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La povertà in Italia
Rolando A. Borzetti - 24-07-2003

Come tutti gli anni, il Rapporto annuale dell'Istat fa il punto sulla situazione del Paese in campo economico, demografico e sociale. Esso rappresenta, dunque, uno strumento di servizio e conoscenza per istituzioni, imprese e cittadini.Giunto alla sua undicesima edizione, aggiornata al 2002, il Rapporto fa il punto sulla posizione congiunturale e strutturale dell'Italia in ambito europeo, in vista del semestre di presidenza italiana dell'Unione.
La povertà viene calcolata sulla base di due distinte soglie convenzionali:
-una soglia "relativa", determinata annualmente rispetto alla spesa media mensile procapite per consumi delle famiglie;
-una soglia "assoluta", basata sul valore monetario di un paniere di beni e servizi essenziali aggiornato ogni anno tenendo conto della variazione dei prezzi al consumo.

Diminuisce la povertà in Italia (dal 12% all'11%), ma chi è povero lo è di più. La diminuzione soprattutto al centro-sud.

L' 11% delle famiglie italiane vive al di sotto della soglia di povertà ed il fenomeno coinvolge 2.456.000 nuclei familiari (7.140.000 individui). I dati riferiti all’anno 2002 sono stati divulgati oggi dall’Istat che ha realizzato un’indagine campionaria su 27mila famiglie. Mostrano rispetto all' anno precedente una diminuzione della povertà relativa che nel 2001 toccava il 12% delle famiglie italiane e la diminuzione riguarda in particolare le regioni di centro (dall'8,4% al 6,7%) ed il Meridione (dal 24,3% al 22,4%), mentre al nord dove vive il 5% delle famiglie povere i valori restano stabili.

In particolare al centro accanto alla diminuzione della percentuale di famiglie povere, si rileva un peggioramento per quelle numerose (dall'11,9% del 2001 al 15% del 2002)mentre le famiglie povere con 2 o più anziani passano dal 14% al 13,6%. Nel Mezzogiorno, dove storicamente si registrano i valori più elevati di povertà con picchi tra le coppie di anziani poveri, che passano dal 29,9% del 2001 al 32,5% del 2002, l’istituto di ricerca registra invece un miglioramento nella condizione delle famiglie con 3 o più figli minori e delle famiglie numerose con anziani o parenti a carico, come quella delle famiglie monogenitore.
Secondo l’Istat a far abbassare il livello di povertà è stata soprattutto la contrazione di consumi delle famiglie che nel 2002 hanno sensibilmente frenato la corsa all’acquisto.

Complessivamente peggiora la situazione per gli anziani e le famiglie con più componenti: è povero il 17,4% delle famiglie con due o più anziani (il 33% al Sud), una famiglia su tre con a capo una persona in cerca di lavoro e quasi un quarto delle famiglie con 5 componenti e più (il 32,4% al Sud). Quando i tre o più figli sono minori, la percentuale di famiglie povere sale al 25,9%. Gli anziani soli mostrano un'incidenza di povertà pari al 13,3%, valore che sale al 15,7% per le coppie con persona di riferimento di 65 anni o più, mentre resta minima l'incidenza di povertà nei single (3,1%) e le coppie con un figlio (8,1%).
Per quanto riguarda la povertà assoluta, essa tocca 926mila famiglie (il 4,2% delle famiglie italiane): al nord l’Istat segnala un leggero peggioramento (dall'1,3 si passa all'1,7%) mentre rimane stabile al centro e addirittura migliora al sud passando dal 9,7 all'8,9%. Stanno peggio le persone sole con più di 65 anni mentre è migliore la situazione delle coppie, dei single giovani che hanno trovato lavoro ed anche delle famiglie numerose, grazie all'incremento del mercato del lavoro nel Mezzogiorno.

Se secondo l’Istat diminuiscono le famiglie povere, chi è povero però lo è sempre di più. L’indagine indica infatti che l'intensità' della povertà ovvero un indicatore che mostra di quanto, in media, la spesa di questi nuclei è percentualmente al di sotto della linea di povertà è passato dal 21,1% del 2001 al 21,4% del 2002. In autunno l'Istat presenterà alcune stime riguardanti la povertà a livello regionale, insieme a una ricerca sugli indicatori di percezione soggettiva della povertà, in un'indagine riguardante l'esclusione sociale.
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 ilaria ricciotti    - 24-07-2003
Non c'è da preoccuparsi di questa situazione,
c'è chi ha la bacchetta magica,
e con essa eliminerà l'inflazione.

Dobbiamo soltanto avere pazienza e saper aspettare,
che gli economisti sappiano il tutto in fretta risanare.

Poi questi dati, forse non son veri!
C'è qualcuno che certamente li proporrà "più seri".

Comunque lo si vede ogni mattina,
quando si va a comprare olio e farina.

Sembra essere ritornati all'epoca della "tassa sul macinato",
quando i poveri c'erano, erano tanti...
non potevano mangiare, come altri...
o andare neanche ad un misero mercato.

L' Italia comunque per alcuni non è questa,
è l'altra...
quella che ogni giorno banchetta e fa festa.

E' quella che fa parte del G8
sfoggiando il suo ricamato "panciotto".