breve di cronaca
Bertagna: alle medie e nei licei solo 25 ore di lezioni alla settimana
Corriera della sera - 01-12-2001
L’AUTORE DELLA RIFORMA

Bertagna: alle medie e nei licei solo 25 ore di lezioni alla settimana

ROMA - I docenti dei licei potranno insegnare negli istituti di istruzione e formazione tecnica superiore, un canale parallelo alle facoltà universitarie che sarà potenziato nei prossimi anni. Potranno, insomma, elevare il loro status . L’orario scolastico obbligatorio scenderà a 825 ore annuali, ma le scuole dovranno offrire corsi e attività alternative per 300 ore. Sono due delle novità più clamorose emerse dalla commissione presieduta da Giuseppe Bertagna, il docente di filosofia dell’educazione all’università di Bergamo incaricato dal ministro Letizia Moratti di disegnare la nuova architettura della scuola. Bertagna ha un curriculum di tutto rispetto come «ingegnere dell’istruzione». Nell’86 era accanto a Franca Falcucci, quando il ministro dell’Istruzione dc tentò di riformare le superiori. Due anni più tardi, con un altro democristiano doc come Giovanni Galloni, affiancò l’allora sottosegretario Beniamino Brocca nella commissione ristretta che varò le sperimentazioni. L’ex ministro Luigi Berlinguer ha riconosciuto alla proposta del gruppo Bertagna «luci e ombre». «Ho apprezzato quelle parole - dice il pedagogista -. Berlinguer ha colto la dimensione reale del problema: la scuola non è di destra né di sinistra, ma degli allievi, è bipartisan per definizione. Soprattutto il contributo di un ex ministro dell’Istruzione è utile per migliorare un prodotto che come tutte le cose umane è migliorabile». La critica più diffusa è che 4 anni di superiori siano insufficienti sotto il profilo della qualità. Ma c’è anche un altro aspetto legato ai 4 anni: che fine faranno i professori in eccesso ?
« I docenti delle superiori avranno l’opportunità, attraverso un’apposita selezione, di entrare a far parte della formazione superiore, che diventerà un canale universitario alternativo, con evidenti vantaggi economici e di status professionale. La nostra proposta prevede anche dei moduli di allineamento, attraverso i quali i diplomati colmeranno eventuali lacune prima di affrontare i corsi universitari. Anche in questo caso, se la proposta andrà a buon fine, i corsi saranno tenuti da insegnanti delle superiori con i vantaggi che è facile immaginare».
Torniamo al problema della qualità. In cinque anni si apprendono più cose che in quattro. Avremo, come teme Berlinguer, licei e istituti «mutilati »?
« Se si innalza il valore qualitativo e la densità della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e delle medie, i cinque anni attuali delle superiori sono comparabili, e lo si è argomentato nel rapporto, con i quattro che noi proponiamo».
L’ex ministro Berlinguer sostiene che la vostra proposta non assicura un periodo sufficiente di formazione culturale . Che ne pensa?
«L’idea è che bisogna anzitutto garantire la cultura generale e poi quella professionale, che prima dei 15 anni non deve esistere la dimensione della operatività, dell’attività pratica, ma solo cultura. Si ipotizza insomma una differenza tra cultura generale e cultura professionale, come dire che la professione non è cultura e viceversa. Il nostro sforzo invece è quello di costruire profili educativi, culturali e professionali insieme e di creare una circolarità tra queste dimensioni, senza lasciare fuori neppure uno tra i vari ordini e gradi di scuola».
Parliamo di ore di lezione. La prop osta consegnata dai saggi all’ex ministro De Mauro ne prevedeva circa 30 settimanali, meno di quelle attuali. La vostra ipotesi?
« Ne prevede 25 obbligatorie alle medie e nei licei e un certo numero, da zero a 300 annuali, che la scuola deve offrire, ma che gli studenti e le famiglie non sono tenuti a "consumare" allo stesso modo e per lo stesso tempo. Ne potrebbe fare anche a meno, purché non vi siano debiti nell’apprendimento».
Diminuiranno le ore annuali ?
« Quelle obbligatorie sì, quelle complessive offerte dalla scuola no. Nonostante l’ipotesi di diminuzione dell’orario obbligatorio a 825 ore (oggi vanno da 990 a 1200) rimaniamo comunque tra i primi nei Paesi Ocse».

Il rapporto Bertagna puo' essere scaricato da una pagina del sito del Ministero




  discussione chiusa  condividi pdf

 ida    - 02-12-2001
Non sono le ore in meno a preoccupare, ma la differenza che viene a crearsi tra ore obbligatorie e ore integrative: un esperienza come l'attività teatraleo altra attività laboratoriale sarà demandata alla sensibilità dei genitori: probabilmente ne verranno deprivati proprio gli alunni che ne avrebbero più bisogno. Occorre che delle 300 ore aggiuntive una buona parte possano essere integrate nel curricolo e quindi rese obbligatorie dagli istituti.
Altro problema è la netta distinzione dei percorsi di formazione e istruzione, troppo netti, che finiranno per diventare divisioni sociali.