RIMINI - Dovevano spaccare il mondo, distruggere le vetrine, lanciare sassi e bottiglie. Nulla di tutto ciò. Come promesso nei giorni scorsi i ragazzi del Rimini social forum hanno portato in piazza le loro armi preferite: musica, coriandoli, fumogeni, capelli colorati, qualche piercing. Unica “stravaganza”: quattro pomodori quattro lanciati contro il cancello varcato il quale si accede alla sede Cepu (quella dove Vieri fa i gol e lo studente dà gli esami), eletta come simbolo dell’arroganza dei soldi.E’ tutta qui la manifestazione che ha spaventato il ministro Letizia Moratti tanto da rinunciare alla cena offerta da Comune e Provincia all’Arengo. E che nei giorni scorsi ha seminato il terrore fra i commercianti: chiudete, abbassate le saracinesche.
Invece ieri pomeriggio di negozi chiusi in tutto il centro storico se ne sono contati pochissimi. Di più quando il corteo ha superato piazza Tre Martiri e imboccato il corso, ma erano già le 19.30, orario di chiusura.La protesta contro la Moratti e la sua riforma parte una decina di minuti dopo le 18. Raduno all’Arco d’Augusto per Social forum, Cgil, Cobas scuola, esponenti dei Verdi, di Rifondazione, Cub, Disobbedienti. Bandiere e soprattutto magliette a tema con la scritta Demorattizziamoci. La indossano l’assessore Vittorio Buldrini e il parlamentare Mauro Bulgarelli oltre a tutti i giovani no global, riconoscibili dalle orecchie d’asino, da fumogeni, coriandoli, stelle filanti.In tutto le persone saranno un migliaio, lo spiegamento di forze dell’ordine è imponente, ma il clima è sereno. Addirittura in via Roma il generatore che dà voce allo stereo sul furgone alla testa del corteo resta in panne. Ci pensa un dirigente della Questura a scortare un ragazzo al distributore per fare il pieno utilizzando una bottiglietta.Molti slogan contro la Moratti, il governo e Berlusconi. Lo striscione “Il sapere non è vendita” apre la manifestazione. Un pezzo di stoffa ormai famoso perchè due giorni fa i no global lo hanno esposto da un balcone di Palazzo Garampi dopo un “assalto” favorito dal cambio della guardia fra vigili urbani. A proposito: il comandante Domenico Gallo ha richiamato l’agente che non ha atteso il collega sul posto e probabilmente saranno prese misure punitive. Il segretario del Prc Pierpaolo Gambuti commenta il blitz: “Non è scandaloso, il Comune è uno spazio aperto a tutti, dove deve essere anche possibile manifestare il dissenso”.Il fiume dei disobbedienti circumnaviga l’Arco, lo oscura per qualche minuto con un fumogeno verde, scalda gli animi con le note degli A.D. (Antagonismo e disobbedienza). E poi via lungo le mura. La gente si affaccia alle finestre, guarda e sorride, sente la musica e muove la manina.Ancora slogan per la Moratti. Il riferimento alla cena è un must: “Pa-ga la ce-na, Morat-ti pa-ga la ce-na, pa-ga la ce-na, Morat-ti pa-ga la ce-na”. Più volte e sempre con maggior divertimento. Alle 18.45 si imbocca via Roma, alle 19.15 si supera il Duomo e parte “Bella ciao”. Si nota una gioielleria chiusa, imitata in piazza Tre Martiri da un bar. Poi dopo le 19.30 tutti nel Corso per raggiungere la piazza negata, Cavour. Le saracinesche abbassate sono qualcuna in più, ma è anche l’orario di chiusura. Non fanno testo. Resta l’intermezzo alla Cepu simbolo estremo del “sapere comprato” e finalmente l’approdo in piazza Cavour, sotto l’Arengo: “Paga la cena, Moratti paga la cena, paga la cena, Moratti paga la cena”.
Gianni Mereghetti - 05-10-2003
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I mezzi di informazione hanno pressoché taciuto che il 5 ottobre 2003 si è svolta la XI Giornata Mondiale degli Insegnanti istituita dall'UNESCO, ma nemmeno la scuola ha fatto gran che per segnalare l’avvenimento. Anzi proprio in questa occasione ha fatto scalpore un articolo del settimanale L’Espresso, secondo il quale la maggioranza degli insegnanti sarebbe stressata e depressa, fino a dover ricorrere a trattamento psicoanalitico per poter andare in classe.
Che tristezza! La società continua a mettere alla berlina la professione più bella e importante del mondo.
La festeggerò a modo mio questa ricorrenza, continuando a svolgere questa bistrattata professione con la passione di chi sa che nell’entrare in classe ogni mattina c’entra il destino della vita, il mio e quello di ognuno dei “miei” malcapitati studenti.
E’ questo legame con la vita e il suo senso che rende affascinante l’insegnamento, tanto che si può a ragione dire che la sua bellezza sta tutta nella libertà con cui si aprono le quattro mura della classe alla realtà intera. L’insegnamento è così una professione svolta su un crinale vertiginoso, ma questo è il suo fascino!
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pino patroncini - 08-10-2003
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La Cgil Scuola lo ha fatto (vedi il sito in quella data) e lo sta facendo da alcuni anni. Lo scorso anno è stato distribuito a tutti i giornalisti anche un depliant dell'Internazionale dell'Educazione, ma anche tra i giornalisti la cosa non ha destato grandi curiosità. |