La presenza di Ahmad Rateb divide.
Il rappresentante dei genitori Puricelli: «Una cosa fuori dal mondo»
Afghano al liceo, paura di ritorsioni
La vicepreside Zandigiacomo: «Parlerò con la Questura perchè siano prese precauzioni»
UDINE - Ahmad Rateb ha 18 anni, la stessa età di molti dei ragazzi che oggi incontrerà allo Stellini. Come loro ha studiato e studia, come loro si dà da fare per aiutare gli altri, anche se lo fa in un campo profughi, come loro ha gli stessi imbarazzi nel rapporto con l'altro sesso, anche se lui li racconta davanti alle telecamere di Santoro. Ma è un afghano, in attesa dell'asilo politico e sotto protezione Onu perché dissidente rispetto al regime talebano e quindi, secondo alcuni, potenziale obiettivo dei rigurgiti integralisti. Apriti cielo. Lo Stellini è andato in subbuglio. A dare il polso della situazione un'insegnante coinvolta nell'iniziativa (organizzata per alcune classi su proposta dell'associazione Proiezione Peters), che pretende l'anonimato: «Alcuni genitori hanno sollevato il problema della sicurezza per la scuola e per i ragazzi, ma non va vista come una posizione di chiusura. La scuola veniva accusata di scarsa coerenza. "Ma come - diceva qualche genitore - prima si rimanda la gita in Grecia delle terze proprio per colpa della guerra e poi la scuola si espone con questa iniziativa?". A me sembrava una paura un po' esagerata. Ne abbiamo parlato con il preside, che ha raccomandato di non creare allarmismo. Questo ragazzo è stato dappertutto, è un "obiettivo" come lo siamo tutti, dal momento che siamo in guerra con i talebani. Se in un paese occidentale libero non possiamo più neppure parlare con uno straniero è una cosa grave. Ma io credo che riveli soprattutto un clima di tensione. Ormai si ha paura di tutto». Conferma la vicepreside Valeria Zandigiacomo, che oggi sostituirà il preside: «Mi è stato detto che sono state espresse delle preoccupazioni. E non solo da parte di qualche genitore. Parlerò io stessa con la Questura per prendere le opportune precauzioni». Non condivide Laura Ponte, stelliniana del Csp: «Il problema è stato sollevato da un genitore in consiglio di classe e poi la discussione si è allargata. Ma il fatto che la presenza dello studente possa causare delle ritorsioni da parte degli itnegralisti mi pare un'ipotesi irreale». Il genitore in questione si trincera dietro un "no comment": «Sono stata fraintesa. Mi chiedevo solo perché ci fossero state tante paure per la gita in Grecia di un mese fa, mentre in questa occasione i genitori non si sono neanche scomposti». Se il presidente del consiglio d'istituto Giuseppe D'Aquino minimizza, come fa il presidente del comitato genitori Fabrizio Buora («Invitare dei ragazzi afghani è un elemento di ricchezza. Mi spiace che alcuni genitori non la pensino così»), il rappresentante dei genitori Cesare Puricelli accusa: «Mi pare una cosa fuori dal mondo». Chi giustifica è invece proprio la fautrice dell'iniziativa Franca Gallo dell'associazione Proiezione Peters. «Di fronte all'allarmismo dei media è una posizione che posso comprendere. Forse bisognerebbe invitare la signora a partecipare».
Lidia Vallarolo - 22-11-2001
|
Povero ragazzo! |