Berlusconi, Israele, il Cda Rai, il presidente Annunziata, il direttore di Raitre Ruffini, le sentenze Previti e Andreotti: ce n'é per tutti al 'Sabina Guzzanti Show'. 'Raiot' non va in onda sospeso dai vertici Rai e così l'attrice porta il suo 'Varieta' di protestà all'Auditorium di Roma. La sala Santa Cecilia era riempita da oltre 2.500 persone, ma là fuori, davanti al maxischermo sistemato davanti al piazzale dell'Auditorium ce ne sono almeno trenta mila secondo gli organizzatori.
E sarebbero almeno 2 milioni i fan di Sabina che seguono lo spettacolo grazie alle 150 tv locali che si sono collegate grazie all'emittente satellitare Emili.tv o che assistono allo show nei circoli di 23 città. "Non è Raiot" ripete anche Serena Dandini introducendo lo spettacolo, ma è con la sigla del programma che si apre la serata, mentre scorrono sullo schermo le e-mail di solidarietà alla Guzzanti arrivate a migliaia in questi giorni. Poi il primo filmato con Sabina nel panni di Lucia Annunziata: "Mi sono astenuta nella votazione su 'Raiot' ed è stata una grande vittoria. La prossima volta, se mi impunto, voto pure contro". Poi arriva la vera
Sabina che finge di essere pentita per la vicenda: "Se fossi ancora quella di due ore fa, mi chiederei come mai l'Italia è l'unico paese che va in guerra e gli italiani non lo sanno? siamo d'accordo anche con Israele che è il peggior governo del mondo. Almeno Bush ha una strategia, invece Berlusconi che strategia ha quando spara quelle caz.... che spara sulla Cecenia e sul mondo musulmano in generale". Definendo poi "una montatura fasulla e infame" la polemica sull'espressione 'razza ebraica' usata nella puntata di Raiot, la Guzzanti attacca il Cda che ne ha fatto uno dei motivi del suo intervento: "Capisco quelli di Forza Italia. Ma Rumi, che é un cattolico, ci poteva arrivare con la sua testa: l'antisemitismo l'hanno inventato i cattolici, così come la censura". E poi sulla Annunziata: "E' buffa: prima firma la delibera, poi dice non lo sapevo. E' l'unica persona che ha il talento di conoscere 5-6 lingue senza parlarne nemmeno una". Su Ruffini: "Ha detto che preferisce morire per 'Ballaro'' piuttosto che per 'Raiot' ma con tutta la buona volontà è difficile morire per 'Ballaro''. AL Vetriolo le battute su Ferrara: "La sua è un'aggressività sessuo-politica: sembra l'alter ego di Platinette. Bisognerebbe dirgli: sei solo grasso, ma non fai capoluogo. Si meraviglia che si manifesti per la Fiat e non contro Castro? E' perché non abbiamo preso i soldi dalla Cia come lui". Interviene poi Beppe Grillo, in collegamento telefonico da Milano: "Manifestate contro la censura? dovreste manifestare al contrario, perché la censura è utile, sviluppa la creatività. Sono stato per 5 minuti a 'Striscia la notizia' e l'Osservatorio dei bambini mi ha accusato di dire parolacce, perché ho detto 4 volte Gasparri". Poi è la volta dell'applauditissimo Corrado Guzzanti in uno sketch da 'Fascisti su Marte'. "Il Duce fece presto a varare la riforma delle tv: tre canali al regime, 4 al fascismo e gli ultimi due liberi con forti disturbi elettromagnetici. Il fascismo durò 20 anni, questo regime durerà di più perché non ha nessuno contro: e non sperate nel piccolo Vittorio Emanuele Ciampi perché firma tutto, forse pensa che siano ancora cambiali". Poi il filmato con Daniele Luttazzi che invita a boicottare gli sponsor che investono nelle reti Mediaset e Fiorella Mannoia che intona 'La storia siamo noi' con Nicola Piovani al pianoforte per fare spazio a Sabina che, nei panni di Berlusconi, canta 'La storia sono io non vi sentite esclusi' e poi lancia messaggi a reti unificate sulla giustizia e sulle pensioni. Basta girare la giacca, e Berlusconi si trasforma in D'Alema, che fa autocritica: "L'errore più grave? vendere il palazzo di Botteghe Oscure appena tre mesi prima che il mercato di Roma salisse alle stelle". Dopo l'intervento di Paolo Rossi e il filmato di Dario Fo e Franca Rame, tocca ancora a Sabina: " Se avessimo fatto la puntata di Raiot sulla giustizia avremmo parlato della sentenza Previti. E' curioso che si festeggi perché si è beccato solo 5 anni. Siamo l'unico paese in cui il premier esprime solidarietà per un condannato. E' stato ministro della Difesa e nei successivi dieci anni di difesa si è occupato: mentre giurava fedeltà alle leggi, stava prendendo 21 miliardi in nero, ma era solo evasione fiscale, lo ha detto lui stesso". E ancora sulla sentenza Andreotti, fino all'80 era mafioso, poi la sentenza è andata in prescrizione e da allora non è più mafioso. In chiusura, Riondino nei panni dell'ex posteggiatore napoletano Apicella che canta 'Giudici, vengo a voi spontaneamente'. In sala politici come Falomi, Gentiloni, Vita, Franceschini; giornalisti come Santoro, Lerner, Colombo, Serventi Longhi, Augias, ma anche tanta gente dello spettacolo come Scola, Maselli, Raf, Rofi.