Tuttoscuola - 06-10-2003 |
S. Patrignano ha dunque ospitato l'importante incontro dei circa 40 ministri europei dell'educazione e delle politiche giovanili , svoltosi nei giorni 3 e 4 ottobre 2003. Incontro "informale", come lo definisce l'algido cerimoniale europeo, ma non per questo meno significativo. Soprattutto per l'Italia, considerato le polemiche che l'hanno preceduto, le manifestazioni varie che l'hanno accompagnato, e i possibili sviluppi futuri. In discussione e', ancora una volta, il rapporto scuola-societa', il grado di permeabilita' e interattivita' dell'istituzione scuola con le famiglie e gli altri soggetti istituzionali e non istituzionali (volontariato, privato sociale) a vario titolo interessati al fatto educativo. Agli occhi degli "istituzionalisti" la scelta di S. Patrignano per discutere di dispersione e disagio giovanile appare un esempio "di parificazione di un istituto privato" che "per l'occasione viene promosso a sezione governativa distaccata" e ha assunto il significato di bocciatura della scuola-istituzione - di quella pubblica in particolare - come luogo eletto delle politiche per la gioventu', di rilevanza prioritaria per chi si occupa di educazione. Agli occhi dei "neocomunitari", come potremmo definire i sostenitori della funzione educativa dell'extrascuola, S. Patrignano diventa invece il punto di partenza per aiutare la scuola ad affrontare problemi antichi, finora non risolti attraverso la sola via istituzionale. Si tratta ora di capire se e in che misura verranno mobilitate risorse finanziarie pubbliche a sostegno del progetto dei neocomunitari, verso i quali il ministro Moratti mostra da tempo interesse e simpatia. Polemiche in vista, ma forse anche un dibattito importante, alto, su un tema di grande rilievo politico, culturale e di etica pubblica Il commissario europeo per l'Educazione e la cultura, Viviane Reding, durante il vertice sul disagio scolastico di San Patrignano, ha enfatizzato il ruolo della prevenzione. "Se facciamo tanto lavoro prima, ne faremo meno dopo", ha spiegato. Obiettivo di Lisbona e' ridurre la dispersione scolastica nel 2010 a non piu' del 10% complessivo in tutti i Paesi europei. Da anni l'Europa ha affermato che l'istruzione non e' prerogativa delle istituzioni scolastiche (sistema formale), ma anche altri soggetti pubblici e privati (sistema non formale) possono concorrere ad elevare i livelli di istruzione e di formazione della popolazione scolastica. Il commissario europeo Reding ha sottolineato l'opportunita' di una collaborazione tra la scuola e il mondo delle imprese per favorire un "life long learning" e uno scambio continuo e costante. Ma la prevenzione non puo' essere la sola arma. Fondamentali, sono anche i percorsi diversificati, ha affermato il ministro italiano. Poiche' la scuola non puo' essere uguale per tutti perche' ogni ragazzo e' diverso dall'altro, servono strade piu' personalizzate per rispondere meglio alle esigenze e alle attitudini dei giovani, cosi' come serve un "tutoraggio" e un orientamento permanente per mettere i ragazzi in condizione di progettare il proprio futuro mettendo alla prova le proprie potenzialita'. L'idea centrale del tutor, che accompagna il progetto di riforma del ministro Moratti, come si vede, ritorna ormai come motivo conduttore della sua linea politica. Anche questo, pero', non basta. Nel pacchetto anti-abbandoni vanno messi pure una piu' stretta collaborazione tra scuola e famiglia e il valore aggiunto del volontariato. |
Anna Pizzuti - 11-10-2003 |
Spudore è la parola con la quale un mio alunno poeta chiudeva una sua composizione intitolata “Donna fatale”. Non sono riuscita a trovarne una migliore, leggendo il comunicato sortito da San Patrignano. Come non notare che tra i soggetti che si mettono in campo contro la dispersione è assente – o presente solo come membro di partnership - la scuola. Incredibile. La rete è piena di rassegne stampa, lo stesso sito del MIUR ne ha una. E immagino che rassegne stampa su carta e forse gli stessi giornali che si vendono in edicola arrivino sulla scrivania del ministro. Basta scorrere i titoli per avere la misura degli effetti devastanti che la politica riformatrice del governo sta avendo sulla scuola pubblica. La sta disperdendo. Tra i tanti articoli però, alcuni stridono più di altri con le buone e pie intenzioni del ministro. E lo invitano ad andare a rileggere la legge 53, se proprio è così preoccupata della dispersione scolastica. Qui alcuni esempi. |