Allarme privacy
Per Marissa Mayer, direttrice della sezione “prodotti di consumo” di Google, non si tratta che d’un innocente esperimento. Innocente e fondamentalmente orientato ad aiutare una piccola minoranza dei cybernavigatori (non più di un uno per cento di loro, al momento) a calcolare la frequenza con cui fanno uso del popolarissimo motore di ricerca. Ma la cosa ha già – come prevedibile - suscitato un discreto allarme tra quanti, timorosi del “Grande Fratello”, vigilano sul rispetto della privacy in Rete. In sostanza: attraverso un classico “cookie” – uno di quei programmini che, a vostra insaputa, vengono in continuazione immessi nel vostro computer al fine di spiare i vostri movimenti nel cyberspazio – Google ha regalato ad un limitatissimo numero di utenti (l’uno per cento, per l’appunto), un “contatore” che tiene l’utente costantemente aggiornato sul numero di ricerche da lui effettuate. Tutto qui? Tutti qui. Anche se molti hanno, con qualche ragione, mostrato di non apprezzare un “regalo” che è soprattutto una non sollecitata intrusione in territori altrui. Ed anche se molti sospettano che, in realtà, il tutto sia finalizzato – sollecitando lo spirito competitivo dei ricercatori - ad allargare ben oltre gli attuali 200 milioni di ricerche giornaliere la frequenza d’uso di Google. Come si dice: molti “click”, molto potere. Lo riporta il New York Times.