breve di cronaca
Lo stereotipo del migrante fuorilegge
L’Unità - 25-09-2003
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Ecco le colpe dei giornali

Accedono alla notizia attraverso tre parole chiave: crimini, politica e lavoratori. Sono percepiti costantemente come troppi e irregolari. Se ne ignorano quasi completamente cultura, religione, integrazione. Si tratta degli immigrati che vivono in Italia, costretti nell’immagine che ne danno i media e in quella – spesso e volentieri consequenziale - che ha di loro l’opinione pubblica. Queste le conclusioni della ricerca “Extracommunication. Monitor su informazione e immigrazione” promossa dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione (DiSC) de “La Sapienza” e presentata stamattina a Roma.
Uno studio che, con l'obiettivo di cogliere i nessi tra rappresentazione mediale dell’immigrazione e immagine dell'immigrazione presso l’opinione pubblica, ha analizzato 8 quotidiani (Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Messaggero, La Stampa, Il Sole 24ore, Il Giorno, Il Giornale, Il Tempo) e intervistato un campione di 400 cittadini romani, durante 6 settimane di rilevazione (dal 9 al 22 dicembre 2002, dal 13 al 26 gennaio 2003, dal 10 al 23 febbraio 2003).
Nel dettaglio: il 56,7% degli articoli dei quotidiani fa riferimento a reati, droga e terrorismo, il 20% alle politiche di regolarizzazione, allo stato di clandestinità e agli sbarchi. Mentre soltanto il 10,3% delle notizie tratta di politiche del lavoro, problemi di assistenza, istruzione e sanità e solo il 9,5% di religione, cultura e integrazione. Inoltre, le notizie sull’immigrazione sono più frequentemente trattate nelle cronache locali (70%) che nella sezione nazionale (40%) e spesso confinate nelle poche righe delle brevi di cronaca.
Questa evidente parzialità di informazioni disponibili, induce, ovviamente, percezioni totalmente inesatte dello stato dei fatti. Un esempio. La percentuale degli stranieri a Roma, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno elaborati dalla Caritas di Roma è pari al 6% della popolazione. Però secondo il 20% degli intervistati, la presenza degli immigrati si attesterebbe, invece, tra il 16 e il 20% della popolazione. Mentre il 30% pensa addirittura che tale presenza sia superiore al 20%. E non basta: il 70, 3% degli intervistati crede che gli immigrati siano prevalentemente irregolari, mentre il 21,3% ritiene che ci siano regolari e irregolari in egual misura. Solo l’8,4% li reputa prevalentemente regolari.
In realtà, però, ci sono anche percezioni che vanno in senso diametralmente opposto: se un terzo del campione (il 34,8%) ritiene la criminalità più diffusa tra gli immigrati che tra gli italiani, la metà la ritiene identica a quella degli italiani (il 51%). E questo probabilmente perché l’informazione viene giudicata più o meno superficiale dal 53,8% del campione, faziosa (dal 51,8%) allarmista (49,3%).
Una valutazione, questa, che appare spia evidente della diffusa esigenza di un'informazione più onesta e completa. La stessa che persegue - per combattere la discriminazione e favorire l'inserimento degli immigrati nel mondo del lavoro- il progetto comunitario Etnequal Social Communication,(tra i cui promotori figurano Amnesty International, la Caritas Diocesana di Roma, la Rai, Galgano International, il DiSC e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana), di cui la ricerca Extracommunication fa parte.


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