breve di cronaca
Esame di Stato
Il Manifesto - 21-05-2003
Nell'epoca della Casa delle libertà, l'esame di stato è politico

L'esame di stato nell'epoca della Casa delle libertà sarà - dal 2004 - locale e globale. Locale: le prime due prove scritte (italiano per tutte le scuole; la seconda materia scritta a seconda dell'ordinamento) saranno decise dalle commissioni d'esame, ossia dai consigli di classe, ovvero dagli stessi insegnanti dei candidati. Globale: la terza prova, che avrà carattere nazionale. L'Invalsi (l'istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione, del cui supporto si serve la signora Letizia Brichetto Moratti) fornirà il testo della prova comune a tutte le scuole (una per i licei classici, una per gli scientifici, una per gli Itis, ecc.). Essendo soggetti scaltriti dalla lunga sopportazione nei riguardi di consulenti e consiglieri ministeriali, non perderemo tempo sul fatto che, nel modo deciso da donna Letizia & co, la terza prova d'esame non potrà che essere nozionistica, nella squallida forma di risposte v/f (vero/falso) che una torma di pedagogisti e didatti fessacchiotti ha tentato di accreditare come «scientifica» perché idonea a misurare il livello di preparazione dei candidati, e che ricalcherà fedelmente il profilo mentale di giovani iloti già ora avvezzi a tracciare crocette anziché a dire o a scrivere una propria opinione.

Habermas ha scritto che in Occidente la democrazia è nata nel diskurs: ma per quelli di viale Trastevere deve essere nata nelle crocette. Ecco perché, per donna Letizia e i suoi satrapi, lo scrivere e il parlare hanno perduto importanza a vantaggio dei quiz compilati scegliendo tra vero e falso: modello epocale di democrazia plebiscitaria a scuola.

Né consumeremo inchiostro ad argomentare che le prime prove perderanno generalità. Già ora la scarsa importanza della sintassi è evidente nell'eloquio del premier. Né sfugge ai più il suo latinorum da oratorio.
Neppure rattristeremo lettrici e lettori osservando che - dato il suo carattere nazionale - la terza prova formato Moratti obbligherà gli insegnanti a regredire a programmi infarciti di date e fatterelli proprio per consentire agli studenti di far fronte ai quiz con risposte vero/falso: perché è noto che è la struttura dell'esame a disegnare la struttura dell'insegnamento, non viceversa.

Vogliamo pensare ad altro, e porre appunto qualche questione di principio e qualche problema di diritto.

Dalle parti di viale Trastevere forse lo ignorano, ma configurare l'Invalsi quale soggetto di emanazione e poi di valutazione del testo di una prova d'esame equivale a statuire che questo istituto entri formalmente a far parte delle commissioni d'esame. A questa osservazione non si può obiettare che fino a quest'anno il testo delle prime due prove è di fonte ministeriale, e che dunque nulla cambia in senso giuridico. Perché la funzione prefigurata per l'Invalsi è di utilizzo dell'esito della terza prova a fini di valutazione del sistema. E' come se in ogni commissione d'esame sedesse un convitato di pietra.

In realtà, a viale Trastevere ignorano anche il contenuto giuridico del concetto di commissario. Se lo conoscessero non direbbero sciocchezze a proposito di commissioni d'esame che sono interne - evidente concetto autocontraddittorio.

Allo stesso modo ignorano, da quelle parti, che il nuovo esame prevede per l'Invalsi una posizione di supervisione nei riguardi dell'operato degli insegnanti italiani che appare del tutto diversa dalla funzione tradizionalmente affidata agli esperti ministeriali. A parte l'ovvio quesito di come la supervisione affidata all'Invalsi - configurandosi come interferenza dagli effetti obbliganti, sulla struttura dei programmi d'insegnamento - possa essere compatibile con la libertà d'insegnamento, resta sul tappeto un problema giuridico di grande semplicità. L'Invalsi è un istituto di supporto all'azione del ministro. Rientra dunque a pieno titolo nel regime di spoil system inaugurato dagli attuali governanti e nella sua rete di nessi fiduciari.

Si deve dunque concludere che, essendo l'Invalsi formato da figure di fiducia del ministro, i candidati all'esame di stato dall'anno 2004 e i loro insegnanti passeranno sotto il controllo diretto della maggioranza di governo, e che la riforma dell'esame di stato in epoca Cdl definirà un regime di colonizzazione della scuola italiana ad opera della maggioranza.

ANTONIO PEDUZZI
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