Red - 20-07-2003 |
Le "regole" proposte nell'articolo hanno un respiro ampio, in netto contrasto con altri eventi scolastici di quest'ultimo periodo. Ci riferiamo per esempio alla Circolare Ministeriale del 16 maggio scorso , relativa al "conferimento e mutamento degli incarichi dirigenziali per l'anno scolastico 2003/2004", intesi in senso provvedimentale e dunque in contraddizione con i principi dell'autonomia e della continuità. Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals avevano già fatto pervenire al Presidente e ai Capigruppo dei partiti della VII e XI Commissione Camera dei Deputati e Senato, lo scorso maggio, un documento unitario che esprimeva preoccupazione per l'estensione della Legge Frattini ai Dirigenti Scolastici. Di qualche giorno fa è la notizia dell'intenzione, da parte dei Sindacati Unitari, di impugnare il provvedimento a livello giurisdizionale. Qui i dettagli. |
ilaria ricciotti - 20-07-2003 |
Letto il commento, è chiaro lo scempio. Esso non si può accettare, il sapere è un diritto costituzionale. Un paese che non avanzerà costruirà una misera società. Una società a scale... dove ci sarà a dismisura... chi scende... e chi sale... Il Dpef non mi sta bene, esso è pieno: di meandri... di buchi neri... che provocano al cuore non gioie, ma tante sofferenze e pene. |
Red - 21-07-2003 |
L’Associazione provinciale dei dirigenti scolastici di Pordenone, presieduta dal preside del liceo Leopardi-Majorana Sergio Chiarotto, ha presentato alla nuova giunta regionale le sue proposte in materia di istruzione e formazione. I presidi pordenonesi hanno indirizzato al presidente Illy e agli assessori regionali all’istruzione, Antonaz, e alla formazione professionale, Cosolini, un documento nel quale avanzano due proposte: la prima a sostegno dell’“autonomia scolastica”, la seconda per realizzare un “sistema di istruzione e formazione professionale”. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’“autonomia scolastica” si propone che il consiglio regionale elabori una legge che riconosca «la libera e autonoma progettualità culturale e didattica di ciascun istituto scolastico», concedendo un sostegno finanziario alla progettualità degli istituti sia per l’attività di docenza sia per le attività formative integrate; tale sostegno dovrebbe essere per una quota legato ai dati oggettivi della singola istituzione scolastica (alunni, docenti) e per altra parte in relazione a progetti specifici coerenti con gli obiettivi e finalità indicati dall’amministrazione regionale. Viene chiesto inoltre un sostegno all’innovazione didattica e tecnologica, attraverso la promozione di attività di formazione dei docenti e il finanziamento di nuove apparecchiature e strutture didattiche. Per quanto riguarda la seconda proposta, tesa a realizzare il “sistema di istruzione e formazione professionale”, nel documento si chiede che «venga data adeguata risposta alle esigenze formative dei giovani»: anche chi sceglie un percorso formativo “breve” (4 anni dopo la scuola media) deve acquisire elementi di cultura di base sufficenti a rendere possibile il passaggio al percorso liceale; vanno promossi accordi fra i centri di formazione professionale e gli istituti di scuola media superiore per garantire un buon livello qualitativo sia alla formazione professionale sia alla dimensione culturale ed educativa, e sarebbe opportuno anche elaborare strumenti istituzionali che rendano possibile un’interazione continua tra il “sistema dei Licei” e il “sistema della formazione e istruzione professionale”. Ultimo punto della proposta, la realizzazione di modalità significative di esperienze di stage e di alternanza scuola-lavoro. Dal Messaggero veneto |
Tuttoscuola - 22-07-2003 |
Dpef e scuola: un calando preoccupante per questo Governo Andando a rileggere i Documenti di programmazione economica e finanziaria varati dal Governo Berlusconi dal 2001 a oggi, si scopre che la scuola e' posta via via ai margini. Vediamo. Il Dpef del 2001, scritto dal Governo a ridosso dell'inizio della legislatura, non aveva avuto molto tempo per affrontare organicamente i temi dell'istruzione, ma era comunque riuscito a lanciare l'idea della riforma degli ordinamenti e a prevedere un impegno economico per l'utilizzo delle tecnologie multimediali nonche' per la formazione e la valorizzazione del personale, titolando l'impegno con ìformazione di capitale umanoî. La scuola aveva avuto un posto di riguardo nel Dpef 2002 , anche se il ministero dell'Economia, in occasione del bilancio di assestamento, aveva rimproverato quello dell'istruzione di avere splafonatoîlimiti di spesa previsti, incentrando i suoi obiettivi per la scuola sul progetto di riforma, confermando gli impegni per:
Oltre alla riforma, l'impegno del Governo era di proseguire con interventi per la modernizzazione e al potenziamento del sistema educativo nazionale, anche per contenere gli elevati tassi di abbandono. Ci si aspettava quest'anno un passo avanti, vista anche la concomitanza del semestre europeo. Invece il Dpef 2003 non dice nulla sull'attuazione della riforma ed evidenzia solamente il bisogno di interventi per il potenziamento del sistema educativo per l'infanzia. Per la riforma c'e' solo l'impegno a dibatterne l'attuazione con le forze sociali e le diverse istituzioni coinvolte. Una scuola, insomma, sempre piu' in tono minore e un Governo che rischia di caratterizzarsi per un sistematico rimando delle soluzioni a tempi futuri. Il Dpef sulla scuola in questo senso e' un compendio di rinunce e di occasioni mancate che rispecchia il profilo sempre piu' svaporato della leadership di governo. E fa apparire l'istruzione sempre piu' ai margini dell'attenzione della maggioranza. |