breve di cronaca
Cronaca di una formazione rinviata
Ovvero...
La riforma? Riparliamone.
Un laconico comunicato dell'Ispettore Modini del 19 giugno informa le scuole che "per dare la possibilità di realizzare la fase di riflessione sulle tematiche inerenti la riforma con maggiore distensione di tempi, la terza fase del processo formativo si svolgerà nella seconda metà del mese di settembre, favorendo l’occasione di costituire gruppi di riflessione presso le scuole anche nella prima metà del mese di settembre 2003. A tal fine si precisa che il documento culturale, di non più di due pagine sulla tematica prescelta, nel quale far emergere punti di forza e punti di debolezza sulla tematica considerata e sperimentata nella scuola alla luce delle richieste dei nuovi documenti relativi alla riforma, potrà essere spedito per fax entro la prima settimana di settembre."
Non c'è che dire: rispetto all'impostazione iniziale un bel passo indietro, quanto mai opportuno e ragionevole.
Ricordiamo infatti che all'origine di tutto sta un documento diffuso dal MIUR (comunicazione di servizio del 10.4.2003) recante le “Linee guida per l’avvio del processo di informazione/formazione sulla riforma”, con le quali si intendeva di fatto “surrogare” l’assenza dei decreti applicativi della legge 53/2003 e dei piani di studio nazionali chiedendo ad ogni scuola di prevedere e organizzare in tutta fretta un progetto di 20 ore di (in)formazione, senza tener conto della mancanza di documenti ufficiali sui quali sviluppare le azioni informative e formative. Questo il contesto di partenza dunque, nell'intento di attuare frettolosamente la riforma a partire dal prossimo settembre 2003, con il coinvolgimento di tutta la scuola dell’infanzia e delle prime due classi elementari.
Da sottolineare il fatto che nelle “linee guida” si dà per scontato che “il decreto legislativo concernente la scuola primaria non potrà che prevedere l’adozione dell’assetto pedagogico, didattico e organizzativo, delineato nel decreto n.100/2002 sulla sperimentazione”, vale a dire i materiali prodotti dal “gruppo Bertagna” (le varie bozze di Indicazioni, Raccomandazioni, ecc.).
Da qui l'iniziativa delle tre giornate di in/formazione organizzate a Milano per dirigenti scolastici e docenti referenti delle scuole primarie statali e paritarie, convegni denominati "La riforma...? Parliamone.", con la relazione introduttiva dell’Isp. Piero Modini dal titolo, un po' più inquietante, “Conoscere e condividere la riforma”, che in realtà riprendeva alla lettera la premessa delle "linee guida" elaborate dallo staff del Ministro.
Queste modalità di gestione della formazione (sillabo delle "linee guida" in particolare), più vicine a un'impostazione da Minculpop che ad un approccio teso a valorizzare l’autonomia dei collegi docenti (nel rispetto non solo delle disposizioni contrattuali, ma anche del pluralismo delle fonti culturali e delle migliori esperienze realizzate nella scuola di base) incontravano una forte protesta nelle scuole da parte dei Collegi e da parte degli stessi dirigenti scolastici. Come ScuolaOggi ha riportato, nel corso delle tre giornate di formazione (più di 1000 partecipanti nelle tre edizioni, secondo i dati forniti dall'Ufficio Scolastico Regionale), si registrava infatti un'ampia espressione di dissenso e un'aperta opposizione su modalità, tempi e contenuti della formazione proposta.
E' indubbio pertanto che questo ripensamento, questa correzione di tiro, è il risultato di quanto avvenuto, della manifestazione di dissenso che si è verificata (a Milano e non solo…). Si è tenuto conto evidentemente, da parte della Direzione regionale, delle prese di posizione delle scuole e dei dirigenti medesimi. Questo è indubbiamente un fatto positivo. Se le associazioni dei dirigenti scolastici e le scuole fossero state interpellate prima e coinvolte, forse si poteva evitare qualche incidente di percorso e delineare un diverso progetto di formazione, concordato e realmente condiviso….
Non solo: in una nota di “chiarimento” del 5 giugno, il MIUR, a seguito delle pressioni delle organizzazioni sindacali, prende in un certo senso le distanze dai percorsi delineati dalle “linee guida”, precisando sostanzialmente che:
1) le iniziative di in/formazione devono riguardare l’impianto generale della riforma così come definito dalla Legge delega n.53/2003 (e non altro),
2) le “attività strutturate di formazione sugli aspetti pedagogico-didattici ed organizzativi” non sono da attivarsi in questa fase
3) la formazione resta una competenza dei collegi dei docenti e sta ai collegi declinare l’impianto organizzativo del modello proposto sulla base dei propri bisogni formativi.
A questo bisogna poi aggiungere il "dato politico" dei continui rinvii nella discussione della bozza di decreto attuativo da parte del Consiglio dei Ministri e dei contrasti all'interno della stessa maggioranza che fanno di fatto intravedere tempi più lunghi di attuazione della riforma stessa.
Ora tutto viene rinviato a settembre. Si chiede alle scuole di inviare un sintetico "documento culturale", intervenendo su una specifica tematica della riforma, tra quelle individuate nello schema proposto per i "laboratori tematici" a suo tempo previsti per giugno. Ascoltare le osservazioni e le proposte delle scuole è un altro fatto positivo. Ma occorre ascoltarle sul serio allora, senza vincoli di schemi rigidi e precostituiti, valorizzando tutti i contributi (documenti, analisi, proposte) che dalle scuole arrivano.
Infine: quello che resta ancora da capire è perché non viene diffuso in rete e/o non si fornisce alle scuole materiale documentario e informativo sulle sperimentazioni svoltesi quest'anno (cosa è stato sperimentato, come, in quali condizioni, con quali risultati, ecc.). Perché è da qui che bisognerebbe ripartire: vedere cosa effettivamente è stato fatto di "innovativo" e in che rapporto sta da un lato con la mole di documenti prodotti dal "gruppo Bertagna" e dall'altro con il patrimonio di storie ed esperienze valide esistente nelle scuole.
Quindi, riparliamone… Senza diktat e imposizioni dall'alto. Con più attenzione per il confronto, l'elaborazione collettiva e pluralista e l'autonomia delle scuole.
Dedalus