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Riforma Moratti: era meglio morire democristiani…
Dedalus - 29-08-2003
Vademecum estivo per gli addetti ai lavori (e non solo), per districarsi tra una Circolare Ministeriale e l'altra. Nel bel mezzo dell'estate scorsa (luglio-agosto 2002) il MIUR partoriva la proposta di "sperimentazione" per la Riforma della scuola primaria (la mole dei documenti prodotti dal gruppo di lavoro "ristretto" coordinato dal prof. Bertagna ). Nel corso dell'estate 2003 il MIUR, dopo l'approvazione della legge di Riforma n.53 del 28 marzo 2003, ha elaborato una nuova strategia attuativa della riforma, quella della "innovazione" per via amministrativa, con un susseguirsi pirotecnico di decreti e circolari.
Il Decreto ministeriale n.61 del 22 luglio (il famoso "decretino") apre la serie, anche se di fatto - rispetto alla più ambiziosa "bozza" iniziale - ha ristretto di molto il campo d'azione del cambiamento possibile. Com'è noto, l'art. 1 del D.M. 61 promuove un "progetto nazionale per le classi prime e seconde della scuola primaria, finalizzato ad avviare talune innovazioni limitatamente ai contenuti delineati nelle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati" (uno dei vari documenti Bertagna - N.d.R.) che costituiscono parte integrante del decreto stesso. L'art. 2 estende l'insegnamento della lingua straniera e dell'informatica alle prime due classi della scuola primaria. Tutto qua, almeno nel testo del decreto.
Quindi, in buona sostanza, il progetto si limita alla proposta di attuazione dei "contenuti didattici" delle Indicazioni, vale a dire gli "obiettivi specifici di apprendimento" ivi delineati, nell'ambito comunque dell'autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, senza apportare modifiche strutturali sul piano dell'organizzazione didattica (orari, funzioni, modelli organizzativi vigenti, sulla base del Testo Unico, decreto legislativo n.297/94).

Ma la Circolare di accompagnamento del decreto, la C.M. n.62 (sempre del 22 luglio 2003), va oltre. In essa si cerca di far rientrare dalla finestra quel che scuole, organizzazioni sindacali e associazioni professionali erano per il momento riuscite a mantenere fuori dalla porta, in assenza di precise norme legislative. La C.M. 62 ripropone infatti surrettiziamente la questione della "revisione dei modelli organizzativi e di una diversa articolazione delle attività didattiche" (leggasi insegnante tutor e nuovi assetti organizzativi ed orari della scuola primaria), prospettata come "possibilità" per le scuole di procedere ad ulteriori "interventi innovativi", nell'esercizio naturalmente della loro autonomia.
Per chi attua il progetto di innovazione sarebbero previsti inoltre degli "incentivi". Usiamo il condizionale perché non è ben chiaro se una parte consistente dei finanziamenti assegnati dalla successiva C.M. n.66 del 31 luglio (risorse previste dalla direttiva annuale attuativa della legge 440/1997, a sostegno dell'autonomia), riguarda tutte le classi o solo le classi prime e seconde della scuola primaria "impegnate nell'avvio delle esperienze innovative prefigurate dal D.M. n. 61", come parrebbe di capire (vedi anche l'interpretazione, in questo senso, di Tuttoscuola, nel numero del 2 agosto).

Dopo poco tempo, a seguito anche dei ricorsi al TAR intrapresi dai sindacati scuola (CISL e CGIL scuola in particolare), la C.M. n.68 dell'8 agosto, con una nota sintetica a firma del Capo Dipartimento del MIUR Pasquale Capo, ritorna sull'argomento precisando che i capoversi 5-6-7 della precedente C.M. 62 sono da intendersi come "non formulati" (sic!). Incredibile ma vero… I capoversi in questione riguardano appunto l'indicazione/possibilità per le scuole di procedere alla revisione dei modelli organizzativi. Indietro tutta dunque, come in una trasmissione tv di Arbore degli anni '80: si torna al testo, scarno ed essenziale, dei due articoli del D.M. 61, "senza incidere, in questa fase, sulle modalità organizzative e strutturali oggi attivate nelle scuole". Insomma, un capolavoro estivo di chiarezza e di linearità di intenti che la dice lunga sulla serietà e sulla competenza dell'attuale staff del MIUR, sempre in bilico tra improvvisazione e approssimazione. Nei primi giorni di settembre i Collegi dei docenti dovranno applicarsi nel non facile esercizio di fare il punto sulle varie Circolari e ricostruirne pazientemente la trama (in che cosa consiste di preciso l'innovazione, cosa si può -legittimamente- fare e cosa no, chi aderirà a che cosa, ecc. ecc.).

A proposito di serietà e competenza dell'attuale staff di governo della scuola, ci sia consentito un fugace commento "politico". Anni fa Luigi Pintor, l'impagabile corsivista del Manifesto recentemente scomparso, auspicando un superamento della lunga fase di governo DC , titolava un suo famoso articolo "Non moriremo democristiani". Alla luce delle innumerevoli prove fornite dal personale politico attualmente al governo, almeno per quanto riguarda la scuola e la Pubblica Istruzione, c'è da rimpiangere il ceto politico di allora, i vari Falcucci, Misasi, Malfatti, Galloni, Bodrato, ecc. Forse, è il caso di dire, era meglio "morire democristiani"….



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