Un'avventura da favola
Rolando A. Borzetti - 23-06-2003
Da Superabile

21 giugno 2003


Mandela apre gli Special Olympics a Dublino



Quest'anno gli XI Giochi Mondiali Special Olympics sono inaugurati da Nelson Mandela, ex presidente sudafricano e Premio Nobel per la Pace nel 1993, nella cerimonia di apertura sabato 21 giugno alle 18:00 nel maestoso stadio di Croke Park a Dublino
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di Andrea Magrini

“Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”: è il giuramento che gli Atleti pronunciano a Croke Park per confermare lo spirito che da oltre trent'anni anima gli Special Olympics.

Quest'anno gli XI Giochi Mondiali Special Olympics sono inaugurati da Nelson Mandela, ex presidente sudafricano e Premio Nobel per la Pace nel 1993, nella cerimonia di apertura sabato 21 giugno alle 18:00 nel maestoso stadio di Croke Park a Dublino.

Davanti ad un pubblico di circa 75 mila spettatori - tanti ne sono attesi - si esibiscono, in uno spettacolo di tre ore, celebrità internazionali del calibro di Bono e gli U2, i Carrs, i French pyrotechnics masters, i G5, gli artisti di strada Macnas, l'Orchestra Sinfonica Irlandese ed un coro di 500 elementi.

Lo spettacolo, degno di un grande evento sportivo e sociale di livello mondiale, è prodotto da Tyrone Productions, ripreso in diretta da RTE – la televisione pubblica irlandese – pensato e realizzato come tributo alle persone con ritardo mentale di tutto il mondo, perché lo sport sia lo strumento per sottolineare il diritto ad un inserimento fattivo nella società.

Protagonisti assoluti alla Cerimonia di Apertura sono i 7.000 atleti provenienti da 160 Paesi - tra i quali l'Italia - che sfilano nello stadio e partecipano a tutte le fasi della manifestazione, assistendo anche al suggestivo ingresso della Torch Run, la Torcia olimpica di Atene, sostenuta da 140 tedofori - agenti di polizia –di tutta Europa che hanno percorso 15.000 chilometri e toccato 17 città. Tra di essi anche Laurenzia Silvestri, poliziotta italiana.

22 giugno 2003




Un'esperienza eccezionale, difficile da raccontare a parole: Marinella Ambrosio, capo della delegazione italiana che partecipa all'undicesima edizione di Special Olympics racconta l'avventura degli atleti azzurri. E per l'Italia arrivano i primi ori.

di Alessia Manfredi



“E' una favola, un'esperienza eccezionale, che non riesco neppure a descrivere a parole”: così Marinella Ambrosio, a capo della delegazione italiana che partecipa all'undicesima edizione di Special Olympics, racconta l'avventura del team azzurro a Dublino.

I giochi mondiali, riservati agli atleti con ritardo mentale, sono stati inaugurati sabato dall'ex presidente sudafricano Nelson Mandela in un'emozionante cerimonia allo stadio di Croke Park, a Dublino. Il premio Nobel per la pace ha definito gli atleti “ambasciatori della grandezza dell'umanità. I vostri successi – ha detto ancora – ci ricordano il potenziale di grandezza che risiede in ognuno di noi”.

E dall'Italia - che domenica ha conquistato le prime medaglie, nei 100 metri dorso di nuoto (Lorella Destro) e nei 50 metri di atletica leggera (Pietro Ricci) - sono arrrivati 68 atleti speciali, insieme ad un folto team di allenatori e collaboratori tecnici: in tutto 97 persone, senza contare i numerosissimi volontari che assistono gli azzurri, impegnati in diverse discipline: nuoto, atletica, badminton, pallacanestro, bocce, bowling, ciclismo, equitazione, calcio, golf, ginnastica, sollevamento pesi, pattinaggio a rotelle, vela, tennistavolo, tennis, pallamano e pallavolo.

Oggi, domenica, gli atleti italiani sono impegnati in gare di primo livello di atletica leggera e di nuoto, racconta Marinella Ambrosio per telefono da Dublino, fra raffiche di bora e squarci di sole.

“L'umore dei nostri ragazzi e dei tecnici è splendido. E aiuta anche la cornice in cui siamo alloggiati. Abbiamo per noi tutta un'ala dell'University college di Dublino. E l'accoglienza che ci hanno riservato è stata meravigliosa”.

Qual è stato il momento più emozionante della cerimonia di apertura dei giochi?

E' stata travolgente fin dall'entrata in campo. Uno stadio da 80.000 persone praticamente esaurito, con bandiere coloratissime ovunque e boati ogni volta che una nazione entrava in campo. Testimonial d'eccezione che hanno comunicato messaggi da brividi: Nelson Mandela, Eunice Kennedy, fra gli altri. E poi tutti i volontari, i medici, le scuole, il familiari: è un'intera comunità che si muove.

C'è una specialità in cui ci sentiamo particolarmente forti?

Noi confidiamo molto in tutto! E' difficile ipotizzare: Ieri la squadra di calcio italiana ha vinto 8 a 0 contro una squadra africana. Ma il fatto che a gareggiare siano atleti con disabilità mentali rende molto difficile prevedere il livello dei partecipanti alle competizioni. La disabilità più essere lievissima o più accentuata. Per questo, le prove preliminari sono importanti per prendere confidenza. Fra presunzione e speranza, ci aspettiamo tanto dai nostri atleti!

Cos'hanno di veramente speciale questi giochi?

Non è solo un momento sportivo, ma c'è un coinvolgimento straordinario a tutti i livelli. Pensa solo al numero dei volontari: 30.000, fra pensionati, studenti, semplici cittadini che vengono a dare una mano. Io conosco il mondo agonistico-sportivo da una vita, ma quello che succede qui, in questa occasione è davvero speciale: molto più complesso rispetto ad altre manifestazioni, più ricco di stimoli e più completo.




















interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 ilaria ricciotti    - 24-06-2003
I giovani: le nostre speranze, il nostro, ma soprattutto il loro presente ed il loro futuro, che nessuno dovrà sporcare, dovrà soffocare, dovrà tingere di un unico colore, ma dei tanti colori della bandiera della Pace e di quelli dell'arcobaleno.
Lottare per questo non deve essere un sogno, bensì un dovere che noi adulti abbiamo nei loro confronti sempre..., specialmente nel momento in cui gli abbiamo donato la vita.