Resistenza
Giuseppe Aragno - 04-10-2003


Ce l’hanno insegnato i nostri professori e noi lo spieghiamo ai nostri studenti: la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, elaborata ed approvata in Francia dall’Assemblea Costituente tra il 14 luglio e il 26 agosto del 1789 - e posta poi a preambolo della
Costituzione del 20 settembre 1791
- costituisce ad un tempo l’atto di morte dell’Ancien Regime e getta le basi irrinunciabile dello Stato moderno, liberale e costituzionale. Essa è una solenne enunciazione di principi moderati, un compromesso d’alto profilo, che, dal punto di vista politico, segna il confine ultimo della civiltà giuridica borghese, quella che oggi trionfa sulla tragica parabola della “democrazia socialista”: al di là e al di qua ci sono il ritorno all’assolutismo e il “Manifesto degli Eguali”.
Senza nemmeno volgere lo sguardo ai progressi democratici della Costituzione del 1793, che non toccano i principi, a me pare di poter dire che l’esistenza d’una democrazia borghese oggi, all’alba del XXI secolo, sia ancora storicamente giustificata dal rispetto scrupoloso di quel documento.
Questo governo, che assicura immunità e prerogative solo a pochissimi cittadini, che impedisce di parlare a giornalisti come Biagi e Santoro, che si avvia ad approvare una legge sul sistema televisivo che garantisce ad una parte politica il predominio assoluto sul terreno delicatissimo dell’informazione, che intende proibire ai giudici la comunicazione e l’espressione del pensiero e utilizza in maniera impropria e di parte l’autorità conferitagli dai cittadini, per modificare leggi costituzionali, viola gli articoli uno, tre e undici della Dichiarazione del ’91, sicché ogni cittadino amante della libertà può legittimamente opporgli quel diritto alla “resistenza all’oppressione” che la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino esplicitamente gli riconosce.



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 ilaria ricciotti    - 04-10-2003
Ad ogni violazione,
reagiamo,
con una manifestazione.

Facciamo valere i nostri diritti sacrosanti,
con dignità, diventando eterni protestanti.

Questo governo deve sentire tutti quanti,
e non indire convegni soltanto per i militanti.

Basta, con gli inganni e le parole ripetute,
vogliamo fatti e non idee imbevute!

Chi non approva la politica di questo governo non è solamente la sinistra,
ma tutti coloro che ragionano con la propria testa
e non hanno annebbiata la vista.