breve di cronaca
Siamo tutti iraniani
Il Riformista - 08-07-2003
IL RIFORMISTA LANCIA UNA MOBILITAZIONE PER GLI STUDENTI DI TEHERAN
Il nove di luglio saremo tutti iraniani

Il 9 luglio sarà l'anniversario della prima grande manifestazione degli studenti iraniani, duramente repressa nel 1999, e in cui un giovane dimostrante venne ucciso. Per il prossimo 9 luglio, il movimento ha annunciato una grande commemorazione, che si trasformerà in una nuova manifestazione di protesta e chiederà la liberazione dei molti studenti arrestati nelle ultime settimane.
Sulla Stampa, qualche giorno fa, Piero Fassino ha invitato la sinistra e il movimento pacifista che scese in piazza contro la guerra in Iraq a dar prova di «autonomia e coerenza», a bandire ogni forma di «relativismo» e a compiere atti concreti per sostenere la coraggiosa protesta degli studenti iraniani. Sul Corriere della Sera, Pier Ferdinando Casini si è detto amareggiato per l'indifferenza dell'opinione pubblica. Mentre Paolo Mieli rispondeva che in Italia pace, libertà e democrazia sembra siano evocate esclusivamente come pretesto per prendersela in piazza con gli Usa o con Israele.
Certo è che l'Europa in generale, e la sinistra in particolare, stanno perdendo un'ottima occasione per aiutare chi combatte per i propri diritti e la propria libertà. Gli studenti e i giovani iraniani si stanno ribellando a un regime teocratico e anacronistico che è rimasto in piedi grazie ad un miscuglio di convenienze commerciali all'estero e di repressione violenta all'interno. Scambiare questa voglia di voltar pagina con un tentativo di riforma islamica dall'interno del regime è miopia. La stragrande maggioranza del popolo è costituita da giovanissimi che sono ancora più occidentalizzati dei loro coetanei del '79, grazie anche a internet e alle televisioni satellitari.
Questi giovani si meravigliano dell'indifferenza europea. Si scandalizzano quando scoprono che grazie a qualche società europea - in questo caso Ericsson - non possono più navigare su internet in cerca di contatti umani e di libertà.
In rete c'è un appello che recita in cinque lingue: «Il ministero degli interni, che è sotto il controllo dei cosidetti "riformisti", sta bloccando l'accesso a internet. Con questo gesto Khatami e il suo governo dimostrano di non essere migliori degli oltranzisti. Noi iraniani chiediamo solidarietà ed aiuto ai cittadini liberi e consapevoli del mondo per la nostra lotta contro il regime dittatoriale di Teheran».
Visto che anche in Italia sono in tanti a lamentarne la mancanza, vorrà dire che una manifestazione in sostegno degli studenti iraniani la faremo noi del Riformista. Il 9 luglio, naturalmente.

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