La scuola contro la guerra
Lea Borrelli - 08-12-2001
A tutti i lettori di “fuoriregistro”: parliamone insieme

Insegnanti, genitori, studenti di tante scuole di Bari, tutti insieme per opporsi all’attuale conflitto in Afghanistan. Su iniziativa di un gruppo di docenti della mia scuola, il Liceo Classico “Socrate”, si è costituito il coordinamento permanente “La scuola contro la guerra”, animato dalla ferma volontà di manifestare il “no” alla guerra come mezzo per combattere il terrorismo e dalla convinzione che la strada per la pace passi innanzi tutto attraverso il dialogo, il rispetto dei popoli e delle culture e un’equa distribuzione delle risorse naturali.

Lo spirito che ci unisce è quello di salvaguardare il diritto ad un’informazione libera, non filtrata o propagandistica. La scuola pubblica non solo deve porsi come luogo di riflessione e di dibattito, ma ha il compito di formare gli studenti al pensiero critico, fornendo loro gli strumenti per andare oltre l’apparenza, aprendo la via ad un modello di pensiero complesso ed articolato.

La prima iniziativa avviata dal movimento è stata l’istituzione di un centro di documentazione per raccogliere documenti originali da utilizzare nelle classi, fornendo agli studenti le metodologie per la consultazione delle fonti in maniera critica. Abbiamo costituito una rete per lo scambio di esperienze e di materiali, impegnandoci a promuovere iniziative per mobilitare le coscienze e salvaguardare il diritto alla critica e al dissenso, ma anche per combattere ogni forma di censura e di istigazione alla delazione.
A supporto di tali attività abbiamo realizzato un sito web e una mailing-list (per iscriversi è sufficiente inviare un messaggio completamente vuoto all’indirizzo perlapace-subscribe@yahoogroups.com), dei quali possono usufruire tutti coloro che intendano partecipare al dibattito, e vogliano prelevare i documenti disponibili o depositarne altri.

Il coordinamento sta organizzando diverse iniziative: da una mostra sugli effetti devastanti della guerra (proposta dagli studenti del Laboratorio Storico del Liceo “Socrate”, e aperta a tutte le scuole della provincia), ai seminari tematici.

In questa settimana, essendo il 2 dicembre l’anniversario del bombardamento del porto di Bari, avvenuto nel 1943, abbiamo pensato di dedicare l’incontro a riflettere sugli effetti delle guerre in Puglia: i bombardamenti; il basso Adriatico infestato di bombe all’iprite inesplose; la presenza di campi di concentramento, …
Abbiamo proiettato il filmato RAI "Cinquant'anni dopo" e sono intervenuti a commentarlo il giornalista RAI Costantino Foschini e lo storico Vito Antonio Leuzzi (che hanno contribuito alla realizzazione del filmato) e l’epidemiologo Donato Sivo. Il giornalista ha introdotto il filmato sottolineando l’importanza e la ricchezza di contenuti di un’immagine, ma allo stesso tempo ha invitato i tanti studenti presenti a guardare le immagini con occhio disincantato. “L’immagine non è tutto” ha osservato, e ci ha portato a riflettere sulla sua non oggettività.
Dal dibattito è emerso che pochi, anche tra gli adulti, erano a conoscenza del fatto che tra le navi affondate dalla Luftwaffe nel porto di Bari, durante il bombardamento del 2 dicembre del ‘43, c’era un mercantile americano carico di bombe all’iprite, che in parte esplosero, provocando una nube tossica, ed in parte si depositarono sui fondali marini, a bassa profondità. Ancora oggi, a oltre cinquant’anni di distanza, dopo centinaia di incidenti documentati, non è mai stata avviata una bonifica di questa zona di mare, e ogni tanto i pescatori restano contaminati dagli agenti chimici sprigionati dalle bombe che rimangono impigliate nelle reti da pesca.
Insomma, per molti dei presenti l’incontro è stata un’occasione per scoprire che la guerra non è solo un film da vedere in televisione, ma qualcosa che ha toccato da vicino anche la nostra terra e di cui ancora oggi subiamo le conseguenze.

Il prossimo incontro sarà dedicato al tema “Medici contro la guerra”, con la presenza del responsabile territoriale di “Emergency”.

Con questo nostro contributo speriamo di riuscire a promuovere il dibattito nella società civile e naturalmente ci auguriamo che stimoli l’avvio di tante altre iniziative analoghe.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Pippo Spano    - 09-12-2001
Sono anch'io daccordo ma non so quali sia la scuola PER LA GUERRA, se mi può informare in tal senso mi darò da fare per convicerli del i'errore.
Fino a notizie in merito preferisco astenermi dal dare notizie false e demagogiche.
Grazie in attesa di indirizzi

 Lea Borrelli    - 10-12-2001
L’Italia è in guerra.
Dentro ogni famiglia, dentro ogni comunità, chiunque ha il diritto di esprimersi “contro”, senza dover aspettare che qualcuno si sia espresso “a favore”, ed è quello che noi stiamo facendo. Siamo contro la guerra e contro il terrorismo, che però va combattuto in altri modi (per esempio attraverso operazioni di intelligence e di polizia internazionale).
Riguardo al nostro lavoro in classe, io ritengo che sia compito di ogni docente insegnare ai propri alunni e alle proprie alunne ad essere critici/che nell’analisi dei fatti, risalendo, possibilmente, alle fonti originali. I/le giovani che avranno acquisito durante il percorso scolastico gli strumenti per analizzare, per collegare, potranno, lungo tutto l’arco della propria vita, effettuare scelte consapevoli.
Se questo è diffondere notizie false e demagogiche…
Quanto agli indirizzi, mi auguro di non trovarne neanche uno!


 tonia guerra    - 12-12-2001
io risponderei che:
SI, c'è una scuola PER LA GUERRA!
E' quella che non ti dà gli strumenti per leggere criticamente il mondo,
rannicchiandosi nel pensiero dominante.
E' quella che ti impedisce di dissentire, di denunciare, di manifestare il
tuo pensiero.
E' quella che parla retoricamente di pace, "arrotonda" facendo "progetti" e
"laboratori" per la pace, ma non ospita la critica alla guerra.
E' quella che insegna il Diritto e non parla dell'art. 11 della
Costituzione.
E' quella che partecipa alle " Operazioni Arcobaleno" e
non si indigna se scopre che erano mere manipolazioni di consenso.
E' quelle che ...i morti nei grattacieli fanno più compassione di quelli
nelle
case di fango.
E' quella che preferisce discettare del mondo lontano e non getta lo sguardo
su quello che ci circonda.
E' quella che ti abitua a valutare le persone come somme di crediti e
debiti, forza lavoro, risorsa umana.
E' quella che ti insegna che il tuo successo personale puoi raggiungerlo
scavalcando il corpo di in altro.
E' quella che....: "non è nel programma....."
E' quella dell'omologazione, dell'indifferenza, della rassegnazione.
Contro questa scuola PER LA GUERRA non ci sono "telefoni amici" (e meno
male!): ci si oppone con un lento e meticoloso lavoro quotidiano, molto
duro e a volte frustrante, ma diciamolo, anche enormemente appassionante.

 maddalena bernardoni    - 12-12-2001
Sono d'accordo sul fatto che la scuoa, anche quella dell'obbligo, si impegni sul tema della guerra. sia analizzando la guerra in atto sia facendo riferimento ad altre esperienze di guerra nel passato. Il 20/12/01porterò la classe terza D della s.m.s."G .FALCONE" di Cassina de' PECCHI( MI) al campo di Concentramento di Fossoli (MO) e al Museo dei fratelli cervi a Gattatico (RE) per far comprendere le atrocitàdelle leggi razziali anche in Italia e della lotta dell'antifascismo!
Maddalena Bernardoni docente di scuopla media