moratti e al presidente dell'ARAN Fantoni una nota a firma dei segretari generali Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals, con la quale si respingeva l'ipotesi di commissione proposta dal MIUR, in quanto la composizione di questa commissione di studio per l'istituzione di meccanismi di carriera professionale dei docenti, prevista dall'art.
22 del CCNL, non era stata mai discussa con i sindacati e, conseguentemente, non poteva essere istituita unilateralmente dal Ministero, hanno partecipato a questo primo incontro, teso, dicono, a sondare le "opinioni esistenti tra le diversi parti"
E' stato confermato "il carattere istruttorio e di elaborazione della commissione, mentre sarà demandata al momento negoziale ogni aspetto decisionale".
Nulla di ancora deciso, quindi, ma un tavolo per premesse da avere ben chiare.

Leggo infatti in Cgilscuola:

"Tutte le organizzazioni sindacali presenti hanno confermato come sia pregiudiziale ad ogni trattativa la quantificazione delle risorse disponibili e la sospensione della discussione sui ddl sullo stato giuridico dei docenti.
I diversi interventi sindacali si sono, inoltre, soffermati sui seguenti punti :

- valorizzazione del modello cooperativo della scuola dell’autonomia (no a ipotesi di gerarchizzazione della categoria)
- centralità del lavoro in aula
- articolazione orizzontale delle funzioni sulla base della progettualità e dei bisogni della scuola, con modalità di scelta in cui si valorizzi la responsabilità del collegio
- potenziamento della formazione in servizio rivolta a tutti i docenti e certificata, come strumento di miglioramento della qualità della scuola.
- Accorciamento dell’attuale carriera
- Potenziamento delle forme di mobilità professionale, alla luce anche della fine di ogni meccanismo di prepensionamento
- Reperimento di misure di attenzione e sostegno agli insegnanti in ingresso."



C'è da riflettere sull'immane lavoro che la Commissione dovrà svolgere in nome di premesse già smentite, per lo meno sulla carta, dai provvedimenti di Riforma: gerarchie imperanti (tutor, figure di sistema...), laboratori diffusi e svenduti in percentuale sull'orario, progetti mirati a supervalutazioni di qualità talvolta ben oltre i "reali bisogni"; carriere che raggiungono le proverbiali barbe di babbo natale, ma in effetti siamo nel periodo giusto; mobilità professionale costantemente tesa verso la porta d'uscita, dove appunto gli inseganti in ingresso attendono pazientemente.
Un immane lavoro: ma si sa, tutto ciò che nasce è un dono ed una sorpresa, e poi ce lo aspettavamo, no?
Quindi buon lavoro alla misteriosa Commissione,
che si è data appuntamento, tanto per la cronaca, per il 9 dicembre, semmai qualcuno volesse far sentire la sua voce.



Il secondo sta invece direttamente sul sito del Miur, tra i comunicati, con il titolo: Nascono i nuovi organi collegiali: più spazio a famiglie e studenti, per la prima volta presenti anche a livello nazionale e regionale




In nome dei principi della Riforma e della semplificazione dei procedimenti di costituzione di tali organi collegiali, I nuovi organi collegiali riflettono, si ipotizza un "sistema di nomine "a catena", per cui si eleggono i componenti i Consigli locali, i cui presidenti e vice-presidenti entreranno d'ufficio nei Consigli regionali., i cui I presidenti e vice-presidenti a loro volta entreranno nel Consiglio nazionale dell'istruzione e della formazione.
Dove però ci saranno anche dieci componenti nominati dal Ministro.
Giusto per garantire un pensiero plurale, evitando il facile rischio della ripetitività, nell'attualissimo senso televisivo che ben ci sovrasta.
Catena o piramide, questo è il problema, direbbe Amleto, senza accorgersi che i due corni del dilemma per una volta non sono in contraddizione.
Soprattutto senza pensare alla potenza evocativa del linguaggio, che descrive il futuro stato dell'arte con immagini tra il medioevale e l'ottocentesco, poco in linea con una "scuola che cambia".
Ma anche qui, tant'è: tutto dipenderà dalla forza degli eletti, genitori e studenti in primis, perchè gli insegnanti meglio lasciarli in panchina, non vorrai che poi la scuola torni ad essere alternativa culturale per caso?
Con tutto quello che ci costano?

Buon ventinove a tutti*



interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 E.C.    - 29-11-2003
La notizia che Tuttoscuola riporta sulla situazione francese è parziale e non descrive l'insieme delle condizioni in cui tale dibattito si sta preparando: due "mezze giornate" aperte ai genitori, ai dirigenti d'industria, alle personalità locali, che si svolgeranno nelle prossime settimane senza che gli insegnanti siano tenuti a partecipare; incontri gestiti e "restituiti" all'apposita Commissione governativa dagli Ispettori per l'Educazione Nazionale o dai Dirigenti scolastici, letteralmente precettati, tanto che qualcuno ha sostenuto : ci chiedono di sospendere il nostro lavoro, per dare le chiavi di casa a quelli che pensano che la scuola abbia fatto il suo tempo; discussioni che vertono sulle famose 22 questioni, troppo specifiche per essere affrontate dai non addetti ai lavori, e troppo ambigue per non far credere che contengano già le risposte desiderate; questioni alle quali è possibile rispondere anche via internet, utilizzando però le parole-chiave previste (a titolo di esempio per la n°3: Verso quale tipo di uguaglianza deve tendere la scuola? soluzioni possono essere pari opportunità, differenziazione; settorizzazione; selezione; discriminazione positiva. Emblematica anche la n° 22: Come formare, reclutare, valutare gli insegnanti e organizzare meglio la loro carriera? che finisce per chiedere, ma a chi?, quale importanza abbiano il merito o l' insuccesso per la carriera docente); assenza della voce insegnante (professionnels si chiamano e lo dicono con una certa ironia) sia dagli organi di informazione, sia dalla mente del ministro, sordo a qualunque richiesta contro la decentralizzazione, la riduzione delle risorse, la chiusura delle contrattazioni salariali, la privatizzazione.
L'esistente, con i suoi problemi, non viene tenuto in considerazione, affermano i sindacati che stanno cercando di individuare comuni forme di mobilitazione, mentre il "vero" dibattito, quello parlamentare, sta comunque continuando e cassando lo stesso statuto degli insegnanti, categoria che si sente a rischio.
Che abbia ragione chi questo grand débat lo chiama Grand barnum?

 Ilaria Ricciotti    - 30-11-2003
Diverse bandiere e non fiocchi rosa da Roma ad Emanuela con condivisione.
Ciao, Ilaria

 Claudio Sgarbi    - 30-11-2003
I luoghi comuni sono l'espressione del comune sentire e pur costituendo una banalizzazione e, il più delle volte, un errore, (generalizzando e semplificando il complesso non tengono conto del reale) sono comunque da rispettare proprio perchè incarnano quella banalizzazione che va combattuta con le argomentazione e non con altri luoghi comuni.
A meno che non si vogliano usare le stesse argomentazioni e lo stesso linguaggio da imbonitori mediatici che hanno prodotto la melassa nella quale siamo immersi.
Ma davvero pensi che gli insegnanti siano gli unici depositari della cultura?
Ma davvero pensi che tutti gli insegnanti siano eguali?
Ma davvero pensi che tutti gli insegnanti "ci diano la stessa pelle"?
Io penso invece che i docenti , al di là dell'affidavit educativo-professionale, siano dei "fattori culturali" (nel senso che fanno cultura) al pari di qualunque altra persona e il fatto che il prodotto culturale scolastico si stia sempre più abbassando sia proprio da attribuirsi ad un deficit di sistema globale che vede sempre più in diminuzione la produzione di cultura a tutti i livelli. (E non certo per colpa degli insegnanti).
In 30 anni di insegnamento ho trovato più agganci e collaborazioni educative in realtà esterne che in Consigli di Classe; questa naturalmente non è regola, ma il più delle volte il Consiglio di classe incarna la cristallizzazione e la burocratizzazione dei ruoli e delle funzioni dove ci si proccupa più della prassi, dei tempi e della verbalizzazione piuttosto che dei problemi educativi .
La scuola non fa altro che registrare tutto ciò e quindi è perfettamente inutile incaponirsi in diatribe irrisorie che risultano non solo essere dannose e divisorie, ma contrarie a logiche culturali di costruzione e condivisione.
E poi è ora di finirla di considerare sacra ed inviolabile la missione dell'insegnante; gli insegnanti sbagliano come tutti, alcuni di più , altri di meno, ma l'errore vero è quello di non riconoscere l'errore stesso per cui si perpetua la sacralità del "sacro uffizio" e si difende la categoria e l'errore insieme; qualcun altro l'ha detto prima di me "quando una categoria di lavoratori non riesce al proprio interno a crearsi dei meccanismi di autodifesa e di corresponsabilità etica diventa indifendibile da aggressioni esterne".
Ha provato Berlinguer, a suo tempo, a creare meccanismi di differenziazione che i docenti hanno saputo leggere solo in modo opportunistico e strumentale invece che come occasione di uscita da un egualitarismo stolto e ottuso, e il risultato è che ci ritroviamo con la controriforma Moratti; complimenti, bel risultato!!
Ma, forse, a ben pensarci hai proprio ragione tu, ed è per questo motivo che ci ritroviamo a fare i salti mortali dentro a questa scuola impazzita che sembra sempre più un circo (entrate gente entrate! più gente entra più bestie si vedono!).
Scusate lo sfogo, è la prima volta che intervengo, deve essere la certezza della pena ( Controriforma Moratti) che mi induce a gesti disperati... ma quante colpe, quanti errori, quanta arroganza ci ha condotto a tutto ciò!!!???