breve di cronaca
Luci ed ombre nei professionali
Fuoriregistro - 01-08-2003
Firmati i Protocolli tra Ministero dell'Istruzione, Ministero del Lavoro e le Regioni Basilicata, Lazio, Puglia e Toscana.
Aprea e Viespoli:
"Nuove opportunità formative per i giovani dall'anno scolastico 2003-2004".
A breve la firma con le altre Regioni.



Roma, 24 lugio 2003 - Il Ministero dell'Istruzione, il Ministero del Lavoro e le Regioni Basilicata, Lazio, Puglia e Toscana hanno sottoscritto oggi i primi Protocolli d'Intesa di attuazione dell'Accordo quadro raggiunto in Conferenza Unificata il 19/6/03, per dare la possibilità ai giovani, a partire dai 14 anni, di frequentare, già dall'a.s. 2003/2004, percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale che:

- hanno durata triennale;

- sono personalizzati rispetto alle esigenze di ogni giovane;

- contengono discipline ed attività attinenti sia alla formazione culturale generale sia a specifiche aree professionali;

- offrono la possibilità di effettuare esperienze di alternanza scuola-lavoro attraverso stage e tirocini;

- consentono ai giovani di conseguire sia una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente ai parametri europei, sia crediti per proseguire gli studi.

I Protocolli sono stati sottoscritti dal Sottosegretario Aprea per il MIUR, dal Sottosegretario Viespoli per il MLPS e, rispettivamente, dagli Assessori: Collazzo (Regione Basilicata), Simeoni (Regione Lazio), Silvestri (Regione Puglia), Benesperi (Regione Toscana). Nei prossimi giorni tutte le altre Regioni stipuleranno analoghi accordi con i citati Ministeri, ciascuno diversificato in base alle proprie caratteristiche territoriali, ma che comunque assicuri percorsi dotati delle caratteristiche nazionali sopra descritte.
I Protocolli sono sostenuti dalle risorse del Ministero dell'Istruzione, del Ministero del Lavoro e delle singole Regioni, che vi concorrono anche con i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo.
Il Sottosegretario Aprea e il Sottosegretario Viespoli, nel corso della breve cerimonia, hanno espresso "grande soddisfazione per il significato fortemente innovativo di questi Protocolli. Con la loro approvazione, infatti, viene stabilita una stretta collaborazione tra Governo centrale e Regioni nel costruire percorsi formativi diversificati e flessibili, per corrispondere sempre meglio alle vocazioni e attitudini dei ragazzi da un lato, alle caratteristiche ed esigenze dei singoli territori dall'altro".


Da Istruzione.it



I risultati di una ricerca ISFOL sugli insegnanti

Senza adeguate garanzie, solo il 4% degli attuali insegnanti degli Istituti professionali di Stato sarebbe disposto a lavorare nel costituendo "sistema di istruzione e formazione professionale", il cosiddetto "secondo canale". Il 35,1% ha invece risposto con un no secco: chiederebbe in ogni caso il trasferimento nei licei.

È questo il più significativo risultato di un’indagine condotta dall’ISFOL tra 1.680 docenti di 35 Istituti professionali, distribuiti su tutto il territorio nazionale: un campione, insomma, sufficientemente rappresentativo dell’orientamento di questa categoria di insegnanti, molti dei quali, peraltro, in possesso di più abilitazioni o titolari in classi di concorso che danno diritto al trasferimento nei licei.

La disponibilità ad insegnare nel secondo canale, in presenza delle citate garanzie sullo stato giuridico (tra le quali spicca il mantenimento dello stato giuridico unico nazionale, "molto" (79,6%) o "abbastanza" (16,1%) importante per il 95,7% degli intervistati), è stata espressa da quasi metà degli intervistati (48,6%), mentre un altro 16,3% ha preferito non rispondere alla domanda, ma non si è neppure dichiarato indisponibile a priori.

L’indagine dell’ISFOL ha toccato anche i formatori dei centri regionali di formazione professionale. Dai primi dati, emerge una notevole evoluzione della figura professionale dei formatori: i più giovani sono molto più affini agli insegnanti degli IPS che ai loro colleghi più anziani. La differenza la fa soprattutto il titolo di studio: i formatori delle ultime generazioni sono in netta prevalenza laureati, e non hanno altre esperienze di lavoro alle spalle. Il che dovrebbe facilitare la collaborazione con gli insegnanti statali, e la predisposizione di politiche unitarie di formazione in servizio, concordate tra Stato e Regioni.


Da Tuttoscuola


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