Vogliamo chiarezza
Roberta Roberti - 11-11-2003
Si avvicina la data del 29 novembre: da tempo aspettavamo una manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica, e adesso, viva l'abbondanza, ce ne ritroviamo in calendario, per questa stessa giornata, ben due, una a Bologna, l'altra a Roma.

La domanda sorge spontanea: perchè continuiamo a farci del male? Vogliamo per l'ennesima volta essere ignorati o ridicolizzati dal governo, dagli organi di informazione e dall'opinione pubblica? Non abbiamo già imparato troppe volte a nostre spese che mille persone in un posto e mille in un altro che manifestano per gli stessi motivi non diventano duemila, ma restano inesorabilmente mille?

Leggiamo l'appello unitario di CGIL, CISL e UIL e ci chiediamo esterrefatti: ma stanno scherzando? Si è mai visto qualcosa di più fiacco, di meno chiaro e deciso? L'hanno capito questi signori, che è assolutamente necessario chiedere il ritiro del decreto del 12 settembre e l'abrogazione della riforma Moratti?

Non sono tempi buoni per l'ambiguità: di fronte a un D'Alema che ci parla di buon senso, di fronte a sindacati unitari che non hanno il coraggio e la forza, forse nemmeno la voglia, di schierarsi senza mezzi termini contro questo scempio, la scuola, genitori, insegnanti e studenti, deve far sentire altissima la sua voce ed imporre le proprie priorità.

Lo slogan della manifestazione deve essere chiaro:

DIFESA DI UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITA', DI TUTTI E PER TUTTI, RITIRO DEL DECRETO DEL 12 SETTEMBRE E ABROGAZIONE DELLA RIFORMA MORATTI.

Le forze di Roma e Bologna devono sforzarsi in tutti i modi di convergere in un'unica grande manifestazione nazionale.

Se CGIL, CISL, UIL non daranno in questo senso un segnale chiaro e limpido, credo dovremmo seriamente prendere in considerazione l'ipotesi di andare a Bologna. E magari di strappare le nostre tessere sindacali.

Il governo ha un progetto molto preciso: ci sono due proposte di AN e di Forza Italia sullo stato dei docenti, che prevedono l'albo professionale, la chiamata diretta da parte del dirigente, la scomparsa delle graduatorie e via discorrendo. Ciò significherà moltissime cose: tra l'altro, la scomparsa del sindacato. Da chi pensano di essere difesi, in quel caso, i nostri sindacalisti, se nemmeno in occasione di una manifestazione nazionale dimostrano di saper interpretare la volontà del mondo della scuola?

Siamo vicini alle elezioni delle RSU: quale migliore occasione per esercitare tutta la nostra pressione sulle sigle sindacali? Ma ci vogliono anche fax e mail direttamente alle dirigenze sindacali, affinchè trovino un accordo sulle parole d'ordine della manifestazione e facciano convergere le due piazze di Roma e Bologna in un solo grande appuntamento unitario.

Migliaia di genitori e di insegnanti stanno firmando in questi giorni per il ritiro del decreto che istituisce il tutor ed abolisce il tempo pieno e per l'abrogazione della riforma Moratti. Persino i dirigenti scolastici hanno levato un grido d'allarme, e non solo sui tagli ai finanziamenti, ma sulla ricaduta che certi provvedimenti avranno sulla qualità della scuola in senso pedagogico e didattico.
Se chi ci rappresenta non sa leggere l'evidenza di questi fatti, che non ci chieda sostegno ed adesioni.

Roberta Roberti
La scuola siamo noi - Coordinamento Scuole Parma


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 ilaria ricciotti    - 10-11-2003
Be' questa volta, cara Roberta, sei stata un po' troppo dura nei confronti dei sindacati, tranne nei confronti di quello che tu rappresenti.Non capisco il perchè non si possano fare due manifestazioni. Se fossi ai vertici di uno dei tre sindacati proporrei di farne uno per capologuogo di regione, in quanto è tutta l'italia che dovrebbe con forza manifestare. Poi questi gruppi che stanno lievitando come funghi, senza confrontarsi con le forze sindacali, secondo te non alimentano la disgregazione? Dobbiamo metterci in mente che il governo va battuto soltanto se uniti.Allora vogliamo che questo avvenga o masochisticamente ci lamentiamo di esso, però di fatto facciamo in modo che si riappropi di nuovo delle poltrone conquistate, perchè ci sono stati molti voti di protesta? Bisogna sì stimolare la critica costruttiva nei confronti di coloro con cui siamo in sintonia, ma a me sembra che si sta attaccando troppo fortemente coloro che vorremmo ritornassero a governare, o no? Le tessere che vengono restituite sono un sintomo che oggi, a me personalmente, non piace molto come minaccia.
se stracciamo le tessere a chi dovremmo rivolgerci? Non l'hai spiegato. Vogliamo cancellare i sindacati confederali, per sostituirli con chi? Se non ci fossero loro, anche con i limiti che hanno, da chi dovremmo essere tutelati ?

 ilaria ricciotti    - 11-11-2003
Sono sempre io a commentare il tuo articolo, in quanto rileggendo il mio , come spesso accade, mi sono accorta di aver fatto errori sintattici da sottolineare con il bleu. Comunque ho tralasciato di comunicarti , se vorrai rispondermi, come mai non ho letto la tua firma on -line sull'appello di Fuoriregistro. "La scuola siamo noi" , cara Roberta è un titolo un po' impegnativo qualora il tuo movimento non si coordinerà con gli altri, ma solo con le scuole di Parma. La scuola è di tutti e siamo tutti parte di essa. Pertanto cerchiamo di ascoltarci, di confrontarci, di rispettarci e sopratutto, come ho già affermato, di non disperdere idee e le energie, cancellando i consensi nei confronti dei sindacati storici che hanno fatto la storia insieme a noi. E' quello che in molti vorrebbero, se ci riuscissero, ma spero proprio che noi, questa volta, non lo permetteremo.
Ciao, Ilaria

 calumetti    - 11-11-2003
Io di tessere non straccerei quelle di Cgil Cisl e Uil ( e, guarda, neppure Snals) che al tavolo contrattuale hanno difeso il valore della contrattazione nazionale e di scuola. Straccerei quella della Gilda che con il ritorno allo stato giuridico è d'accordo ma non spiega che lo stato giuridico che ci aspetta non sarà quello del 1974 ( altri tempi!) bensì la militarizzazione della categoria!
Quanto a Bologna o Roma. Annacquata quanto si vuole, ma la Moratti per sapere se e come andare avanti guarderà alla riuscita o al fallimento della manifestazione di Roma. D'altra parte basta accendere una qualsiasi tv per capire che per il governo il nemico da battere è la Cgil. Se no perchè i lacchè del governo arriverebbero a coprirsi di ridicolo additatandola come un covo di brigatisti? Perchè è l'unica cosa che gli si pari in mezzo alla strada, che, con un italiano su dieci che ha iscritto, sia in grado di coagulare un movimento di dimensioni tali da determinare non una semplice testimonianza ma la possibilità di orientare l'opinione pubblica anche senza possedere le tv.
E se stavolta ha già coagulato anche Cisl e Uil, mi pare meglio, no?!

 Il Giorno - 12 novembre -sito GILDA    - 12-11-2003
La Cgil: votate Gilda.

La Cgil non c'è: votate Gilda. Paradosso sindacale? Forse. Di certo è quanto sta succedendo al liceo scientifico Vittorio Veneto in vista delle elezioni per il rinnovo delle Rsu, in programma il 10 e l'11 dicembre.
Al confronto elettorale si presenteranno i candidati di Cisl, Uil e Gilda, per conquistare i tre seggi oggi occupati da Cisl, Gilda e Cobas. Nel primo (per anzianità di fondazione) liceo scientifico d'Italia non si potrà invece votare per un rappresentante della Cgil.
Sono stati gli stessi iscritti a questo sindacato, riuniti in assemblea, a decidere di rinunciare alla presentazione di una lista e a invitare iscritti e simpatizzanti a votare per la lista della Gilda.
La decisione è stata quindi riassunta in un documento firmato dalla delegata Cgil della scuola e resa pubblica.
Nel documento la delegata sindacale parla di «ingerenze e pressioni esercitate per sollecitare candidature» e quindi di una situazione che ha «derminato disagio agli iscritti e ai simpatizzanti», tanto da spingerli alla decisione di non presentare una candidatura.
«In realtà - spiega la professoressa Anna Fogliani, firmataria del documento - noi una candidatura forte, in grado probabilmente di farci conquistare un seggio, l'avevamo trovata. Ma proprio le pressioni e le ingerenze di cui abbiamo parlato hanno spinto questa persona a ritirarsi. Così a questo punto abbiamo rinunciato».
Ma perchè dirottare i voti proprio sulla Gilda? La risposta sta nello stesso documento, dove si dice che sulle questioni interne i due sindacati si sono trovati su posizioni concordanti.
Fin qui le ricostruzioni ufficiali. Al di là di queste trapelano le indicazioni di uno scontro con la preside, che («pur nella sua veste di iscritta alla Cgil») si sarebbe troppo attivata per sollecitare candidature del suo sindacato da contrapporre proprio alla lista della Gilda. «In questo modo, con una contrapposizione forzata - hanno pensato gli iscritti - saremmo diventati soltanto una lista di disturbo, senza speranze di elezione. E quindi abbiamo deciso di rinunciare».
«Così - dice Alberto Giannino, rappresentante Rsu della Cisl - il risultato finale sarà che la Gilda prenderà due seggi. Quello della delegata Cgil mi sembra un comportamento poco corretto dal punto di vista etico».
Giorgio Guaiti




 ilaria ricciotti    - 13-11-2003
Per fortuna tutta la CGIL non è rappresentata da una tal RSU, dal comportamento poco etico ed a qesto punto affermerei anche poco sindacale.

 calumetti    - 13-11-2003
Qui si stava parlando di una manifestazione nazionale contro la legge 53 e la Gilda la butta subito in campagna elettorale. La Cgil, la Cisl e la Uil sono per la contrattazione del rapporto di lavoro. La Gilda, che è solo capace di tirarsela perchè non sa fare i contratti nè nazionali ( non l'ha firmato) nè di scuola ( quanti ne hanno firmati i suoi delegati?) è invece per la militarizzazione del rapporto di lavoro e si difende indicando un caso ( non a caso riportato da un giornale, di una catena filoberlusconiana, da un glorioso passato - ai tempi di Nozza e Bocca - ma da un precario presente). Quindi le differenze tra Cgil e Gilda ci sono. Eccome! E per fortuna!
Sarebbe interessante che Gilda ci raccontasse quante liste ha presentato a livello nazionale, e quante in più dello scorso anno. E poi le confrontasse con la Cgil. Capirebbe che una rondine non fa primavera, tanto più oggi che siamo a novembre o a dicembre, quando si vota. Ma potrà consolarsi continuando a guardarsi l'ombelico, credendo che sia quello del mondo, come spesso fanno alcuni insegnanti, tra cui magari anche qualche iscritto alla Cgil.

 Roberta Roberti    - 18-11-2003
Cara Ilaria, innazitutto grazie per aver degnato il mio articolo di un commento. Ho già letto altre tue mail e mi sono trovata generalmente d'accordo con le tue posizioni.
Rispondo ad alcuni dei tuoi interrogativi.
La scuola siamo noi non vive solo di Parma-pensiero, anzi tutt'altro: siamo da oltre un anno in stretto contatto di collaborazione e coordinamento con molti colleghi di Retescuole, con i coordinamenti di Reggio Emilia, Modena, Novara, con movimenti di diversi centri della Sardegna e soprattutto facciamo parte del Manifesto dei 500, perciò le nostre azioni sono di solito concordate almeno coi colleghi di Torino.
So benissimo anch'io che da soli non si va da nessuna parte: la mia voleva essere una provocazione, nella speranza che chi di dovere ci mettesse tutta la sua buona volontà cercando di comporre una frattura davvero senza senso.
C'è una cosa che vorrei sottolineare: io non rappresento nessun sindacato, sul serio. E se è vero quanto dici, cioè che i gruppi sono portatori di disgregazione, ritengo altrettanto vero, però, che solo grazie ai gruppi si è potuta realizzare una contestazione tanto forte contro la Moratti ed il suo progetto di scuola. Se avessimo dovuto aspettare che i Confederali si unissero senza pressioni dalla base... forse saremmo ancora fermi al palo.
Concludo con una nota, ti assicuro, MOLTO AMARA per me da esprimere: siamo proprio sicuri che chi vorremmo che tornasse a governare governerà come ci aspetteremmo che governi? Non so tu, io di delusioni nelle esperienze recenti ne ho avute davvero molte, ed è per questo che spero che almeno le forze sindacali non ci deludano.
Grazie e ciao
Roberta Roberti