breve di cronaca
L’istruzione dei gendarmi del mondo

Un suggerimento da oltreoceano alla signora Letizia Brichetto-Moratti per la riforma della scuola italiana

È il 1992 quando l’attuale segretario di Stato Americano Colin Powell si reca a dare un’occhiata alle rovine della South Central Los Angeles. La città versa in uno stato miserabile anche grazie ai ripetuti riots (disordini) che rendono incontrollabili alcuni quartieri. Al termine della visita esprime alla stampa le sue preoccupazioni per la gioventu’ del ghetto, per quegli stessi ragazzi che un paio di notti prima avevano messo a ferro e fuoco le strade.

Secondo Powell, quello che mancava a questi ragazzi, erano ordine e disciplina, come quelli che offre la vita militare ai diciottenni nelle caserme.

La disciplina pero’, andava imposta sin dalla scuola, sin dall’adolescenza. Detto. Fatto. Da allora i soldati sono entrati in alcune scuole americane per restarci. L’idea è stata quella di rinvigorire un programma che era caduto nel dimenticatoio, il JROTC (Junior Reserve Office Training Corps). Fino al 1992 tutti conoscevano il Reserve Office Training Corps (ROTC) che ogni anno distribuisce borse di studio agli studenti americani a patto che questi accettino di servire qualche anno come riservisti. Molti pero’ ignoravano l’esistenza del “Junior” Reserve Officer Training Corps (JROTC) sebbene i due programmi fossero stati lanciati nello stesso anno il 1916.

Il JROTC era stato messo in pratica solo in alcune scuole di certi paesini ultraconservatori degli stati del sud. Dopo la visita di Powell a Los Angeles le cinque lettere (JROTC) all’improvviso sono sembrate una formula magica per risolvere le piaghe della scuola. Oggi in questi istituti si insegna a restare fuori dalle gang di strada oltre a storia, geografia, sport e, ovviamente, disciplina e materie militari. Si offre ai ragazzi una speranza, magari di intraprendere una carriera militare dopo la scuola, soprattutto ai giovani ispanici e neri.

O non è forse in America che si dice “join the army and You are a safe negro”. Tutto meraviglioso allora!

No, perché se bisogna riconoscere che, se interi quartieri di alcune città statunitensi sono effettivamente “persi” per lo stato, o sono in mano alla delinquenza giovanile, d’altra parte, bisogna riconoscere che un’educazione di questo tipo non fa che favorire una militarizzazione della società i cui sviluppi non possono essere previsti.

In questi anni 500.000 studenti in tutto il paese hanno indossato l’uniforme del JROTC. Sono il doppio rispetto a dieci anni fa. Nella sola Chicago ci sono 10.000 studenti che fanno parte del JROTC. Almeno il 40% degli studenti, dopo aver seguito il programma a scuola, va subito ad arruolarsi. Si tratta di una percentuale talmente elevata da spingere nel 2000 il ministro della difesa William Cohen ad affermare che: “i corpi giovanili sono il migliore strumento di coscrizione che abbiamo”.

Questo vale ancora di piu’ oggi, dopo l’undici settembre 2001. Al momento 1,4 milioni di americani prestano servizio. Ma gli esperti militari ritengono che non siano ancora sufficienti per la guerra al terrorismo. Gli attacchi contro New York e Washington non hanno provocato quella corsa all’arruolamento che gli stati maggiori si attendevano. Per spingere i ragazzi a vestire l’uniforme ora, ci si affida a una paga migliore, a borse di studio e a messaggi pubblicitari alla maniera di MTV o ancora a video di azione sull’impegno in Afghanistan. E in piu’ i militari possono contare sulla cooperazione dei provveditorati.

Durante le lezioni, in cui ci si comporta come se si fosse delle comparse di Full Metal Jacket, sia il docente che il capoclasse urlano gli ordini: “In piedi! Seduti! Studiare!”

In un capitolo sulle funzioni del cervello i cadetti possono leggere, ancora oggi, come l’emisfero sinistro venga maggiormente sfruttato dai bianchi che, conseguentemente, sono “logici, razionali e critici”. Neri e asiatici invece, grazie a un emisfero destro piu’ attivo, sono “intuitivi, creativi e spontanei”.

Ecco poi, come viene regolato, in uno dei manuali, il rapporto fra cittadino e Governo: “il cittadino ha obbligo di fedeltà verso il suo Paese. Questa fedeltà viene ricompensata con i diritti e i privilegi del comando”. Che cosa intendessero gli autori con questa seconda frase non è chiaro.

Ma se poi un giorno l’esercito ti chiede di andare a fare la guerra? In guerra si puo’ morire. O no?

Da quando gli USA le loro guerre le fanno dal cielo, con l’obbiettivo di non rimandare piu’ nessuno dei propri soldati a casa in un sacco di plastica, questo argomento (la pericolosità di una campagna militare) ha perso molta della sua importanza. Fra il 1980 e il 1999 sono morti 563 soldati a causa di attacchi nemici.

A Chicago sono state assassinate 666 persone nel solo 2001. Di queste la maggioranza erano neri e latinos. Il rischio di morte violenta, in periodo di pace, nel South Side è sensibilmente piu’ alto di quello in una divisione di fanteria in caso di guerra.

Forse questi istituti sono davvero un buon affare. Lo sono sicuramente per i fornitori di divise, per l’attuale amministrazione repubblicana (supportata da larghe fette dell’opposizione democratica) e per coloro i quali pensano di dirimere le questioni internazionali con un intervento militare. Eppure il dubbio circa la liceità di queste istituzioni resta. C’è la sensazione che i ruoli fra militari e civili siano stati confusi apposta.
Invece di sostenere l’educazione, si preferisce mettere i ragazzi in mano a degli istruttori militari, forse perché la società, cosi’ come la conosciamo, ha davvero alzato bandiera bianca

Fonte Internazionale – die Zeit .
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