Dalle funzioni obiettivo alle funzioni strumentali
Cosimo De Nitto - 01-11-2003

In questi anni abbiamo dato vita a riflessioni e discussioni su problematiche che poche volte sono state, per così dire, corporative e minimali sulle figure delle funzioni obiettivo. Non abbiamo mai disgiunto la discussione sul loro ruolo, sui compiti e sui modi di interpretarle, dai temi complessivi della nostra scuola in un momento come questo in cui essa rischia di rimanere schiacciata tra istanze di rinnovamento ed esperienze innovative sul piano dell'autonomia, da un lato, e tentativi di involuzione controriformistica, riflusso di responsabilità e disimpegno, dall'altro.
Sicuramente molti abbiamo percepito ed interpretato l'operazione "funzioni obiettivo" come un segnale forte di un'idea secondo cui una scuola moderna, che vuole essere avanzata, all'altezza dei tempi, non può più rappresentarsi una funzione docente che si esprima, e riduca, pressoché unicamente ad un ruolo trasmissivo e frontale, come si dice spesso.
Continuo ad essere dell'avviso che la funzione docente, oggi, e sempre più in futuro, sia già in molti casi più complessa ed articolata, e preveda compiti, capacità e competenze indubbiamente più numerosi, in molti casi anche diversi, rispetto al passato. E quello che si dice della funzione docente è strettamente connesso ed interdipendente con i nuovi compiti della scuola nell'attuale società.
L'aver pensato, da parte di alcuni, alle f.o. come ad un tentativo di creare nuove gerarchie e forme di privilegio, di concorrenza e scalata professionale; l'aver ridotto da parte di altri le f.o. ad un modo diverso di chiamare i collaboratori della dirigenza ha deviato la riflessione sulle f.o. dal suo alveo di maggiore pertinenza che consiste nella ricerca e sperimentazione di modi di lavorare secondo logiche ed approcci prevalentemente qualitativi e funzionali ad un un più generale cambiamento dell'istituzione scolastica.
Le ragioni profonde per cui sono state istituite le f.o. non hanno più un fondamento storico? Averle rinominate funzioni strumentali ha cambiato la loro ragion d'essere? Quello di una scuola più funzionale all'evoluzione civile, democratica ed economica della società è un bisogno che oggi non si pone più? La ricerca di un profilo professionale e di una sua maggiore e diversa articolazione per coprire nuove aree di bisogni non è più di attualità?
Se tutto ciò è ancora, drammaticamente direi, all'ordine del giorno, allora le mailing ed i siti dedicati alle funzioni obiettivo/strumentali hanno motivo di essere. Indipendentemente dal nome, dobbiamo rilanciare questi strumenti con il contributo di tutti alzando il livello della riflessione, da un lato, e nello stesso tempo riempiendoli di specificità e problematiche fortemente concrete che abbiano presa sulla realtà spesso particolarissima nella quale si vive e si opera.
Lasciar cadere queste problematiche, dal mio punto di vista, segnerebbe un grave arretramento del dibattito sulla scuola e sulla funzione docente, e costituirebbe un grazioso ed inaspettato regalo a coloro che vogliono ricondurre i docenti ad un ruolo di esecutori burocratici, deresponsabilizzati e sempre meno protagonisti attivi e consapevoli dei propri diritti/doveri professionali nei confronti dei cambiamenti e del governo dell’istituzione.
A me francamente il nome funzioni strumentali non è piaciuto; prima di tutto perché i motivi non sono stati né trasparenti né discussi. Poi perché mi è sembrato un, sia pur piccolo, cedimento allo sganciamento strategico e di riferimento rispetto al collegio dei docenti ed una, pur frenata, concessione ad una visione monocratica della scuola e del suo sistema di governo. Questo ovviamente è molto opinabile e può divenire un significativo tema di discussione.
Come gruppo che portiamo avanti il sito www.funzioniobiettivo.it abbiamo ritenuto che non ci siano le condizioni e le giustificazioni per cambiare il nome del dominio, che resterà tale proprio per le ragioni ad alcune delle quali ho fatto riferimento sopra.
Per noi la stagione della responsabilità e dell'impegno professionale e democratico per una scuola migliore, laica, delle opportunità, dell'essere dell'apprendere dell'agire collaborativo e cooperativo è lungi dall'essere conclusa. Anzi è più che mai di attualità e nessun tentativo controriformistico può fermare la storia. Certo gli indirizzi di governo possono rallentare, creare difficoltà di diverso tipo. Questo è un problema di natura più complessa che investe problematiche di natura politica e sindacale.
Ma in definitiva penso, voglio pensare, che la scuola reale alla fine, e in larga parte, la facciamo noi.



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 ROSA MARIA ROMANO dirigente scolastico dell'I.P.S.C.T.P.    - 02-11-2003

Condivido le argomentazioni di Cosimo De Nitto con il quale ho condiviso altre idee(non tutte per la verità)quando isegnavamo insieme al "MARCONI di BRINDISI. Le funzioni obiettivo rappresentavano proprio" l'obiettivo" di quella Scuola che lavorava per il cambiamento; le funzioni strumentali tenderebbero a diventare uno strumento della controriforma? Ritengo che appartenga ai Dirigenti Scolastici la interpretazione "autentica" nell'ambito di qegli spazi che pure si vanno restringendo nella consapevolezzache le linee di indirizzo possono garantire la Riforma nella Controriforma.